Chi utilizza da tempo Windows Hello per sbloccare rapidamente il proprio PC tramite riconoscimento facciale potrebbe aver notato un cambiamento sostanziale nelle ultime settimane, il sistema, che un tempo funzionava egregiamente anche al buio grazie ai sensori IR, ora non è più in grado di riconoscere il volto dell’utente in condizioni di scarsa illuminazione; attenzione però, non si tratta di un malfunzionamento temporaneo o di un bug, come qualcuno inizialmente pensava, bensì di una vera e propria scelta progettuale da parte di Microsoft.

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Com’è cambiato il funzionamento di Windows Hello

Il cambiamento è emerso inizialmente nel mese di aprile, ma solo con l’aggiornamento cumulativo del cosiddetto Patch Tuesday si è diffuso in modo capillare; Microsoft ha infatti modificato i requisiti di funzionamento del riconoscimento facciale tramite Windows Hello, imponendo la presenza non solo dei sensori infrarossi (IR), utilizzati finora per costruire una mappa tridimensionale del volto, ma anche di una fotocamera a colori in grado di vedere visivamente l’utente.

L’obbiettivo di questa scelta? Contrastare una vulnerabilità legata al cosiddetto spoofing, cioè la possibilità che un soggetto non autorizzato riesca ad aggirare il riconoscimento facciale mostrando una foto o un modello del volto del legittimo proprietario.

Se da un lato l’intento di migliorare la sicurezza è indiscutibile, dall’altro è impossibile ignorare le ricadute sull’esperienza d’uso quotidiana; fino a poche settimane fa gli utenti potevano sbloccare il proprio dispositivo anche in una stanza completamente buia, sfruttando esclusivamente i sensori IR (come accade per esempio su iPhone con Face ID). Oggi invece, è necessario che la fotocamera RGB sia in grado di rilevare chiaramente il volto, costringendo gli utenti ad accendere una luce o a contare sulla luminosità dello schermo per farsi riconoscere.

In altre parole, una delle principali comodità di Windows Hello, ovvero il funzionamento in ogni condizione ambientale, è stata di fatto compromessa.

Curiosamente, alcuni utenti più smanettoni hanno scoperto un workaround temporaneo, disabilitando manualmente la webcam da Gestione dispositivi di Windows il sistema torna a utilizzare esclusivamente i sensori IR, rendendo di nuovo possibile lo sblocco al buio; tuttavia questa soluzione comporta la disattivazione completa della fotocamera, rendendola inutilizzabile per videochiamate e qualsiasi altro contesto in cui sia richiesta, una scelta insostenibile per diversi utenti.

Microsoft ha confermato ufficialmente la modifica e ribadito che non si tratta di un bug, bensì di una precisa misura di sicurezza volta a mitigare i rischi derivanti dagli attacchi di spoofing. Il problema semmai è che questa modifica non è stata adeguatamente comunicata, e ha colto di sorpresa moltissimi utenti generando frustrazione e confusione.

Inoltre, la maggior parte delle webcam consumer non è progettata per lavorare al buio e non dispone di funzionalità avanzate per il riconoscimento facciale RGB in condizioni di luce scarsa; ciò fa sì che gli utenti debbano rivedere le proprie abitudini, o eventualmente dotarsi di webcam più sofisticate.

La modifica introdotta da Microsoft in Windows Hello è un chiaro esempio di delicato equilibrio tra usabilità e sicurezza, una vulnerabilità reale ha spinto l’azienda a inasprire i requisiti di autenticazione, ma a farne le spese è stata l’esperienza dell’utente; nel frattempo non resta che sperare in una futura evoluzione di Windows Hello che riesca a coniugare nuovamente sicurezza e praticità.

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