La giornata di venerdì 8 luglio 2022 sarà probabilmente ricordata da molti cittadini canadesi alla stregua di una vera e propria distopia. Per molte ore, infatti, la rete Internet, i servizi bancari e i numeri di emergenza della polizia si sono ritrovati offline, causando vero e proprio panico in un gran numero di persone. A provocare il crash è stata una problematica interna a Rogers Communications, l’azienda che insieme a BCE Inc. e Telus domina il mercato del Paese nordamericano.

Occorre precisare anche come l’impatto di quanto accaduto sia stato effettivamente devastante. Nel corso dell’evento, infatti, e piattaforme di monitoraggio del traffico internet hanno osservato come l’efficienza della rete complessiva del Paese fosse attestata al 75% del dato normale. Global News ha riferito che alla luce della gravità della situazione il Canadian Center for Cyber ​​Security ha contattato Rogers per offrire la propria assistenza, in caso di bisogno.

È la seconda volta che un evento di questo genere si abbatte sulla compagnia negli ultimi 15 mesi. Nell’aprile dello scorso anno, infatti, migliaia di clienti si sono trovati a dover combattere per diverse ore con le interruzioni intermittenti dei servizi voce e dati wireless prima che l’azienda fosse in grado di ripristinare la piena operatività della propria rete. In quel caso l’interruzione del servizio si è verificato nel corso di un aggiornamento del software, fornito da Ericsson.

In questa occasione, però, sembra che il potere politico non abbia preso molto bene la cosa. Il ministro dell’industria canadese François-Philippe Champagne in un messaggio affidato a Twitter ha definito la situazione inaccettabile e ha affermato di essere in contatto con i CEO delle aziende operanti nelle telecomunicazioni, nel preciso intento di riuscire a trovare una soluzione in grado di evitare episodi analoghi nel futuro.

Cos’è accaduto in Canada

Le situazioni di disagio nelle 19 ore del disservizio sono state innumerevoli. Sono infatti stati colpiti tra gli altri i servizi di molte istituzioni finanziarie e bancarie canadesi, tra cui Toronto-Dominion Bank, Royal Bank of Canada e Bank Of Montreal, l’aeroporto internazionale di Vancouver, ove i viaggiatori sono stati impossibilitati a pagare il parcheggio, utilizzare gli sportelli bancomat del terminal o acquistare articoli presso i rivenditori aeroportuali e Air Canada, la maggiore compagnia aerea del Paese.

Tra le vittime dell’evento anche i piccoli pazienti dell’ospedale per bambini malati di Toronto, la cui direzione ha affermato che l’interruzione ha causato interruzioni al sistema di appuntamenti virtuale, costringendo gli addetti a richiamare le famiglie i quali avevano il loro appuntamento nelle ore del blackout a contattarle per la nuova prenotazione. Mentre lo Scarborough Health Network  della stessa città ha a sua volta chiesto a tutti i medici e al personale di svolgere il proprio turno fino a quando l’interruzione non è stata risolta.

Di fronte ad una situazione così grave, a Rogers Communication non è restato altro da fare che presentare le proprie scuse. Per farlo ha utilizzato il proprio sito ove è apparsa la lettera di scuse firmata dall’amministratore delegato, Tony Staffieri, in cui si legge: “Prendiamo questa responsabilità molto seriamente e oggi vi abbiamo deluso. Possiamo e faremo meglio“. Alle scuse, l’azienda canadese ha anche aggiunto rassicurazioni su prossimi miglioramenti all’infrastruttura e garantito il rimborso a favore degli utenti colpiti dai disservizi.

Il problema di Rogers Communications riapre la discussione sul settore

Rogers, come abbiamo già ricordato, è uno dei giganti del settore all’interno del Canada. Vanta infatti oltre 10 milioni di abbonati wireless e 2,25 milioni a Internet, rappresentando in particolare il principale fornitore in Ontario, la provincia più popolosa del Canada e sede del maggior centro urbano del Paese, Toronto. Rogers, BCE Inc e Telus Corp controllano circa il 90% della quota di mercato in Canada e ogni problema che li riguardi si ripercuote con grande forza su tutto il territorio nazionale.

