Sette anni fa Amazon annunciava uno dei suoi progetti più visionari: creare la rete di comunicazione satellitare più avanzata mai costruita. Oggi quel progetto cambia nome e identità. Quello che per anni è stato conosciuto come Project Kuiper, in riferimento alla Fascia di Kuiper ai confini del sistema solare, diventa ufficialmente Amazon Leo, un marchio più diretto e comprensibile, che richiama i satelliti in Low Earth Orbit (LEO), ossia in orbita terrestre bassa.
Il rebranding non è solo una mossa estetica: segna il passaggio da una fase sperimentale a una pienamente commerciale, proiettando Amazon verso il debutto sul mercato globale della connettività satellitare previsto per il 2026. Come già accaduto con altri progetti storici del colosso di Seattle, anche Kuiper era nato come nome in codice interno quando il team era composto da pochi ingegneri e molte idee su carta. Oggi quel gruppo è diventato un’organizzazione industriale con una delle più grandi linee di produzione satellitare al mondo.
Indice:
Un nome, una visione: Amazon Leo
Il nome Leo non è casuale. Oltre a rimandare all’acronimo LEO, evidenzia la caratteristica principale della costellazione: satelliti che orbitano tra i 590 e i 630 chilometri di altitudine, una distanza molto inferiore a quella dei satelliti geostazionari tradizionali (circa 36.000 km). Questa scelta comporta vantaggi significativi in termini di latenza e velocità di scambio dati, due parametri fondamentali per le applicazioni moderne — dal gaming in cloud alla videoconferenza, fino ai servizi critici per aziende e pubbliche amministrazioni.
Secondo Rajeev Badyal, vicepresidente di Amazon Leo, la decisione di abbandonare la denominazione Kuiper riflette la maturità tecnologica raggiunta: “Siamo passati da un’idea su un tavolo da disegno a una rete pronta a connettere milioni di persone e imprese in tutto il mondo”. Il progetto si trova ora nella fase di espansione più ambiziosa mai vista nel settore satellitare.
Una rete globale in costruzione
Amazon Leo ha già raggiunto traguardi importanti. All’inizio del 2025 la costellazione contava oltre 150 satelliti operativi, lanciati grazie a una serie di missioni che hanno coinvolto i principali vettori spaziali, inclusi Falcon 9 di SpaceX, Atlas V e i lanciatori Ariane. Il piano a lungo termine prevede il dispiegamento di più di 3.000 satelliti, connessi tra loro tramite link ottici ad altissima velocità e supportati a terra da una rete globale di stazioni gateway.
Questa infrastruttura consentirà di offrire una copertura continua e una capacità di rete scalabile, destinata a competere direttamente con Starlink di SpaceX, che oggi domina il mercato con oltre 7.600 satelliti e più di 8 milioni di utenti attivi in 150 Paesi. Ma Amazon ha una differenza sostanziale nella sua strategia: Leo punta con decisione al settore enterprise e istituzionale, con soluzioni pensate per compagnie aeree, operatori di rete, governi e realtà industriali che necessitano di connettività sicura e a bassa latenza.
Le antenne intelligenti di Amazon Leo
Uno degli aspetti più innovativi del progetto è rappresentato dai terminali utente, le antenne che permettono di ricevere e trasmettere il segnale dai satelliti. Amazon ha sviluppato tre modelli distinti: Leo Nano, Leo Pro e Leo Ultra.
- Leo Nano è pensato per utenti privati e piccole imprese, con velocità fino a 100 Mbps e un ingombro ridotto, adatto anche a installazioni mobili o temporanee.
- Leo Pro si rivolge a realtà aziendali che richiedono maggior stabilità e banda, offrendo connessioni fino a diverse centinaia di Mbps.
- Leo Ultra, infine, rappresenta il fiore all’occhiello della linea: è la prima antenna phased array commerciale in grado di garantire velocità nell’ordine del gigabit, con una latenza paragonabile alle connessioni in fibra ottica.
Le antenne phased array utilizzano centinaia di piccoli elementi elettronici che orientano il fascio radio senza muovere meccanicamente il dispositivo. Questo consente una risposta istantanea e una migliore stabilità anche in condizioni di movimento, come nel caso dei velivoli o delle navi.
I partner strategici e i primi test sul campo
La rete Leo non è un progetto isolato, ma un ecosistema che coinvolge già numerosi partner in diversi settori. Tra i principali figurano JetBlue, che utilizzerà la rete per offrire connettività Internet in volo; L3Harris, attiva nel campo della difesa e delle comunicazioni governative; DIRECTV Latin America e Sky Brasil, impegnate a estendere la copertura televisiva e dati in aree rurali; e NBN Co., l’operatore della rete nazionale australiana, che userà Leo per raggiungere le zone più remote del continente.
Secondo Amazon, la fase pilota del servizio partirà entro la fine del 2025 con un gruppo di clienti selezionati in ambito enterprise, mentre l’apertura al pubblico è prevista nel corso del 2026. L’obiettivo finale è offrire una connessione satellitare con prestazioni comparabili a quelle terrestri, ma disponibile ovunque, dalle metropoli ai deserti, dalle foreste alle regioni polari.
Amazon e la sfida a Starlink
Il confronto con Starlink è inevitabile. SpaceX ha avuto il vantaggio di una partenza anticipata e oggi rappresenta lo standard di riferimento per la connettività satellitare. Tuttavia, Amazon Leo porta in campo risorse immense: la potenza logistica e infrastrutturale del gruppo, la capacità di produzione in serie e un’integrazione stretta con i servizi cloud di AWS (Amazon Web Services).
Immaginando un futuro in cui i satelliti Leo si collegheranno direttamente al cloud AWS, si aprono scenari straordinari per applicazioni a bassa latenza: dall’elaborazione edge distribuita all’IoT industriale, fino alle reti private di nuova generazione. In questo senso Amazon sembra voler costruire non solo una rete di connettività, ma una piattaforma orbitale di servizi digitali.
Una nuova frontiera per la connettività globale
Il cambio di nome da Project Kuiper a Amazon Leo rappresenta una trasformazione simbolica ma profonda. Da un lato c’è la continuità con la visione originaria — colmare il divario digitale e portare Internet a chi oggi ne è privo — dall’altro c’è il passaggio a un nuovo livello di concretezza industriale.
Oggi Leo non è più un esperimento, ma una tecnologia pronta a entrare in servizio. Con oltre 1.000 dipendenti dedicati, una fabbrica di satelliti a Redmond e un sistema di test operativo, Amazon punta a estendere la rete su scala planetaria già entro pochi anni. L’obiettivo è semplice ma ambizioso: rendere l’accesso a Internet veloce, stabile e universale, indipendentemente dal luogo e dalle infrastrutture locali. Se Project Kuiper rappresentava il sogno di un laboratorio, Amazon Leo è la sua realizzazione concreta: un’infrastruttura orbitale che promette di cambiare il modo in cui concepiamo la connettività globale, con un impatto potenzialmente rivoluzionario su economia, educazione e sviluppo tecnologico.
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