Recensione Realme Band 2 – Dopo un esordio sicuramente rivedibile nel mercato delle smartband, Realme ci riprova con Realme Band 2, un modello completamente diverso dal predecessore sotto tutti i punti di vista a partire dal prezzo, che a mio avviso è uno dei suoi punti deboli. Ho avuto modo di provarla per alcuni giorni e oggi vi racconto com’è andata.

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Design attuale ma anonimo

Seguendo una tendenza ormai acclarata, anche Realme Band 2 utilizza uno schermo che rappresenta una via di mezzo tra uno smartwatch e le vecchie smartband. In questo caso abbiamo un pannello TFT, con una buona luminosità in ogni condizione, da 1,4 pollici con risoluzione di 167 x 320 pixel, più che sufficiente per leggere bene anche le scritte più piccole.

Pur essendo a mio avviso il design migliore per questo genere di prodotti, la proposta di Realme non ha nessun elemento in grado di distinguerla dalla concorrenza, che ha adottato questo design almeno un anno fa. Intendiamoci, la qualità costruttiva è molto buona, la plastica della cassa è di qualità, il cinturino è in TPU molto morbido e realizzato con materiali che non irritano la pelle.

Mi è capitato spesso infatti, anche con prodotti più costosi, di vedere la pelle arrossata sotto al cinturino, segno dell’utilizzo di materiali di bassa qualità o non perfettamente bio compatibili. Pur pesando appena 27 grammi, Realme Band 2 restituisce un senso di solidità inaspettato, a partire dal sistema di chiusura del cinturino. Piccola nota di demerito per il vetro protettivo, che trattiene le ditate in maniera impressionante, come si può ben vedere nelle immagini di questo articolo.

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Autonomia deludente

Le specifiche di Realme parlano chiaro: la batteria da 204 mAh garantisce circa 12 giorni di autonomia con la rilevazione continua del battito cardiaco. Sulla carta quindi dati ottimi, giustificati in parte dall’assenza della modalità Always On che avrebbe portato a risultati ben peggiori. La realtà dei fatti è però ben diversa, almeno nel mio caso.

Sarà per il numero di notifiche che ricevo (pur avendole limitate superano le 100 al giorno) o per l’accensione con la rotazione del polso che funziona giorno e notte, ma non sono mai riuscito a superare i 5 giorni di autonomia. Il risultato è decisamente deludente e molto distante sia da quanto promesso dal produttore sia da quanto hanno segnalato altri recensori, ma anche riducendo al minimo tutte le fonti di consumo (notifiche, misurazioni, intensità della vibrazione) le cose non sono migliorate. Di buono c’è che la ricarica è veloce, in poco più di un’ora la batteria torna al 100%, senza surriscaldamenti o problemi di alcun genere.

Peccato anche per l’assenza di una voce che permetta di impostare l’orologio sulle 24 ore, lasciando come unica opzione la modalità AM/PM che trovo particolarmente fastidiosa da utilizzare. Buono ma non impeccabile il touch screen, soprattutto nella parte bassa: mi è capitato più di una volta di voler premere la spunta per attivare una funzione e di toccare invece il tasto touch che fa tornare indietro, una cosa decisamente frustrante.

Buona invece la funzione di accensione dello schermo con rotazione del polso, anche se dalla rotazione all’accensione passa quasi un secondo.

Buon fitness tracker, manca il GPS

Se è vero che gli appassionati di sport o di attività all’aperto sceglieranno probabilmente uno sportwatch per registrare i loro progressi, è altresì vero che esistono in commercio smartwatch con ricevitore GPS a prezzi inferiori a quello di Realme Band.

Nel complesso comunque le funzioni di fitness sono parecchie e la precisione è buona. La certificazione per le immersioni fino a 5 atmosfere permette di usare la smartband anche sotto la pioggia o negli allenamenti più intensi, quando il sudore è abbondante. Il software risponde in maniera reattiva e nel complesso l’esperienza d’uso non è mai frustrante, se non per i casi che ho descritto in precedenza.

Scorrendo verso destra si entra nelle impostazioni rapide, che permettono di attivare la modalità non disturbare e di regolare la luminosità, oltre che di entrare nel menu completo delle impostazioni. Scorrendo verso sinistra invece accediamo a quattro widget, per vedere un riassunto dei dati fitness, i dati del sonno, la misurazione del battito cardiaco e le previsioni del tempo.

Le notifiche sono visibili scorrendo verso il basso, allo stesso modo del gesto utilizzato su uno smartphone, mentre scorrendo verso l’alto entriamo nel menu riservato alle applicazioni. È possibile registrare un’attività fisica scegliendo tra le oltre 90 a disposizione, senza però un ricevitore GPS. Per poter registrare la traccia è necessario avere con sé lo smartphone e sfruttare il GPS di quest’ultimo, a cui la smartband si connette tramite il Bluetooth 5.1. Assente qualsiasi altro tipo di connettività, visto che non troviamo il WiFi né tantomeno l’NFC.

Manca anche la possibilità di monitorare costantemente la saturazione così come il livello di stress, che vanno misurati manualmente. Funziona in automatico, e con risultati tutto sommato attendibili, il tracciamento del sonno i cui dati, così come tutti gli altri raccolti da Realme Band 2, possono essere letti anche sulla companion app da installare sullo smartphone.

Per il resto è possibile visualizzare le notifiche, senza la possibilità di rispondere, impostare sveglie, promemoria e timer, con la possibilità di impostare l’intensità della vibrazione.

In conclusione

Nonostante non abbia delle grosse criticità, a parte l’autonomia rivedibile, non mi sento di consigliarvi l’acquisto di Realme Band 2, a meno che non abbiate prodotti dell’ecosistema Realme. In questo caso infatti potete utilizzare la smartband per interagire con essi, attivando l’apposita opzione.

L’assenza di un ricevitore GPS e il prezzo di vendita, vicino ai 50 euro, lo mettono in diretta competizione con altri competitor più affermati e già presenti sul mercato da tempo. Se il prezzo dovesse scendere attorno ai 30 euro allora è sicuramente da acquistare. A seguire il link per l’acquisto su Banggood, che ringrazio per il sample utilizzato nei miei test.

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