Dal prossimo mese entra in vigore una nuova misura volta ad incentivare l’utilizzo delle carte di pagamento a scapito dei contanti: gli esercenti attività commerciali, arte e professioni, infatti, potranno godere del credito d’imposta che maturerà sulle commissioni addebitate per le transazioni effettuate dai clienti con tali strumenti.

A stabilirlo è l’art. 22 del decreto-legge n. 124 del 2019, con cui è stato istituito un credito d’imposta pari al 30% delle commissioni addebitate per transazioni effettuate dai clienti con carte di pagamento a decorrere dal 1° luglio 2020.

Possono beneficiare di tale misura soltanto gli esercenti attività di impresa, arte o professioni con ricavi o compensi nell’anno di imposta precedente inferiore a 400.000 euro.

Come funziona il beneficio con le carte di pagamento

Il credito di imposta è dovuto entro determinati limiti imposti dalle norme comunitarie in materia di aiuti de minimis:

  • 200.000 euro nell’arco di tre esercizi finanziari
  • 15.000 euro per le imprese che producono prodotti agricoli
  • 30.000 euro per le aziende che operano nel settore della pesca e dell’acquacoltura

Tale beneficio può essere utilizzato soltanto in compensazione mediante modello F24 dal mese successivo a quello in cui sono state effettuate le spese (quindi da agosto 2020).

I soggetti che emettono le carte di pagamento invieranno telematicamente all’Agenzia delle Entrate i dati relativi alle varie transazioni, così da consentire a quest’ultima di verificare la spettanza del beneficio.

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