Le AirPods sono probabilmente il prodotto Apple più riuscito degli ultimi anni, quindi posso capire sia l’attesa per il nuovo modello da parte degli utenti, sia la difficoltà di Apple di migliorare un prodotto che ha ben poco da migliorare.
Sia chiaro, non sto dicendo che siano perfette (tutt’altro), ma sono sicuramente il prodotto più riuscito della categoria ed hanno cambiato il tipo di utilizzo delle “cuffiette”.

La nuova generazione di AirPods arriva in una confezione molto simile alla generazione precedente, sulla parte frontale le scatole sono praticamente identiche, mentre su un lato sotto la scritta AirPods sul nuovo modello troviamo la scritta “Wireless Charging Case“.

Aperta la scatola, troviamo le nostre AirPods già riposte nel case, i vari manuali ed un cavo Lightning. Onestamente pensavo che Apple lo avrebbe rimosso vista la nuova modalità di ricarica, ma probabilmente il ritardo la cancellazione di AirPower li ha “costretti a scusarsi” in questo modo.

Recensione AirPods 2 (con ricarica wireless): Apple fa il compitino per rimanere al top 1

Anche il case esteticamente è quasi identico alla precedente generazione: si distingue solo per il LED di stato che è stato spostato sulla parte frontale, per la diversa posizione dell’unico pulsante fisico e per la cerniera metallizzata che non è più lucida ma opaca. Gli auricolari invece sono semplicemente identici ai precedenti: non c’è modo di distinguerli dai vecchi e quindi c’è il rischio in caso di acquisti sull’usato o sul ricondizionato.

Il case si può riconoscere con un po’ di attenzione, ma per gli auricolari è un azzardo: l’unico modo per verificare che si tratta di un nuovo modello è abbinarle, entrare nelle informazioni sullo smartphone e verificare la versione firmware, non hardware: infatti come versione hardware entrambe le generazioni riportano la versione 1.0.0, mentre il nuovo modello ha un firmware 1A671, diverso dal vecchio che riporta la 6.3.2.

Inoltre non potrete mixare gli auricolari: se inserite all’interno del case un auricolare 1st gen ed un altro 2nd gen, il case vi avviserà che avete gli auricolari non corrispondenti. Se li indossate invece, il 2nd gen funzionerà avendo la priorità, mentre il 1st gen no.

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Fatte queste dovute ed importanti precisazioni, vediamole un po’ più da vicino a partire dal case. Il case è compatto, piacevole in mano, ma anche molto scivoloso: per il primo giorno ho provato a tenerle sempre con me nella tasca dei miei pantaloni e sono cadute 3 volte mentre ero seduto, per fortuna senza danni e senza perderle. Consiglio un case per migliorare il grip sia in mano sia all’interno della tasca.

Voglio poi fare una considerazione personale: avrei voluto più scelta per quanto riguarda le colorazioni, amerei un modello nero, ma anche farle opache o rivestite di una copertura che ne aumenti il grip all’interno dell’orecchio mi avrebbero intrigato maggiormente.

Così invece non posso nemmeno farmi notare con l’ultimo modello!

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Scherzi a parte, l’esperienza di utilizzo è sostanzialmente la stessa: pairing immediato, connessione con tutti i dispositivi Apple davvero comodissima e stesso comfort d’utilizzo.

Chiariamo poi un aspetto importantissimo ai fini della valutazione generale: le AirPods sono senza dubbio la migliore soluzione per i dispositivi Apple, mentre su Android diventano un modello come tanti altri, ma che possono conquistare per il design e la tipologia di fit non in-ear.

Infatti sono inspiegabilmente l’unica vera opzione non in-ear del settore true wireless: Samsung, Xiaomi, Bose, Sennheiser, Sony e tutti gli altri brand importanti puntano ancora sulle in-ear, che sono senza dubbio più consigliate per lo sport e per il fit nel padiglione, ma sono quasi impossibili da tenere nell’orecchio per più di qualche ora per tantissimi utenti. La loro forma ed il loro fit non è cambiato con la nuova generazione: quindi se amavate le vecchie AirPods, amerete anche le nuove; se vi cadevano dalle orecchie, anche in questo caso la situazione non sarà cambiata.

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Comunque delle novità ci sono: a partire dal nuovo chip H1 che dovrebbe migliorare la velocità e la stabilità della connessione. Non notavo grossi problemi col precedente modello, ma con queste nuove AirPods devo ammettere che il range è migliorato, sembra soffrire meno anche i muri tra smartphone e cuffie, e noto anche meno interferenze e instabilità.

Inoltre il passaggio da un dispositivo all’altro, per esempio da iPhone ad iPad o verso Mac, ha un tempo d’attesa dimezzato. L’unico aspetto riguardante la connettività che non è migliorato è l’impossibilità di usare contemporaneamente le AirPods collegate a due dispositivi, per esempio iPhone e Mac: è semplice passare da un dispositivo all’altro, ma tanti modelli della concorrenza permettono ciò, quindi è inspiegabile perché Apple non si sia adeguata.

