Nello sviluppo di tutta l’infrastruttura di rete di Open Fiber, la parola d’ordine sembra essere “a prova di futuro“. L’azienda nelle mani a metà tra Enel e CdP non può infatti permettersi di investire miliardi di euro in un’infrastruttura in fibra ottica che nel giro di 5 – 10 anni non è più all’avanguardia.

Grazie ai colleghi di Wired, abbiamo avuto modo di scoprire il perché la rete Zion, composta da oltre 6300 KM di fibra ottica lungo tutta l’Italia, è la più avanzata mai realizzata e continuerà a esserlo, senza grosse modifiche, anche negli anni a venire.

Open Fiber fibra ottica FTTH

Il fulcro di tutto il progetto di Open Fiber è l’automazione e la scalabilità per sopperire a carichi incrementali nel corso del futuro.

“La nostra è una rete a prova di futuro”, afferma parlando di Zion. Nel senso che “abbiamo adottato una tecnologia che già oggi permette di introdurre delle portati a 100 o 200 giga. Ma che dal punto di vista dell’hardware è già pronta a scalare a 400 giga per singolo canale ottico. Detto in altre parole, la rete in fibra ottica è già in grado di assorbire l’aumento di traffico.

Ricordiamo che una serie di stime ha calcolato che in Italia passerà dai 379 petabytes mensili del 2016 agli 806 del 2021. La scalabilità quindi è essenziale per non incorrere in colli di bottiglia.

Ma il vero tocco di genio della rete Zion di Open Fiber è la gestione e l’aumento della portata attuabile da remoto e senza quasi alcun intervento da parte degli operatori. “Stiamo costruendo la rete in tutta Italia e guardiamo con attenzione alle tecnologie zero touch, spiega Angotti. Ad esempio la Roadm, acronimo che sta per reconfigurable add-on drop multiplexer. “È una soluzione che ci permette di modificare e instradare in modalità dinamica i percorsi ottici senza che sia necessario intervenire manualmente in campo”.

Insomma, il digitale e la rete in fibra ottica italiana non avrebbe potuto avere migliore azienda che Open Fiber.