Il geofencing rappresenta un’opportunità per aziende, privati ed organizzazioni: che si tratti di poter disporre di dati accurati sulla forza lavoro per le risorse umane, o di creare nuove possibilità di advertising localizzato, le potenzialità e gli scenari d’uso sono limitati soltanto dalla tecnologia attualmente utilizzata e dalla creatività.

In questo approfondimento proveremo a rispondere ai quesiti che più spesso le persone si chiedono quando cercano informazioni al riguardo: come funziona il geofencing, cos’è il geofencing, quali sono i rischi per la privacy, che vantaggi porta.

Geofence: cos’è, come funziona

Cos’è il geofencing?

Il geofencing è un servizio basato sulla localizzazione che consente ad un software che usa GPS, RFID, NFC, ZigBee o connettività Wi-Fi/cellulare di eseguire un’azione pre-programmata quando il dispositivo entra all’interno o oltrepassa una barriera virtuale geografica, detta anche geo-fence. Si tratta di un sistema di tipo IF/THEN (Se/Allora), ovvero che consente di eseguire un’azione quando una condizione viene soddisfatta.

netflix global presence geofencing

Un esempio classico che tutti possono comprendere è l’utilizzo di Netflix, che ha predisposto dei meccanismi di geofencing per rendere disponibili solo alcuni contenuti in determinati paesi: spesso capita che serie TV americane non siano disponibili in Italia, e viceversa. L’utilizzo del geofencing permette a Netflix di correre al riparo ed evitare di rendere disponibili contenuti in paesi in cui non è stato localizzata la serie o non sono stati pagati i diritti d’autore.

Come funziona il geofencing?

Il funzionamento del geofencing è molto semplice, in teoria: all’entrata o uscita all’interno di una determinata posizione geografica, fisica e reale, un software esegue un’azione specifica pre-programmata. Questa azione può essere definita sia dagli utenti che dagli sviluppatori di un determinato applicativo, ed ha svariati usi in campo commerciale ma anche nell’utilizzo personale ed aziendale.

geofencing google maps

Quando viene creata una barriera virtuale geografica, o geo-fence, si definisce il raggio d’azione geofencing. Supponiamo ad esempio di voler creare una barriera intorno alla nostra abitazione, impostando il nostro smartphone in modo tale da inviare un segnale ai nostri dispositivi domotici tramite rete cellulare quando il GPS del device entra nel raggio d’azione impostato. In questo modo, possiamo ad esempio attivare le luci in casa, il riscaldamento, musica e tanti altri servizi smart appena si varca la soglia dell’abitazione.

Esistono varie tecnologie per abilitare il geofencing, tra queste quelle più utilizzare riguardano l’utilizzo del GPS, di tag RFID, dell’NFC, del Wi-Fi o della rete dati cellulare. Il perimetro virtuale è di tipo dinamico, e consente di tracciare dispositivi al suo interno.

A cosa serve il geofencing?

Una pletora di usi sono possibili attraverso il geofencing e qui di seguito proveremo, solo in modo illustrativo, ad elencare alcuni dei casi più comuni in cui può essere utilizzato efficacemente questa tecnologia:

  • Marketing: i negozi fisici possono impostare una barriera virtuale intorno al negozio ed inviare promozioni in corso a dispositivi mobili quando gli utenti entrano fisicamente al suo interno. Inoltre, gli stessi negozi possono anche pubblicità tramite ad pubblicitari a seconda della loro posizione geografica.
  • Engagement: le tecniche di promozione o diffusione di informazioni tramite geofencing possono essere applicate con successo durante eventi in cui si radunano centinaia o migliaia di persone, come concerti, festival, fiere e altro. Ad esempio, durante un concerto, il geofencing può essere utilizzato per promuovere post social o dare informazioni utili.
  • Social network: le aziende possono utilizzare i social media e le barriere geografiche per promuovere contenuti basata sulla posizione fisica degli utenti. Pensiamo ad esempio a Snapchat e ai filtri basati sulla localizzazione: quando vengono utilizzati filtri particolari durante eventi o concerti, o storie che sono geograficamente pertinenti ad un determinato luogo, utilizzano strumenti legati al geofencing.
  • Smart home: grazie all’integrazione di hardware e software, sono sempre più gli elettrodomestici che si avvalgono di funzionalità geofencing per offrire maggiori funzionalità. Ad esempio, un termostato smart può attivarsi automaticamente quando apriamo la porta del garage, o quando siamo nei pressi della nostra abitazione; ancora, possiamo impostare le nostre luci smart in modo tale da spegnersi una volta al di fuori della nostra casa: le possibilità sono praticamente infinite.
  • Risorse umane: molte compagnie utilizzano il geofencing per monitorare i propri dipendenti, anche di coloro che sono costretti a lavorare in ambienti esterni agli uffici: è un modo efficiente per automatizzare i processi ed avere una chiara idea di quanto tempo è stato speso all’esterno, così da calcolare i costi correlati (extra per lavori esterni, trasferte etc).
  • Sicurezza e telemetria: le aziende possono installare dei perimetri smart intorno a zone critiche, e sapere esattamente se un veicolo o una persona entrano al suo interno, allertando così il personale di sicurezza. Un altro uso può essere legato all’utilizzo personale di dispositivi come smartphone: possiamo ad esempio impostare il nostro smartphone in modo tale da essere sempre sbloccato all’interno della nostra abitazione, ma non al di fuori di essa, richiedendo una password o un codice PIN.

