L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una multa complessiva di 4,2 milioni di euro a Sky Italia per tre distinte pratiche commerciali scorrette accertate dal Garante, tutte ritenute in violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del consumo. Tali violazioni riguardano sia gli aumenti poco trasparenti degli abbonamenti TV, sia le offerte “per sempre” di NOW che, in realtà, non lo erano affatto. Facciamo chiarezza.

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Sky multata per tre pratiche scorrette accertate dall’AGCM

La prima infrazione riguarda le comunicazioni di aumento dei costi degli abbonamenti TV nei mesi di aprile e maggio 2024. Secondo l’AGCM, Sky ha informato gli utenti in modo ingannevole, nascondendo l’avviso nella quarta e ultima pagina della fattura, dopo il riepilogo dei costi e persino una locandina pubblicitaria. La nota, inoltre, non chiariva correttamente le modalità di recesso gratuito: si parlava di possibilità di recesso “in qualunque momento”, ma poi veniva indicata una data limite, oltre la quale scattavano penali.

La seconda pratica riguarda NOW, la piattaforma streaming del gruppo le cui offerte pubblicizzate con lo slogan finché non disdici lasciavano intendere che il prezzo sarebbe rimasto invariato nel tempo. In realtà, nel luglio 2024 Sky ha aumentato i prezzi, avvalendosi della clausola di modifica unilaterale del contratto. L’AGCM ha stabilito che questa comunicazione ha indotto i consumatori in errore, convincendoli a sottoscrivere abbonamenti con condizioni economiche che non sarebbero state mantenute.

La terza violazione riguarda le offerte di retention ovvero proposte vantaggiose per trattenere clienti in scadenza o in procinto di disdire. Secondo l’Autorità, Sky avrebbe promesso bonus e sconti che non sono poi stati applicati in fattura, giustificando la discrepanza con problemi tecnici o errori del sistema. In sostanza, le condizioni prospettate al cliente differivano da quelle effettivamente addebitate.

Le sanzioni e le attenuanti riconosciute

Inizialmente, l’ammontare totale delle sanzioni era così ripartito:

  • 2,5 milioni di euro per gli aumenti di prezzo poco trasparenti.
  • 1 milione di euro per le offerte “per sempre” di NOW.
  • 2 milioni di euro per le pratiche scorrette legate alle offerte di retention.

Tuttavia, il Garante ha riconosciuto a Sky alcune circostanze attenuanti, come le iniziative di rimborso e la gestione dei reclami. Di conseguenza, le sanzioni sono state ridotte rispettivamente a 2 milioni, 800.000 euro e 1,4 milioni di euro, per un totale di 4,2 milioni di euro.

La risposta di Sky

In una nota ufficiale, l’azienda ha espresso sorpresa per la decisione dell’AGCM:

“Siamo stupiti dalla sanzione comunicata oggi dall’Autorità, perché arriva nonostante le azioni messe in campo da Sky con l’obiettivo condiviso di rafforzare ulteriormente la trasparenza dei processi aziendali e di porre sempre il cliente al centro. Restiamo convinti della correttezza del nostro operato e ci riserviamo di valutare tutte le azioni necessarie nelle sedi più opportune.”

Più in generale, il provvedimento rappresenta un segnale chiaro per tutto il settore della pay TV e dello streaming, in un periodo in cui gli aumenti di prezzo e le rimodulazioni contrattuali sono diventati sempre più frequenti. L’AGCM ribadisce così la necessità di una comunicazione trasparente e verificabile, soprattutto quando si tratta di offerte presentate come permanenti.

Per Sky, che da anni cerca di bilanciare le sue strategie tra televisione tradizionale e piattaforme digitali, la multa rappresenta non solo un costo economico, ma anche una sfida reputazionale, in un mercato sempre più competitivo dove la fiducia degli utenti è parte essenziale del servizio.

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