Sembra proprio che Elon Musk non ce la faccia a restare lontano da Dogecoin. Il più famoso sostenitore del meme coin e vera e propria locomotiva del DOGE train, il trenino composto da varie celebrità unificate dalla stessa passione, ha infatti nuovamente ribadito il suo appoggio al token inventato alla stregua di uno scherzo da Billy Markus e Jackson Palmer.

Il fondatore e CEO di Tesla lo ha fatto nel corso del Qatar Economic Forum, in scena come di consueto a Doha, ove ha rilasciato un’intervista sul tema a John Micklethwait, caporedattore di Bloomberg. A spingerlo in tal senso, secondo quanto dichiarato nella conversazione, sarebbe l’incoraggiamento di un gran numero di persone le quali non rientrano nella categoria dei miliardari di cui è capofila Musk. In particolare, a farlo sarebbero i dipendenti di Tesla e Space X, l’altra società da lui guidata, ogni volta che visita gli stabilimenti del gruppo

Le dichiarazioni in questione arrivano in un momento molto particolare. Nei giorni passati, infatti, è stata resa nota la notizia secondo la quale un investitore di DOGE, Keith Johnson, ha citato l’uomo più ricco del mondo presso il tribunale di Manhattan, affermando che lui e le società sotto il suo controllo, appunto Tesla e Space X avrebbero dato vita ad un disegno criminale teso a pompare artificialmente il valore del Dogecoin.

La richiesta elevata in qualità di risarcimento danni è assolutamente astronomica: 258 miliardi di dollari. Ove fosse accolta non basterebbe il patrimonio personale di Elon Musk, attualmente stimata intorno ai 200 miliardi, per poterla soddisfare. L’ennesimo record il quale è destinato a calamitare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla sua sempre più ingombrante figura.

Le dichiarazioni di Elon Musk sulla causa in corso

Lo stesso CEO di Tesla ha voluto affrontare il discorso relativo alla causa intentatagli da Keith Johnson, affermando al riguardo di non aver mai sostenuto che le persone dovrebbero investire in criptovalute. Se è vero che le sue società hanno acquistato Bitcoin, il quantitativo acquistato non rappresenta che una piccola parte della cassa di Tesla e Space X.

Al tempo stesso non ha però mai mancato di esternare il suo appoggio nei confronti di Dogecoin, il token da lui sempre sostenuto proprio per le caratteristiche di divertimento che sin dall’esordio ne hanno caratterizzato la vita. Non bisogna dimenticare, infatti, che il progetto è nato alla stregua di uno sberleffo nei confronti di quel mondo delle criptovalute che secondo i suoi co-fondatori si prendeva sin troppo seriamente.

Scherzo dopo scherzo, però, DOGE è diventato uno dei progetti più in vista in assoluto e oggi è accettato nei pagamenti non solo delle aziende di Musk, ma anche presso le sale cinematografiche facenti parte della galassia di AMC, e da altri punti vendita disseminati sul territorio o sul web i quali non esitano ad accettarlo sotto tale veste.

Un appoggio, quello dell’uomo più ricco del mondo, il quale è stato apertamente riconosciuto dalla folta e variegata comunità che si è creata intorno al progetto. Tanto che nel corso di un referendum su Twitter, come al solito sul filo della beffa, proprio Musk è stato indicato come il CEO ideale per l’azienda.

Elon Musk e criptovalute: una questione non proprio trascurabile

La questione del rapporto ormai controverso tra Elon Musk e criptovalute continua ad essere dibattuta ormai da anni e non depone eccessivamente a vantaggio delle seconde, le quali dimostrano di essere sin troppo esposte a fenomeni di distorsione del relativo mercato.

Una caratteristica la quale è del resto stata testimoniata in maniera eloquente dalla decisione presa nel marzo del 2021 da un trader di criptovalute londinese, Andrei Badoiu, ovvero la costruzione di un bot in grado di acquistare Bitcoin ogni volta che Musk twitta in relazione alla creazione di Satoshi Nakamoto. In pratica, il programma da lui ideato è in grado di aprire una posizione entro pochi secondi dal messaggio pubblicato su un social media in modo da trarne profitto.

Una correlazione la quale è stata ripetutamente stigmatizzata da più parti, inducendo più di una volta ad ipotizzare il reato di aggiotaggio e turbativa dei mercati nei confronti del numero uno di Tesla. Proprio per questo sarà molto interessante seguire gli sviluppi della causa intentata nei suoi confronti, per cercare di capire meglio i termini della questione.

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