Ci sarebbero tantissimi altri casi da poter contemplare, ma questo richiederebbe pagine e pagine di approfondimento: gli esempi che abbiamo riportato sono quelli più utilizzati, e mostrano chiaramente come l’utilizzo del geofencing può migliorare la qualità della vita e la sicurezza di aziende, persone e famiglie.

I vantaggi del geofencing

Sicuramente, uno dei vantaggi primari del geofencing è rivolto alle aziende o ai negozi, e riguarda il suo utilizzo per finalità di marketing. Grazie agli esempi che vi abbiamo mostrato in precedenza, è facile immaginare come sia possibile inviare contenuti pertinenti a potenziali clienti: un cliente in prossimità di un’attività può essere notificato di eventuali sconti o promozioni, ad esempio.

Un altro utilizzo riguarda la raccolta di informazioni, ad esempio per comprendere meglio le abitudini di spesa dei clienti, la capacità di acquisto e la motivazione. I dati singoli raccolti potrebbero non mostrare nulla, ma nel corso del tempo e in grandi quantità possono aiutare gli amministratori a prendere decisioni migliori e potenziare il loro modello di business.

Di seguito ecco una lista dei vantaggi principali che il geofencing può apportare a qualunque azienda/privato:

  • Collegare clienti e potenziali acquirenti con l’attività commerciale
  • Aggiungere valore al processo di vendita contestualizzando le offerte ed offrendo promozioni come sconti esclusivi o regali
  • Raccogliere importanti informazioni riguardo le abitudini e i dettagli di vendita dei negozi fisici
  • Monitorare in modalità remoto la forza lavoro
  • Monitorare gli spostamenti dei bambini, notificando i genitori se questi escono da una determinata area
  • Controllare e tracciare i trasporti su strada
  • Allertare efficacemente e in modo tempestivo il personale di sicurezza
  • Migliorare l’organizzazione di eventi attraverso alert in tempo reale 

Esistono anche svantaggi legati all’utilizzo della tecnologia: a seconda del metodo utilizzato per il tracciamento, può consumare molta energia sui nostri dispositivi mobili. C’è anche il rischio di essere letteralmente bombardati di notifiche, come accadeva spesso ai clienti Starbucks, i quali ricevevano una notifica pubblicitaria appena varcata la soglia dello shop.

Geofencing e la privacy

Nessuna grande tecnologia è priva di limitazioni o svantaggi: anche il geofencing ne ha, ma sono davvero pochi rispetto ai suoi vantaggi. Il geofencing è una tecnologia che richiede la partecipazione volontaria degli utenti: se il servizio non è attivo sui dispositivi da loro utilizzati, non produrrà alcun risultato. Questo è uno dei migliori punti a favore per la privacy: se gli utenti non sono interessati ad essere in qualche modo “tracciati” nelle loro abitudini di acquisto ad esempio, o non vogliono ricevere alert pubblicitari, possono disattivare questo tipo di notifiche.

Tracciando dove gli utenti sono localizzati rispetto ad oggetti fisici contenenti la tecnologia necessaria per il geofencing, si possono comprendere numerose informazioni che gli utenti potrebbero voler tenere nascoste.

Ad esempio, una geofence installata in prossimità di un ospedale potrebbe indicare la presenza di problemi di saluti personali o dei nostri familiari, se vengono tracciate visite con cadenza regolare.Stessa situazione nel caso di chiese, o bar con orientamento sessuale ben preciso: se una persona viene “beccata” a frequentare questi posti potremmo ricavarne che è un fervente religioso, oppure che fa parte della comunità LGBQT+.

Esistono già alcuni esempi di abuso di questa tecnologia, come è successo nello stato del Massachusetts dall’azienda Copley Advertising: questa compagnia ha installato una geofence intorno ad una clinica abortiva, la quale inviava alle donne un messaggio promozionale con metodi alternativi anti-aborto.L’azienda ha inoltre raccolto e poi inviato questi dati a compagnie terze, così da poter tracciare un profilo per selezionare in modo preciso un target per future campagne pubblicitarie.

In Europa la tecnologia geofencing è solo opt-in, ovvero gli utenti devono indicare esplicitamente il consenso al suo utilizzo. Nonostante questo, è una tecnologia che va utilizzata con cautela, perché i dati raccolti dalla localizzazione sono difficili da rendere anonimi; d’altra parte, le informazioni inviate da dispositivi come smartphone e tablet non condividono informazioni sensibili come nome utente o account. Nella maggior parte dei casi riguardano l’indirizzo IP e il posizionamento all’interno di uno spazio.

Come usare il geofencing su dispositivi mobili

  • Geofencing in Android: con app come IFTTT, Automate e Tasker è molto semplice settare geofence ed abilitare l’utilizzo di altre applicazioni. Tasker è quasi un linguaggio di programmazione, molto avanzato e che consente di poter davvero impostare su misura azioni con il geofencing, a seconda dei nostri gusti, ma ha una curva di apprendimento da superare prima di poter esprimere tutto il suo potenziale; IFTTT e Automate sono più semplici da utilizzare ma non per questo meno flessibili e ricche di funzioni, ad esempio si può utilizzare IFTTT per accendere le luci ed effettuare il backup di foto sul nostro account quando rientriamo a casa, le possibilità sono infinite.
  • Geofencing in iOS: con IFTTT e Comandi Rapidi possiamo definire azioni che utilizzano il geofencing sui nostri dispositivi iOS.
  • Geofencing in Google Maps: tramite le API disponibili per Google Maps possiamo usare il servizio per tracciare un perimetro geografico perfetto per le nostre esigenze, sia personali che aziendali. Servono ovviamente rudimenti di programmazione, ma le API sono gratuita e pubbliche, quindi alla portata di tutti.