Solamente pochi mesi fa era emersa la notizia del deposito da parte di OpenAI delle domande di registrazione del marchio presso l’US Patent and Trademark Office (USPTO) per la realizzazione di nuove linee di prodotti hardware basati sull’intelligenza artificiale. In quei documenti si faceva esplicito riferimento a occhiali (protettivi e da vista), cuffie, smartwatch, gioielli smart e visori AR e VR (oltre a telecomandi e custodie per smartphone e laptop). Ora, durante una causa legale in corso che coinvolge proprio OpenAI, è emerso come il primo dispositivo hardware della società proprietaria di ChatGPT non sarà né un auricolare né un dispositivo indossabile, smentendo di fatto tutte le ipotesi circolate fino a questo momento.

La causa legale tra OpenAI e Iyo

Le informazioni relative al progetto hardware di OpenAI sono emerse all’interno di una disputa legale legata al nome scelto per il team “io” (acronimo di “input/output”). Si tratta del team interno di OpenAI formato da ex designer Apple che OpenAI ha recentemente acquisito dallo studio di design di Jony Ive per 6,5 miliardi di dollari. A sollevare la disputa è stata Iyo, una startup che lavora su un auricolare definito “il primo audio computer al mondo”.

A causa della somiglianza tra i due nomi, Iyo ha ottenuto dal tribunale un’ordinanza restrittiva temporanea che ha costretto OpenAI a rimuovere ogni riferimento pubblico al marchio “io”. Da quanto sta emergendo dalla causa legale in corso, i dirigenti di OpenAI (incluso il CEO Sam Altman) erano a conoscenza del marchio “io” già da tempo tanto che in alcune e-mail si apprende che avevano anche chiesto di poter testare il prototipo del dispositivo sviluppato da Iyo. Questo elemento rafforza le accuse di violazione consapevole del marchio e apre scenari ancora incerti sul futuro del brand “io”, almeno mantenendo questo nome.

Un progetto ancora in fase di sviluppo

Al di là della questione legale è interessante ragionare su quanto dichiarato dal team “io” che ha affermato che il dispositivo non sarà messo in vendita prima del 2026. In un documento datato 16 giugno, Tang Tan (ex dirigente Apple ora Chief Hardware Officer di io) ha precisato che il design non è ancora definitivo, che il prototipo mostrato da Sam Altman in un recente video è ancora a più di un anno dalla commercializzazione e che il dispositivo in fase di sviluppo non sarà né un auricolare né un wearable.

Tra i pochi elementi certi c’è il fatto che non sarà un wearable né un auricolare, una scelta che rappresenta anche una presa di distanza da altri dispositivi di intelligenza artificiale lanciati di recente. Alcuni di questi (come quelli sviluppati da Humane o Rabbit) sono stati apertamente criticati dallo stesso Jony Ive, che li ha definiti esempi di prodotti poco riusciti. Il nuovo dispositivo di OpenAI punta quindi a differenziarsi non solo nella forma, ma anche nell’approccio progettuale.

Il design del futuro dispositivo AI di OpenAI è ancora in discussione. I documenti legali rivelano che il team ha esplorato un’ampia varietà di possibili formati, ma che si è deciso di scartare l’idea di un dispositivo wearable. Da una parte questa affermazione alimenta ulteriormente le aspettative su un dispositivo che sia realmente rivoluzionario e innovativo. Di certo, almeno per il momento, c’è solamente che non si tratterà di un dispositivo indossabile e che non arriverà prima del prossimo anno. Ma non è da escludere che nel frattempo nuovi dettagli interessanti possano emergere per consentirci di comprendere meglio come sarà questo dispositivo hardware sul quale sta lavorando OpenAI.

I nostri contenuti da non perdere: