Amazon mette in pausa le consegne con i droni in Italia. La notizia arriva con una nota ufficiale del colosso dell’e-commerce che annuncia la sospensione del progetto di consegna dei pacchi tramite velivoli senza pilota nel nostro Paese, dopo le sperimentazione avviate nello stabilimento di San Salvo, in Abruzzo.
La decisione sembra arrivare come un fulmine a ciel sereno, ma si inserisce in un contesto più ampio fatto di valutazioni strategiche e, probabilmente, anche di un quadro normativo ed economico meno favorevole rispetto ad altri mercati. Amazon spiega di aver deciso di interrompere il progetto Prime Air a seguito di una revisione interna: pur riconoscendo il dialogo costruttivo e i progressi ottenuti insieme alle autorità aerospaziali italiane, la società sottolinea come l’attuale contesto operativo in Italia non garantisca, almeno per ora, le condizioni necessarie per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Amazon Prime Air prosegue a gonfie vele negli altri Paesi
Se in Italia Amazon Prime Air è stato rimandato a data da destinarsi per ragioni più ampie e che, nel dettaglio, non ci è dato sapere, il programma prosegue senza intoppi negli Stati Uniti e nel Regno Unito. In entrambi i mercati sono già attivi voli di test e vere e proprie consegne commerciali, che secondo l’azienda sono state ben accolte dai clienti. L’impegno in Italia non è stato però accantonato, con oltre 25 miliardi di euro investiti negli ultimi 15 anni, più di 19.000 dipendenti diretti e oltre 60 siti operativi sul territorio nazionale.
La sospensione del progetto Amazon Prime Air non ferma però lo sviluppo legato ai droni. A partire da gennaio 2026 sarà infatti operativo lo “u-space San Salvo”, il primo in Europa. Si tratta di una porzione di spazio aereo pensata per integrare in modo sicuro i voli tradizionali con quelli da remoto, un sito di test per rendere possibile l’utilizzo dei droni in contesti reali. Nonostante il passo indietro di Amazon, dunque, l’iniziativa resta in piedi e potrebbe aprire la strada ad altri operatori.
L’ENAC, l’ente nazionale per l’aviazione civile e garante della sicurezza dei cieli italiani, ha confermato di aver ricevuto da Amazon una rinuncia formale al progetto, definendo la decisione come una “notizia inattesa”. Il progetto, dunque, non è stato accantonato sul piano tecnologico, ma rinviato a tempi migliori.
La consegna con i droni in Italia era stata presentata per la prima volta nell’ottobre del 2023 a Seattle, segnando la prima estensione del programma Amazon Prime Air al di fuori degli Stati Uniti, dove il colosso ha continuato a migliorare il servizio. Nel 2024 sono arrivate negli USA le prime consegne nei condomini e la distribuzione di medicinali, uno degli obiettivi più delicati ma anche più promettenti di questa tecnologia.
Il drone pensato per il territorio italiano, il modello MK30, sarebbe stato in grado di trasportare pacchi fino a 2,5 kg e coprire una distanza massima di circa 12 km dal punto di partenza. La sensazione, quindi, è che l’Italia al momento resti un territorio interessante per Amazon, ma non ancora una vera e propria priorità commerciale. In attesa che il contesto generale diventi più favorevole, dunque, noi italiani dovremo rinunciare alle consegne tramite droni.
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