Recensione COROS APEX Pro – Qualche settimana fa vi ho parlato di COROS,  compagnia americana che realizza sportwatch da pochi anni ma che si sta ritagliando il giusto spazio in un mercato apparentemente chiuso. Dopo avervi portato la recensione di COROS APEX 46, oggi tocca alla versione più evoluta, che colma le poche lacune del modello standard.

Ho quindi provato COROS APEX Pro per circa un mese, anche se un infortunio mi ha impedito di utilizzarlo per la corsa. L’ho quindi tenuto al polso in una dozzina di uscite in mountain bike, mettendolo alla prova col sole e con la pioggia, col freddo e col tepore primaverile e oggi vi racconto com’è andata.

COROS APEX Pro, una piacevole conferma

COROS APEX Pro

Anche se la scheda tecnica di COROS APEX Pro è quasi la stessa di COROS APEX 46, c’è un dettaglio che vi permette di distinguerli al primo sguardo: la versione Pro infatti dispone di tre tasti, uno in più rispetto alla versione normale. La corona, che sulla versione da 46 mm è posta in alto, nella versione Pro è al centro, con due tasti identici posti sopra e sotto.

Sicuramente ne trae beneficio l’ergonomia, soprattutto per il controllo delle funzioni. Il tasto superiore permette di accendere o spegnere la retro illuminazione, una funzione molto comoda soprattutto a letto o al buio, che non costringe a strani movimenti col polso. Resta la funzione di blocco automatico, che ho apprezzato soprattutto nelle mie uscite in bici. Tenendo lo sportwatch sul polso sinistro infatti, capita che i tasti vengano a contatto col bordo del guanto, causando (e con Garmin mi succede troppo spesso) il blocco delle misurazioni o altre funzioni indesiderate.

Rispetto a COROS Apex 46 questo Apex Pro può contare sullo schermo touch, attivo solamente durante la registrazione di attività sportive, utile quindi per passare rapidamente da una schermata all’altra, senza però snaturare la natura del dispositivo. La scheda tecnica, come vi dicevo, è sostanzialmente la stessa, con alcune differenze.

Recensione COROS APEX Pro, difficile chiedere di più 1

Si parte da una maggiore autonomia, ma di questo vi parlerò meglio tra poco, ma gli appassionati di sport apprezzeranno anche la presenza del monitoraggio in tempo reale, 24 ore al giorno, del livello di ossigeno nel sangue, per avere un dato ancora più accurato sul proprio stato di forma. Va inoltre precisato che APEX Pro è dotato di un sistema di monitoraggio dell’acclimatamento all’altezza, per segnalarci quando è il caso di fermarsi durante un’arrampicata o una salita particolarmente impegnativa e scendere a quote più basse.

Chi utilizza lo sportwatch per escursioni, ma anche per lunghe pedalate sui sentieri di montagna, apprezzerà la possibilità di caricare mappe personalizzate, utilizzabili in modalità offline. In questo modo saprete sempre come tornare al punto di partenza, ma potrete anche scoprire sentieri nuovi e nascosti ed evitare di imboccar strade chiuse o sentieri particolarmente pericolosi.

Il sistema di mappe permette inoltre di creare dei check point o di allenarsi su un percorso passando per dei punti stabiliti, funzione molto utile, ancora una volta, per chi percorre sentieri o si allena spesso in aperta campagna.

Recensione COROS APEX Pro, difficile chiedere di più 2

Sempre pronto e preciso

Uno sportwatch deve sempre essere pronto all’azione e COROS APEX Pro non delude da questo punto di vista. L’allineamento con i satelliti è rapidissimo, grazie al supporto ai cinque principali sistemi di navigazione: GPS, GLONASS, Galileo, Beidou e QZSS. Avviando la modalità di registrazione prima di partire per le mie pedalate, ho giusto il tempo di allacciare il caschetto e infilare i guanti e il COROS è pronto alla partenza, con qualsiasi condizione di tempo. E qualche volta è riuscito ad agganciare i satelliti anche mentre scendevo le scale che portavano al garage.

Messo a confronto con il mio Garmin Forerunner, che da un paio d’anni mi accompagna nei miei allenamenti, COROS APEX Pro ha mostrato tutta la sua precisione, creando delle tracce a volte anche più accurate del rivale, soprattutto andando a guardare i piccoli dettagli. Le tracce sono regolari, senza particolari deviazioni rispetto al percorso reale, anche quelle fuori pista o nei single track, che in alcuni casi possono dare problemi.