Proprio quanto accaduto ha riportato d’attualità la questione relativa alla rete controllata da Rogers in ogni parte del Canada. Un tema che era stato molto dibattuto quando l’a società aveva addirittura cercato di estendere il suo dominio su Shaw Communications, all’inizio del 2020. L’offerta di venti miliardi di dollari era stata all’epoca bloccata in quanto avrebbe ulteriormente aggravato il problema della concentrazione in poche mani di un settore fondamentale come quello delle telecomunicazioni. Un problema reso ancora più evidente, e grave, dal fatto che le tariffe praticate dalle tre compagnie private in questione risultano tra le più elevate a livello mondiale.

Basta in effetti vedere i commenti sulla vicenda per capire come il blackout rischi di produrre danni molto maggiori di quelli che l’azienda ha ammesso, ma a suo carico. La prima reazione da sottolineare è stata quella di Vass Bednar, il direttore esecutivo del programma di master in politiche pubbliche della McMaster University: “L’interruzione sta illuminando la generale mancanza di concorrenza nelle telecomunicazioni in Canada”.

Cui ha fatto seguito quella di Anthony Lacavera, amministratore delegato di Globealive, società di investimento la quale aveva presentato un’offerta per conto di un provider wireless nel momento in cui Rogers Communications aveva cercato di conquistare Shaw: “L’interruzione di oggi illustra la necessità di una concorrenza più indipendente che guiderà più investimenti di rete, rendendo le interruzioni molto meno probabili”.

Considerata la furiosa reazione del governo canadese e il panico che ha colto un gran numero di cittadini nel corso del blackout, è probabile che nel corso delle prossime settimane la situazione del settore sia posta sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica, comportando provvedimenti legislativi in grado di spezzare quello che si sta presentando come una palese violazione del principio di concorrenza, a danno dei consumatori.

Da cosa può essere causata l’interruzione di Internet

Mentre la situazione sta tornando sotto controllo, rimane comunque la sensazione di panico che si è propagata a molte persone durante la cessazione del servizio. Uno scenario se non apocalittico, come nei film hollywoodiani, comunque inquietante per tutti coloro che magari lavorano con l’ausilio della rete. Tanto da spingere molti a di loro chiedersi da cosa possa dipendere l’interruzione di Internet.

Tra le maggiori cause in tal senso occorre ricordare in particolare l’attività di hacking, le configurazioni errate, una congestione della rete e persino le condizioni climatiche. Se questi sono gli eventi più frequenti non sono però i soli a poter condurre ad una giornata infernale come quella vissuta in Canada.

Tra i consigli dati dagli esperti alle organizzazioni che necessitano non solo di connettività Internet per PC e server, ma anche per telefoni VoIP, dispositivi POS, apparecchiature industriali e altri sistemi IoT (Internet of Things), c’è in particolare l’invito a mettere in campo un servizio di failover/backup Internet WAN, offerto da molti provider, sia grandi che piccoli. Si tratta di una modalità operativa di backup che prevede il supporto alle funzioni, si tratti di un processore, un server, un database o una connessioni Internet, da parte di un secondo sistema, in grado di entrare in azione ove il primo componente non sia disponibile a causa di errori o fermi programmati

Una tra le soluzioni alternative più gettonate è rappresentata dall’aggiunta di un router alla rete IT il quale passa al servizio alternativo una volta che venga rilevata un’interruzione. Nel caso in cui il provider sia un servizio cablato, il failover può essere un servizio Internet cellulare o via cavo.

Si tratta di una modalità sempre più in auge per un semplice motivo, ricordato da Ed Dubrovsky, CEO di Cypfer, azienda di Toronto che si occupa di recupero di incidenti, fornendo consulenze per ovviare alle problematiche: i grandi fornitori di servizi di comunicazione non sono immuni da attacchi informatici o guasti alle infrastrutture tecnologiche critiche.

Nell’epoca in cui la forza lavoro è sempre più remota, dopo la diffusione del Covid e le necessità sanitarie da questo indotte, affidarsi ad un’infrastruttura limitata in genere da un unico fornitore può rivelarsi imprudente, portando alla messa fuori uso di interi segmenti produttivi. Senza contare che la vulnerabilità creata da questi episodi può rivelarsi campo fertile per operazioni di hacking a danno di ospedali, banche e altri sistemi complessi necessari alla società. Argomento assolutamente condivisibile alla luce degli eventi canadesi.

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