Negli ultimi mesi Nintendo ha dimostrato con sempre maggiore chiarezza di voler presidiare anche il mondo cinematografico, una scelta che molti hanno letto come un naturale passo evolutivo dopo il clamoroso successo, sia culturale che economico, di The Super Mario Bros. Movie, capace di incassare oltre 1,36 miliardi di dollari nel mondo, aprendo la strada a un vero e proprio ecosistema narrativo che non si limita più allo spazio del videogioco.

In una recente intervista concessa a Nintendo Dream Web, Shigeru Miyamoto (il creatore di Super Mario, The Legend of Zelda, Donkey Kong e Pikmin) ha messo nero su bianco le ragioni profonde di questa nuova direzione, spiegando che l’intento principale non è soltanto espandere il business, ma soprattutto preservare ciò che definisce l’eredità emotiva delle IP Nintendo.

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Nintendo punta sui film per preservare la sua eredità

Miyamoto ha ricordato che i videogiochi, per loro natura, possono diventare obsoleti man mano che nuove versioni li sostituiscono, oppure quando l’hardware originario smette di essere supportato, generando quello che lui descrive come un senso di perdita quasi inevitabile per l’autore. In altre parole, un titolo iconico può persino rimanere tecnicamente giocabile in contesti museali come il nuovo Nintendo Museum di Kyoto, ma quella forma di conservazione, secondo il designer, non è sufficiente a restituire l’identità completa dell’opera né la sua portata culturale originaria.

I film al contrario, non richiedono supporti specifici, rimangono facilmente fruibili nel tempo e soprattutto fissano in maniera indelebile l’immaginario di un personaggio o di una saga, permettendo alle generazioni successive di riscoprirli proprio come oggi accade con i classici dell’animazione.

È interessante notare come questa strategia arrivi dopo un lungo periodo in cui Nintendo aveva preferito evitare gli adattamenti live action, complice anche la ricezione negativa del primo film Super Mario Bros. del 1993; per anni infatti l’azienda si è limitata a progetti minori, spesso legati al mercato giapponese o alle produzioni animate del franchise Pokémon, senza spingersi verso una vera espansione cinematografica.

Solo il risultato del film del 2023 ha dimostrato che l’idea funziona anche su scala globale, convincendo Nintendo ad approvare un sequel in arrivo nelle sale il 3 aprile del prossimo anno e un film ispirato a The Legend of Zelda previsto per il 2027; nel frattempo circolano già indiscrezioni anche su possibili produzioni dedicate a Donkey Kong e Luigi’s Mansion, segno evidente che la fase sperimentale è ormai alle spalle.

Miyamoto ha spiegato che il vero obbiettivo non è semplicemente monetizzare la popolarità dei personaggi, ma garantire che le IP sopravvivano alla loro stessa natura tecnica, aggirando i limiti dell’hardware e dell’emulazione e raggiungendo un pubblico molto più ampio di quello che oggi possiede una console Nintendo. In questo senso il cinema diventa uno strumento per cristallizzare l’identità del brand, rendendolo accessibile senza barriere, quasi come se fosse la forma definitiva del racconto che inizia nei videogiochi e prosegue oltre lo schermo.

Secondo Miyamoto dunque, l’espansione nel settore video rappresenta un modo per creare motivi per cui le persone scelgono Nintendo, in un’ottica che non è solo industriale ma anche e soprattutto culturale. Se i videogiochi segnano il presente, i film fissano il ricordo, e per un colosso che da quarant’anni costruisce immaginario collettivo come Nintendo, questa può davvero essere l’unica forma di immortalità possibile.

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