Si parla moltissimo di auto elettrica, considerata una sorta di panacea ai guasti ambientali collegati ai veicoli tradizionali. Con il passare del tempo, però, iniziano a sorgere dei dubbi sull’effettiva sostenibilità ambientale delle vetture green, che comunque sembrano non sfiorare i vertici politici europei, i quali hanno praticamente bandito i secondi sul suolo continentale, a partire dal 2035.

Alla riflessione in atto partecipa anche Altroconsumo, l’associazione nata nel 1973 con il nome di Comitato Difesa Consumatori, che ha partecipato in collaborazione con IRCT, la rete internazionale che riunisce queste organizzazioni ai test Green NCAP, l’analisi sull’impronta ecologica dei veicoli nel corso del loro ciclo di vita. Sono stati più di 60 i veicoli elettrici, a benzina, diesel e ibridi sottoposti all’analisi del cosiddetto LCA (Life Cycle Assessment), lo studio dell’impatto di tutti i processi di produzione e di utilizzo del mezzo fino al termine del suo ciclo vitale.

Al termine di questa indagine, Altroconsumo ha provveduto a fornire alcune riflessioni, nell’ambito del progetto RSSS (Rendiamo semplici le scelte più sostenibili), finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), che si propone l’intento di guidare i consumatori nella fase di transizione verso un’economia circolare, spingendoli in tal modo a mettere in atto comportamenti dall’impronta più ecologica e rispettosi dell’ambiente.

Proprio nell’ambito del progetto è prevista una fase informativa rivolta ai consumatori, tesa a incentivare l’accesso degli stessi ai bonus messi in campo dal governo italiano per l’anno in corso a favore dell’acquisto di modelli di auto meno inquinanti, a partire proprio dalle vetture elettriche. Iniziativa che è stata salutata da un notevole riscontro, considerato come da maggio ammontino a oltre 1640 le richieste di informazioni su questa particolare tematica.

LCA: di cosa si tratta

Come abbiamo ricordato in avvio, LCA è l’acronimo di Life Cycle Assesment, ovvero analisi del ciclo di vita. Nel caso di un’automobile, questo è racchiuso tra due estremi: l’estrazione delle materie prime che servono per produrlo e la sua demolizione, con lo smaltimento e il riciclo delle componenti. Nel percorso complessivo il veicolo è destinato a consumare energia e a dare luogo ad un impatto sul riscaldamento globale, emettendo gas serra, a partire dall’anidride carbonica.

Va però precisato che l’analisi del ciclo di vita di un’auto non dipende esclusivamente dal modello e dalle sue caratteristiche tecniche, ma anche dal modo in cui è prodotta l’elettricità destinata alla ricarica. Un conto è la sua provenienza da fonti rinnovabili, ben altro se invece viene prodotta con l’impiego di fonti fossili, molto più inquinanti. Un dato di fatto centrale in ogni processo che preveda l’impiego di energia elettrica.

A limitarne ulteriormente la validità è poi il fatto che dati come la produzione dei componenti o l’estrazione dei materiali necessari per la produzione di un modello non derivano da calcoli precisi o non sono resi noti dai produttori. Per bypassare questa difficoltà si utilizzano quindi dati medi, provenienti da enti di ricerca specializzati, con la conseguenza di rendere meno certo il risultato finale. Nonostante ciò, l’LCA è comunque considerato il migliore strumento al momento disponibile per poter capire l’effettivo impatto di un autoveicolo sull’ambiente, in quanto il solo a prendere in considerazione l’intero ciclo di vita di un modello.

La bontà dei test Green NCAP

Il motivo che spinge all’utilizzo dei test Green NCAP per giudicare l’impatto ambientale di un veicolo, è da ravvisare nel fatto che vengono svolti su strada con prove in grado di rivelarsi molto realistiche, a differenza di quanto accade coi tradizionali test di omologazione delle auto, portati avanti esclusivamente in laboratorio, limitandosi quindi alla teoria, o quasi.

