Dopo essere finita sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea, l’implementazione di Meta AI in WhatsApp finisce nel mirino del Codacons.
Poche ore fa, il Coordinamento delle associazioni per la Difesa dell’Ambiente e per la tutela dei diritti di utenti e Consumatori, ha diffidato il colosso di Menlo Park e ha presentato un esposto al duo Antitrust/Garante per la Privacy, relativo proprio alle modalità di implementazione di questa funzionalità di intelligenza artificiale all’interno della popolare app di messaggistica.
Meta AI in WhatsApp: dove eravamo rimasti
In Italia, l’implementazione di Meta AI nelle app social del gruppo Meta è stata annunciata lo scorso 20 marzo e sono bastati pochi giorni affinché essa sbarcasse effettivamente su WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger.
Circa un mese fa, l’assistente virtuale integrato in WhatsApp, ovviamente la più utilizzata tra tutte quelle del parco app del colosso di Menlo Park, è finito sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea. Il motivo? Sarebbero tanti ma ce n’è uno che è quasi una questione di principio: l’app (alla pari delle altre tre app coinvolte) non consente di disattivare, nascondere o rimuovere Meta AI.
Oggi, come anticipato in apertura, l’implementazione di Meta AI in WhatsApp è stata tirata in ballo dal Codacons che ha presentato un esposto ad Antitrust e Garante per la privacy:
Numerosi consumatori hanno visto l’apparizione improvvisa e non sollecitata di una nuova funzionalità all’interno dell’app WhatsApp, denominata “Meta AI”, che si presenterebbe come assistente virtuale basato sull’intelligenza artificiale, integrato nella barra di ricerca dell’applicazione. L’intelligenza artificiale non potrebbe essere disattivata in modo definitivo dall’utente, ma potrebbe solo essere “ignorata” e/o parzialmente oscurata, senza che ciò comporterebbe l’interruzione del trattamento dei dati personali eventualmente attivato.
Per il Codacons, Meta AI viola “una pluralità di disposizioni normative europee e nazionali”
Andando oltre, il Codacons sottolinea che il problema non è soltanto il fatto che l’assistente IA non possa essere disattivato dagli utenti ma, al contempo, sottolinea che questa implementazione va a violare svariate disposizioni normative, tanto europee quanto nazionali:
La condotta posta in essere da Meta Platforms nella gestione dell’integrazione forzata di Meta AI all’interno dell’app WhatsApp apparirebbe lesiva di una pluralità di disposizioni normative europee e nazionali. In primo luogo, si configurerebbe una violazione dell’articolo 5 del Regolamento UE 2016/679 – GDPR, recante Principi applicabili al trattamento di dati personali, il quale impone che ogni trattamento di dati personali sia improntato ai principi di liceità, correttezza, trasparenza, limitazione delle finalità e minimizzazione dei dati – scrive ancora l’associazione – In secondo luogo risulterebbe violato il successivo articolo 6, poiché parrebbe mancare una valida base giuridica del trattamento. Non parrebbe esservi, infatti, alcun consenso preventivo, esplicito e libero, come richiesto anche dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia UE (C-673/17 – Planet49), la quale ha più volte ribadito che il consenso non può essere presunto né imposto per default. Né può fondarsi su un generico interesse legittimo del titolare del trattamento, in quanto viene meno il bilanciamento con i diritti fondamentali degli utenti.
Pratica commerciale scorretta: il Codacons chiede ad Antitrust e Garante della Privacy di indagare
Il Codacons suggerisce, inoltre, che questa “condotta” messa in atto da Meta possa corrispondere a una pratica commerciale scorretta vietata dal Codice del Consumo:
[…] L’imposizione unilaterale di una funzione potenzialmente invasiva si presenterebbe come “miglioramento” del servizio, quando in realtà risulterebbe essere volta a raccogliere dati e a fidelizzare l’utente attraverso tecniche persuasive, tanto da arrivare a falsare in modo rilevante il comportamento economico del consumatore medio.
Nella chiusura dell’esposto, il Codacons ha diffidato Meta, chiedendo alla divisione europea (con sede in Irlanda) di interrompere la diffusione automatica di Meta AI in Italia (e in Europa) fin quando non vi saranno i giusti presupposti (trasparenza, possibilità di disattivare del tutto la funzionalità e rispetto delle normative). Inoltre, il Codacons ha formalizzato la richiesta ad Antitrust e Garante della Privacy di indagare a fondo sulla vicenda. Vi terremo aggiornati in caso di nuovi sviluppi.
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