Anche la misurazione della distanza percorsa è molto precisa, anche con dei riscontri visivi presi con la segnaletica stradale (almeno nei tratti su asfalto), e non ho mai avuto particolari sorprese. Molto utile la funzione di auto stop, che mette automaticamente in pausa la registrazione quando ci fermiamo, molto utile se arrivate a un semaforo, a un attraversamento, o se più semplicemente volete fermarvi per una pausa, per allacciarvi una scarpa o per riempire la borraccia.

Ho apprezzato parecchio anche il cinturino montato sul mio sample: niente gomma o silicone, quanto piuttosto un cinturino in nylon con chiusura a strappo, che non lascia segni sulla pelle e che permette in un attimo di regolare l’aderenza, cosi da tenerlo più lasco e comodo durante il giorno e più stretto durante gli allentamenti.

Ottima la libertà di personalizzazione dei quadranti, che grazie allo schermo touch possono essere raggiunti più semplicemente. È possibile averne fino a sei, ognuno on le proprie informazioni, per avere sempre a portata di sguardo i dati più importanti. Ogni quadrante può mostrare fino a sei campi, con decine di dati selezionabili, così da poter gestire al meglio gli allenamenti o le gare. Ovviamente è possibile cambiare completamente impostazioni a seconda dello sport scelto (sono 24 in tutto) così da visualizzare solo le informazioni necessarie per ogni disciplina.

E al termine dell’allenamento è possibile caricare tutto sul proprio smartphone, attraverso il Bluetooth, così da poter analizzare con calma i dati raccolti. È inoltre presente una piattaforma web che consente di studiare i dati dal proprio computer, con uno schermo più grande, così da poter capire come e dove migliorare. Non manca ovviamente la possibilità di collegarsi al proprio account Strava, per potersi confrontare con altri atleti della zona e sfidarsi a conquistare l’ultimo KoM (o QoM).

Autonomia da sogno

L’autonomia era stato indubbiamente l’aspetto che più mi aveva impressionato su COROS APEX, per cui mi aspettavo le stesse prestazioni, forse lievemente inferiori, anche per la versione Pro. Le mie aspettative non sono andate deluse e l’autonomia, pur non raggiungendo gli estremi della versione standard, è decisamente strepitosa.

Va considerato che in quasi un mese l’ho caricato una prima volta appena mi è arrivato e una seconda volta dopo circa 15 giorni. Al momento in cui sto scrivendo questa recensione sono trascorsi 15 giorni dalla ricarica e la batteria è al 34%, quindi ha tutto il potenziale per durare un’altra settimana. La ricarica non è velocissima, avendo richiesto circa un paio d’ore, ma

La prima carica ha evidentemente risentito di qualche aggiornamento firmware e di un utilizzo più intensivo, avendo effettuato qualche sessione di allenamento in più. Nella prima parte dei miei test inoltre “giocato” parecchio con le impostazioni per scoprire tutte le funzioni e indubbiamente questo ha inciso sull’autonomia.

Nel complesso comunque non posso che dirmi soddisfatto, è possibile dimenticarsi di avere lo sportwatch al polso visto che la carica è un’operazione davvero poco frequente. Devo inoltre dire che il dato sulla batteria è davvero preciso: mi è capitato di uscire con due smartwatch, per il classico confronto, e di avere il COROS con il 9% della batteria e il Garmin che uso abitualmente con il 16%. Dopo una pedalata di poco superiore ai 60 minuti ho scoperto che il Garmin si era spento dopo circa 30 minuti, mentre COROS APEX Pro aveva fatto il suo lavoro e aveva ancora il 4% di batteria, un dato che mi ha sorpreso non poco.

I dati che vi ho riportato sono riferiti a un uso continuativo, 24 ore su 24, con le notifiche sempre attive, senza modalità Non Disturbare e con almeno 5 ore di GPS a settimana, anche se in alcuni casi l’utilizzo è stato superiore. Se doveste decidere di utilizzarlo come semplice sportwatch/orologio, senza quindi attivare le notifiche dallo smartphone è probabile che l’autonomia sia destinata a salire notevolmente, per cui è possibile arrivare anche a un mese con una singola carica.

In conclusione

Avevo apprezzato sinceramente COROS APEX 46 e di conseguenza non posso che adorare anche COROS APEX Pro, che riprende di fatto tutti i vantaggi e i punti di forza del modello normale, aggiungendo alcune funzioni decisamente utili che ne fanno un acquisto quasi obbligato per chi fa trail running o mountain bike, grazie alla possibilità di caricare le proprie mappe.

Potete acquistare COROSO APEX Pro da Gravity Distribution, il distributore italiano autorizzato che ringraziamo per il sample utilizzato in questi test, al prezzo di 399,99 euro, spese di spedizione incluse, utilizzando questo link.