Nei giorni scorsi si è diffusa un’ipotesi piuttosto clamorosa, secondo cui Microsoft avrebbe perso qualcosa come 400 milioni di utenti Windows in pochi anni, scendendo da 1,4 miliardi a 1 miliardo di dispositivi attivi al mese; la notizia, rimbalzata rapidamente tra testate giornalistiche e social, aveva generato un dibattito acceso sulle prospettive del sistema operativo più popolare al mondo.
Ora però, la stessa Microsoft è intervenuta, seppur in modo discreto e quasi sottovoce, per smentire ufficialmente ogni ipotesi di crollo dell’utenza; il dato corretto riporta il totale proprio ai livelli precedenti, ovvero oltre 1,4 miliardi di dispositivi attivi mensilmente, in linea con le cifre comunicate nel 2022.
Microsoft è stata poco chiara in merito al numero di utenti che utilizza Windows
La vicenda è iniziata con un posto pubblicato sul blog ufficiale Microsoft, nel quale si affermava che Windows è in uso su oltre un miliardo di dispositivi attivi al mese, una frase questa che aveva destato più di un sospetto, dal momento che nel 2021 l’azienda aveva dichiarato 1,3 miliardi di dispositivi attivi e nel 2022 il traguardo era salito a 1,4 miliardi.
Il dato pubblicato sembrava quindi indicare una contrazione significativa della base utenti, quantificabile in circa 400 milioni di unità perse nel giro di tre anni; un’ipotesi che, considerando il ruolo storico di Windows, avrebbe rappresentato uno scossone epocale per l’intero ecosistema PC.
Nel giro di poco tempo Microsoft ha aggiornato il post sul proprio blog, sostituendo la frase incriminata con una nuova formulazione più rassicurante: “Windows è in uso su oltre 1,4 miliardi di dispositivi attivi al mese“.
Un piccolo rigo in calce alla pagina segnala la modifica, Nota dell’editore — 30 giugno 2025 — Nel primo paragrafo è stato aggiornato il numero di dispositivi attivi mensilmente che eseguono Windows, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli sulle ragioni di questa discrepanza; nessun comunicato stampa, nessuna dichiarazione ufficiale a chiarire come sia stato possibile incappare in un errore di comunicazione di tale portata.
La rapidità con cui la notizia del crollo dell’utenza si è diffusa e la lentezza (oltre la scarsa chiarezza) della rettifica hanno acceso una riflessione più ampia sul ruolo di Windows all’interno dell’ecosistema Microsoft.
In passato, quando Windows rappresentava il core business dell’azienda, sarebbe stato probabilmente impensabile lasciare spazio a simili fraintendimenti senza una smentita immediata, oggi invece Microsoft sembra puntare gran parte della propria strategia su altri settori come il cloud, l’intelligenza artificiale e i servizi in abbonamento, relegando Windows a un ruolo importante ma meno centrale rispetto al passato.
Non a caso, il tono usato per la correzione è stato quasi marginale, come se la priorità fosse semplicemente spegnere l’equivoco senza mettere troppa enfasi sul valore simbolico di quelle cifre.
In ogni caso, l’aggiornamento ufficiale riporta la situazione ai livelli precedenti, non c’è stata alcuna emorragia di utenti e Windows continua a essere installato su un numero di dispositivi che pochi altri sistemi operativi possono vantare.
Resta però evidente come l’evoluzione del settore PC, unita alla crescita di macOS, Linux (soprattutto in ambito server e cloud) e del segmento mobile, stia progressivamente trasformando il panorama in cui Windows si muove. Non si tratta dunque di una fuga dal sistema operativo di Redmond, quanto piuttosto di un cambio di priorità strategiche e di un ruolo che, pur restando dominante, si fa meno esclusivo rispetto al passato.
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