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Secondo miglioramento riguarda l’autonomia, e qui il passo avanti è stato gigante, contando soprattutto che gli auricolari sono delle stesse dimensioni: Apple dichiara 5 ore di riproduzione musicale continua e fino a 24 ore sfruttando la ricarica del case.
Vi porto la mia esperienza: ho fatto una live su Instagram con queste nuove AirPods, quindi attive sia in ingresso che in uscita, e dopo un’ora e mezzo erano entrambe attorno al 65%, quando solitamente con lo stesso utilizzo con il vecchio modelli mi ritrovavo attorno al 10%.

La prima generazione durava comunque abbastanza per il mio tipo di utilizzo, ma è innegabile che l’autonomia sia aumentata tantissimo, e questa è una comodità non da poco perché si riescono ad utilizzare per un’intera giornata lavorativa senza preoccuparsi di ricaricarle.

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La terza novità riguarda “Hey Siri”: sul precedente modello serviva un doppio tap su un auricolare per attivare Siri, mentre ora c’è la possibilità dell’attivazione tramite riconoscimento vocale. Piccola critica: non c’è nessun suono che mi confermi che Siri mi stia ascoltando, quindi i primi giorni ero abbastanza confuso e non ero sicuro che il comando fosse stato recepito.

Dopo qualche giorno ho iniziato a fidarmi e non ho notato problemi.
Ammetto che in passato usavo Hey Siri anche con le prime AirPods, semplicemente richiamandolo a voce tramite il riconoscimento dello smartphone nelle vicinanze, ma ora averlo integrato nelle AirPods 2 è sicuramente più comodo.

Siri non è una funzione che uso spesso, praticamente solo per chiamare qualcuno al volo senza prendere lo smartphone, ma ci sono state un paio di occasioni in cui avevo le mani impegnate e lo smartphone lontano, e questa nuova possibilità è risultata utile.

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La novità più attesa ed anticipata è però l’aggiunta della ricarica wireless: funziona senza problemi, i tempi di ricarica non sono proprio immediati ma comunque si ricaricano del tutto in circa 80 minuti su un tappetino wireless, un pochino di più dell’ora necessaria tramite cavo Lightning.

Peccato che il LED di stato dopo qualche secondo sul tappetino si spenga, costringendomi a controllare lo stato della ricarica dallo smartphone o aprendo la custodia. Inspiegabile.

Anche in questo caso è sicuramente un’aggiunta apprezzabile, anche contando che le dimensioni non sono aumentate, ma questa feature io ce l’avevo già. Infatti avevo acquistato un case che mi permetteva di ricaricare il vecchio modello semplicemente appoggiandolo sul tappetino wireless e funziona senza problemi: costa 14€ (ecco il link per acquistarlo) e sicuramente ha più senso questo acquisto rispetto al singolo case wireless che costa ben 89€!

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Nessuna novità per quanto riguarda invece la parte audio, con il solito sound delle AirPods, piuttosto nella media e certamente non entusiasmante: abbastanza nitide con buoni alti, indietro sui medi e sui bassi, con zero insonorizzazione ma anche zero latenza (nonostante Apple dichiari che la latenza sia migliorata, non notavo problemi col vecchio modello).

Comunque più che sufficienti per essere apprezzate dall’utente medio, ma non si scelgono per la resa sonora. Allo stesso tempo resta ottima la qualità in chiamata, con audio stereo e microfoni che funzionano alla perfezione: in questo siamo sempre al top.

Un altro aspetto dove Apple avrebbe potuto osare è quello dei comandi: non c’è ancora un modo per regolare il volume in maniera immediata (io uso Apple Watch ma non tutti possono vantare questa combo), mentre per fermare la riproduzione basterà estrarre un auricolare e le AirPods, grazie ai sensori di prossimità, capiranno il nostro gesto e la musica andrà in pausa.

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Ed eccoci giunti alle conclusioni: come dico nel titolo, Apple ha fatto il compitino, con piccoli upgrade apprezzabili ma che non stravolgono l’esperienza delle vecchie AirPods. Esperienza che resta più che positiva ma che potrebbe essere ancora migliore: con nuove colorazioni, un case meno scivoloso e gesture per il controllo del volume staremmo parlando di un prodotto davvero perfezionato.

Al contrario con una connessione più stabile, una maggiore autonomia e con case di ricarica wireless parliamo di un modello semplicemente migliorato, ma non di troppo. Sono migliorie minori, affinamenti, ma che non cambiano la percezione del prodotto.

Recensione AirPods 2 (con ricarica wireless): Apple fa il compitino per rimanere al top 10

Sono un prodotto da comprare? Se avete il precedente modello probabilmente no, a meno che non abbiate bisogno di ricarica wireless o di una batteria raddoppiata. Se invece siete al primo modello la risposta è semplice: sì, le AirPods restano sempre consigliabili, un punto di riferimento per il settore sotto tantissimi punti di vista, a maggior ragione oggi dopo questo refresh.

Però il prezzo è salito: o meglio, è aumentato per il modello top, con ricarica wireless, visto che serviranno ben 229€, mentre con il case standard siamo sugli stessi 179€ dell’anno scorso. Più che AirPods 2, siamo davanti ad AirPods S, un incremental upgrade che sa un po’ di minestra riscaldata. Eppure tanto basta ad Apple per rimanere al top.