Il rover Curiosity, che da quasi sei anni sta esplorando il suolo di Marte alla ricerca di possibili tracce di vita, ha trovato materiale organico risalente a circa 3,5 miliardi di anni fa. Anche se spesso le molecole di materiale organico, che contengono carbonio, idrogeno, azoto, ossigeno e altri elementi, sono associate alla vita, è possibile ottenere materiale organico anche attraverso processi non biologici, quindi non sono necessariamente indicatori della presenza di vita sul pianeta rosso.

Secondo Thomas Zurbuchen, amministratore associato dello Science Mission Directorate alla NASA, la scoperta del Curiosity apre la strada a nuove potenziali scoperte che renderanno ancora più entusiasmante l’esplorazione di Marte. Quello che ha scoperto il rover quindi è la conferma che circa 23,5 miliardi di anni fa anche su Marte ci sarebbero stati tutti gli ingredienti per dare origine alla vita. Le prossime missioni, che potranno contare su strumenti più evoluti in grado di scavare più a fondo nel suolo marziano, potrebbero trovare nuove conferme e maggiori dettagli su quanto è successo in passato.

Curiosity ha inoltre evidenziato delle variazioni stagionali del livello di metano nell’atmosfera marziana, con un picco nella calda stagione estiva e un minimo che viene registrato in ogni inverno marziano (sono già tre quelli trascorsi dal rover sul pianeta rosso).

Anche in questo caso l’origine del metano potrebbe essere chimica ma non è possibile escluderne una biologica. Con le missioni in arrivo nei prossimi anni alcuni di questi quesiti potrebbero essere chiariti. Per il momento dunque è impossibile stabilire con certezza se ci sia qualche segno di vita su Marte, ma i risultati ottenuti finora sono incoraggianti e confermano che gli scienziati sono sulla buona strada per avere una risposta.