Le previsioni della vigilia sono state confermate: saranno Fastweb e Aruba a realizzare il Polo Strategico Nazionale (PSN), linfrastruttura in cloud cui è affidata la trasformazione digitale della pubblica amministrazione nel nostro Paese. Il raggruppamento formato dalle due aziende ha infatti prevalso nella gara con il consorzio formato da Leonardo, Cassa Depositi e Prestiti (CDP), TIM e Sogei, che pure aveva promosso il progetto di digitalizzazione scelto dal ministero per la Trasformazione digitale il passato 27 dicembre.

La cordata sconfitta ha comunque a disposizione ora un lasso temporale di quindici giorni nel corso del quale dovrà decidere se far valere il proprio diritto di prelazione, derivante appunto dalla promozione del progetto, pareggiando l’offerta che ha prevalso, o meno.

Non sarà comunque un’impresa agevole, se si pensa che Fastweb e Aruba sono riuscite a garantire un ribasso sulla base d’asta pari al 39,19%, mentre il consorzio guidato dal gigante delle telecomunicazioni si è fermato al 23,36%. Una differenza quindi estremamente significativa tale da porre le due aziende momentaneamente al comando in una posizione di grande forza, in vista della volata finale.

Ad assolvere la procedura di assegnazione del progetto, che aveva una base d’asta di 4,4 miliardi di euro, è stata Difesa Servizi, la società in house del ministero della Difesa, sotto la vigilanza collaborativa dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Polo Strategico Nazionale: di cosa si tratta

La creazione di un Polo Strategico Nazionale è parte integrante della missione numero uno indicata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), andando a riguardare l’adozione del cloud nelle Pubbliche Amministrazione del nostro Paese con l’obiettivo di portarne il 75% a usare questa infrastruttura digitale entro e non oltre il 2026. Ad oggi, infatti, i dati degli enti pubblici sono parcheggiati in circa 11mila data center, il 95% dei quali caratterizzati da significative carenze per quanto concerne requisiti minimi di sicurezza, affidabilità, capacità elaborativa ed efficienza. Ad affermarlo è l’ultimo censimento dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Prima della definitiva migrazione, le informazioni dovranno essere suddivise in tre classi di rischio:

  • i dati strategici, a partire da quelli della Difesa, considerati i più delicati in assoluto, per ovvi motivi;
  • i critici, in particolare quelli di carattere sanitario, anch’essi bisognosi di particolari attenzioni;
  • e infine quelli ordinari, la cui esposizione non costituisce un eccessivo pericolo per la pubblica amministrazione.

Il complesso di dati in questione sarà gestito appunto dal Polo Strategico Nazionale, il quale sarà articolato mediante la presenza di almeno quattro data center dislocati in due regioni. Per poter migrare i propri dati e servizi, le aziende sanitarie locali e le principali amministrazioni locali avranno la possibilità di fare ricorso ai fondi del PNRR, che ammontano in questo caso a 1,9 miliardi di euro.

La realizzazione del PSN rappresenta uno dei tre obiettivi indicati all’interno della “Strategia Cloud Italia”, il complesso di iniziative che sono tese ad un rinnovo della pubblica amministrazione. Gli altri due sono la classificazione dei dati dei servizi pubblici e la migrazione degli stessi sul cloud.

Un risparmio notevole

Come ricordato in precedenza, la proposta di Fastweb e Aruba ha comportato un risparmio nell’ordine del 39,19% rispetto alla base d’asta. In pratica l’aggiudicazione è avvenuta sulla cifra di 2,8 miliardi di euro, con un risparmio rispetto alla cifra iniziale, quella posta come base d’asta, di 1,6 miliardi di euro, una cifra di grande rilievo soprattutto per un Paese ove la discussione sulla Legge di Bilancio si trasforma ogni anno in una sorta di psicodramma. Un risparmio il quale non comporta al tempo stesso alcun genere di contropartita in termini di qualità.

Anzi, come messo in rilievo dal raggruppamento che ha prevalso, se il consorzio formato da CdP Equity, Leonardo, TIM e Sogei vorrà subentrare alle stesse condizioni economiche, dovrà comunque rispettare le basi di un progetto il quale “rappresenta un’eccellenza dal punto di vista tecnico, di governance e di sicurezza nazionale.” Ora non resta quindi che attendere la reazione degli sconfitti per capire a chi spetterà l’onere di realizzare un servizio assolutamente strategico per l’Italia.

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