Non si tratta di una questione secondaria. Notoriamente, infatti, lo stile di guida è in grado di incidere in maniera rilevante non solo sul consumo di carburante, ma anche di energia della vettura. Una differenza tale da diventare molto evidente in particolare per quanto riguarda le auto ibride ricaricabili, nelle quali la ricarica della batteria avviene con le stesse modalità dei modelli elettrici. Nel loro caso, infatti, le frequenti ricariche e la possibilità di viaggiare in modalità elettrica consente di contenere in maniera rilevante i consumi, i quali sono invece destinati a salire notevolmente nel caso in cui non si proceda alla ricarica, con conseguente passaggio al motore a combustione.

Nel caso delle auto convenzionali la combustione del carburante durante la guida rappresenta la fase più gravida di conseguenze nei confronti dell’ambiente. Se si passa ai modelli green, invece, la fase LCA destinata a impattare maggiormente a livello ambientale è rappresentata dal processo di produzione, soprattutto quello relativo alle batterie, con conseguente smaltimento al termine del ciclo vitale.

Il risultato finale va interpretato attentamente

I modelli che sono stati sottoposti al test sono le utilitarie e le auto di media cilindrata, ovvero facenti parte a pieno titolo dei segmenti B e C. Occorre tenere presente che le auto elettriche più piccole sono considerate migliori delle grandi per una serie di motivi: evidenziano infatti un peso minore, hanno consumi più limitati e necessitano di batterie più piccole. Per chi non abbia esigenze particolari possono quindi rappresentare la scelta più saggia, soprattutto da un punto di vista ambientale.

tabella auto elettriche

Alla fine delle prove, comunque, il risultato che ne esce sembra abbastanza univoco: i modelli verdi vanno a produrre il 30% in meno di gas serra rispetto agli altri, nel corso del ciclo di vita. Il risultato, però, deve essere raffrontato anche ai dati relativi all’utilizzo totale di energia. In questo caso se l’auto elettrica si conferma il veicolo migliore, il livello di competitività cala notevolmente, con dati di consumo quasi uguali.

In definitiva, il vero punto di forza evidenziato dalle auto elettriche rispetto a quelle tradizionali è l’alimentazione con energia proveniente da fonti rinnovabili. L’energia necessaria per alimentare i modelli elettrici deriva per larga parte da fonti rinnovabili, a differenza di quella necessaria per le vetture diesel o a benzina, le quali fanno ricorso a fonti fossili, con una sensibile riduzione di emissioni nocive.

Il dato che spicca, al termine di questa analisi, è quindi l’importanza di produrre energia elettrica con fonti rinnovabili. Un discorso che del resto non è limitato all’automotive, ma si estende anche a molti altri settori. Tanto da spingere l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA) a ricordare nel suo studio Net Zero by 2050 – A Roadmap for the Global Energy Sector (NZE 2050), pubblicato nel corso dello scorso anno, la necessità di giungere entro il 2050 a un livello di emissioni nocive pari allo zero, nel preciso intento di contenere ad un grado e mezzo la crescita della temperatura media globale.

Auto elettrica: a chi conviene realmente

I test che abbiamo riassunto sono in effetti interessanti, dando delucidazioni sul fatto che l’auto elettrica può rivelarsi una scelta conveniente a livello ambientale, a patto di utilizzare fonti rinnovabili per la sua produzione e nell’arco del suo ciclo di vita, cosa che al momento non è affatto scontata.

C’è poi un altro quesito che si dovrebbe porre chi è deciso a usufruire dei bonus proposti nel nostro Paese per l’acquisto di modelli green: passare all’elettrico è realmente conveniente? La risposta deve essere necessariamente articolata. Sono proprio gli esperti a dare preziose indicazioni in tal senso. Affermando ad esempio che:

  • la convenienza non dipende tanto dai chilometri percorsi, ma dove si guida. Chi lo fa in città tra continue frenate e stop, può limitare i consumi di energia, recuperando kW preziosi ad ogni rallentamento. L’autostrada rappresenta invece l’habitat meno indicato, in quanto la velocità costante non presenta mai la possibilità di recuperare energia;
  • occorre disporre di un garage in cui installare un wallbox, alla luce del fatto che l’infrastruttura di ricarica pubblica è ancora molto lacunosa.

Alla luce di queste problematiche, possiamo concludere che, al momento, l’auto elettrica presenta vantaggi per chi non percorre molti chilometri giornalmente, si sposta in ambito urbano e può ricaricare la vettura senza grandi problemi. Una riflessione al momento più importante di quella relativa al ciclo di vita di una vettura elettrica dal punto di vista ambientale.

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