Dopo l’ennesimo volo di prova concluso con successo, SpaceX torna a far parlare di sé con un annuncio che potrebbe riscrivere le regole dell’economia spaziale; l’azienda di Elon Musk ha infatti rivelato, attraverso il proprio sito ufficiale, le prime stime dei prezzi e delle tempistiche per le missioni commerciali del razzo Starship, confermando ancora una volta la sua intenzione di ridurre i costi di accesso allo spazio.

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SpaceX punta ad abbattere drasticamente i costi dei voli commerciali con Starship

L’annuncio arriva a poche ore dal termine dell’undicesima missione suborbitale di Starship, una tappa cruciale per il programma di sviluppo del colossale vettore spaziale; il volo si è concluso con esito positivo, dimostrando come SpaceX abbia finalmente raggiunto una certa maturità operativa nella seconda generazione dei suoi prototipi.

Anche se l’entrata in servizio commerciale è ancora lontana, si parla di diversi mesi se non di anni, l’azienda ha deciso di anticipare le prime proiezioni di costo dedicate ai futuri clienti commerciali e istituzionali, comprese le agenzie spaziali internazionali.

Secondo quanto dichiarato da SpaceX, portare un carico utile sulla superficie lunare a partire dal 2028 costerà 100 milioni di dollari per tonnellata (quindi 100.000 dollari al chilogrammo), una cifra che se confermata rappresenterebbe una rivoluzione assoluta nel settore; basti pensare che la NASA, attraverso il programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS) stima costi compresi tra i 300.000 e 1,2 milioni di dollari per chilogrammo.

Lo stesso prezzo sarà applicato anche per le missioni dirette su Marte, previste a partire dal 2030, con un costo stimato di 100 milioni di dollari per tonnellata di carico utile. Per avere un termine di paragone, la missione Perseverance della NASA, che ha portato sul Pianeta Rosso il celebre rover nel 2020, è costata oltre 1,27 miliardi di dollari.

Tra i primi contratti siglati figura anche l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che collaborerà alla realizzazione di strumentazioni e hardware scientifico destinati alla prima Starship che tenterà di atterrare su Marte; i dettagli della partnership non sono ancora noti, ma la notizia conferma che anche l’Europa intende partecipare attivamente alla corsa interplanetaria di SpaceX.

Come sempre Elon Musk promette numeri che fanno sognare, ma è bene sottolineare che anche in questo caso si tratta di stime preliminari, soggette a revisioni e variazioni nel corso del tempo. Tuttavia, osservando quanto accaduto negli ultimi dieci anni con Falcon 9 e Falcon Heavy, non è difficile immaginare che SpaceX possa realmente ridefinire l’intero mercato dei lanci spaziali, replicando il successo ottenuto nell’orbita bassa terrestre anche su scala interplanetaria.

Starship, grazie alla riutilizzabilità completa, alla potenza di Super Heavy e ai progressi compiuti nelle ultime missioni, punta infatti a moltiplicare la frequenza dei lanci e a ridurre drasticamente i costi per chilogrammo, obbiettivo che, almeno sulla carta, potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di missioni scientifiche, commerciali e persino turistiche.

Se SpaceX riuscirà a mantenere le promesse, i costi di trasporto verso la Luna e Marte potrebbero ridursi fino a tre volte rispetto agli standard attuali, è una prospettiva che non solo avvicina il sogno dell’esplorazione interplanetaria, ma potrebbe anche cambiare il modo in cui le agenzie e le aziende private pianificano le loro missioni future.

Gli occhi del mondo rimangono dunque puntati su Boca Chica, dove ogni test di Starship segna un passo in più verso un obbiettivo che, fino a pochi anni fa, sembrava fantascienza, ovvero trasformare il trasporto spaziale in un servizio accessibile, sostenibile e realmente commerciale.

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