Lo scontro tra Apple e Bruxelles si fa sempre più acceso. Dopo la dura presa di posizione di Cupertino contro il Digital Markets Act (DMA), la Commissione Europea ha ribadito la propria linea, sottolineando che la legge non sarà ritirata e che l’azienda dovrà adeguarsi alle regole già in vigore.

Il contesto: cos’è il DMA e cosa chiede ad Apple

Prima di andare a discutere la risposta dell’Unione Europea al comunicato diffuso da Apple, è bene andare a fare un breve recap su cosa sia il Digital Markets Act (DMA), identificato come il Regolamento UE 2022/1925, entrato in vigore in data 1 novembre 2022 ma effettivamente applicato dal 2 maggio 2023.

Questo regolamento, il cui obiettivo principale è rendere l’economia digitale più equa e contendibile, prende di mira le più realtà del settore che operano nell’UE, definendo alcune piattaforme come “gatekeepers” (controllori di accesso) a causa della loro posizione di mercato dominante in alcuni specifici settori.

I criteri per la designazione al ruolo di gatekeeper includono un fatturato di almeno 7,5 miliardi di euro nello Spazio Economico Europeo (SEE) per almeno tre anni, una capitalizzazione di mercato pari o superiore a 75 milioni di euro, 45 milioni di utenti attivi mensili nell’Unione Europea.

Tra i gatekeeper rientrano aziende grosse come Apple, Alphabet (ovvero Google), Amazon, ByteDance, Meta e Microsoft. Nello specifico del colosso di Cupertino, il suo ruolo come gatekeeper è stato riconosciuto nei servizi chiave come App Store, Safari e iOS: tutti questi servizi sono stati “aperti” da Apple all’inizio del 2024.

Nel caso specifico di Apple, il DMA ha già introdotto cambiamenti importanti: possibilità di scaricare app da store alternativi o dal web, utilizzo di motori di browser diversi da WebKit, scelta del browser predefinito, maggiore accesso alle API NFC.

Altre novità sono in arrivo. Tra queste, l’obbligo per Apple di garantire lo stesso livello di integrazione ai dispositivi di terze parti rispetto ad Apple Watch e AirPods. Proprio questo punto è stato definito da Cupertino “tecnicamente irrealizzabile” e pericoloso per la privacy degli utenti.

Apple al contrattacco

Nella giornata di ieri, come vi abbiamo raccontato in un articolo dedicato, Apple ha pubblicato una delle sue dichiarazioni più dure contro il DMA, arrivando a chiederne addirittura l’abrogazione.

L’azienda ha diffuso un comunicato stampa datato 24 settembre 2025 con cui il colosso di Cupertino chiede l’abrogazione del regolamento sui mercati digitali (Digital Markets Act, DMA), secondo l’azienda penalizzante nei confronti degli utenti europei in quanto legge che “non tutela il consumatore” sia per quanto concerne le funzionalità e la qualità dei servizi che per quanto concerne la sicurezza.

L’azienda ha portato come esempio la funzione Live Translation con AirPods, che sfrutta Apple Intelligence per tradurre conversazioni in tempo reale senza mai inviare i dati ai server. Estendere una funzione così complessa ad accessori non Apple, secondo l’azienda, rischierebbe di compromettere la riservatezza delle comunicazioni.

Cupertino ha inoltre puntato il dito contro i ritardi nel rilascio di alcune funzioni software in Europa, attribuendoli direttamente alle nuove regole del DMA. A detta dell’azienda, la normativa starebbe ottenendo l’effetto opposto rispetto agli obiettivi: meno scelta, minore differenziazione e concorrenza distorta.

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La replica della Commissione

La risposta dell’Unione Europea non si è fatta attendere. In una dichiarazione a POLITICO, il portavoce Thomas Regnier ha commentato con fermezza:

“Apple ha contestato ogni singolo punto del DMA fin dal suo ingresso in vigore. Questo mina la sua narrativa di voler cooperare con la Commissione.”

Regnier ha aggiunto che l’azienda avrebbe “snobbato” i tentativi di dialogo:

“Dopo due mesi di confronto, Apple è tornata da noi chiedendo di cancellare tutto. Comprendiamo che le aziende vogliano difendere i propri profitti, ma il DMA non riguarda questo.”

In un’intervista a France24, il portavoce ha poi chiarito che la Commissione non ha “assolutamente alcuna intenzione” di abbandonare la legge, ribadendo che le regole europee sono vincolanti e che le aziende sono obbligate a rispettarle.

La presa di posizione di Apple rappresenta la conferma che Cupertino vede pochi margini di manovra per sfuggire al quadro normativo europeo. Dall’altra parte, Bruxelles appare determinata a difendere la propria linea antitrust e la tutela dei consumatori.

Lo scontro tra Apple e Commissione Europea, insomma, sembra destinato a proseguire, con possibili ripercussioni non solo per gli utenti europei, ma anche per il futuro stesso dei modelli di business delle big tech.