Anche l’Ucraina sembra intenzionata a dotarsi di una CBDC (Central Bank Digital Currency), ovvero una criptovaluta di Stato. La banca centrale ucraina (NBU) ha infatti presentato una bozza in cui si delinea il lancio di un progetto pilota per una grivna digitale o e-hryvnia, il quale potrebbe dare un decisivo impulso in tal senso.

Occorre sottolineare come di una CBDC ucraino si parli ormai da mesi, tanto che già alla fine di marzo, ovvero poche settimane dopo l’inizio del conflitto con la Russia Denelle Dixon, CEO di Stellar, aveva affermato che il governo di Kiev aveva iniziato a sperimentare un progetto insieme alla sua azienda.

Inoltre, il governo ucraino, nello stesso mese, aveva provveduto a emanare un progetto di legge il quale andava in pratica a delineare un quadro giuridico certo per gli asset virtuali all’interno delle frontiere nazionali. La notizia relativa alla grivna digitale non dovrebbe quindi stupire eccessivamente gli osservatori.

L’Ucraina si avvia verso il varo della sua criptovaluta di Stato

La banca centrale ucraina ha pubblicato una dichiarazione in cui ha voluto affermato di aver registrato il marchio “e-hryvnia” presso l’Istituto ucraino per la proprietà intellettuale, nel passato mese di ottobre. Ha poi voluto puntualizzare come la sua grivna elettronica si incaricherebbe di svolgere tutte le funzioni del denaro, integrando alle forme in contanti quelle digitali.

Si tratta in pratica della logica prosecuzione del progetto “e-hryvnia”, che era stato lanciato nel settembre dello scorso anno,  il cui scopo è di riuscire a determinare la fattibilità di un’emissione su larga scala di una forma digitale della grivna in Ucraina.

Stando all’annuncio, la banca centrale sta attualmente valutando e sviluppando tre possibili opzioni per una criptovaluta di Stato, ovvero:

  1. una e-grivna per i pagamenti al dettaglio non in contanti, in cui verrebbe integrata la funzionalità di denaro “programmato” mediante smart contract (contratti intelligenti). Una soluzione di questo genere permetterebbe di dare vita a pagamenti sociali mirati e di conseguire una riduzione della spesa pubblica a carico dell’amministrazione;
  2. l’utilizzo dell’e-grivna per tutte le operazioni relative allo scambio di criptovalute, all’emissione e ad altre operazioni che vedano la presenza di asset virtuali. In tale ottica, secondo la NBU, le criptovalute di Stato possono trasformarsi in un vero e proprio elemento chiave per lo sviluppo di infrastrutture di qualità destinate al mercato delle risorse virtuali in Ucraina;
  3. l’uso della CBDC ucraina per l’abilitazione di pagamenti transfrontalieri tesi a garantire transazioni più veloci, economiche e trasparenti.

È stato Oleksii Shaban, direttore dei servizi di pagamento e del dipartimento di  di sviluppo innovativo della banca centrale ucraina a commentare l’annuncio, in questi termini: “Lo sviluppo e l’implementazione dell’e-grivna può essere il prossimo passo nell’evoluzione dell’infrastruttura di pagamento dell’Ucraina”. Ha quindi aggiunto che una CBDC ucraina potrebbe incidere in maniera positiva per quanto riguarda la sicurezza economica e il rafforzamento della sovranità monetaria dello Stato, facilitando inoltre una crescita economica sostenibile.

L’idea c’era già

Come abbiamo ricordato all’inizio, l’annuncio della massima istituzione monetaria ucraina non rappresenta una vera e propria novità. Negli anni passati, infatti, la NBU ha collaborato attivamente con la Stellar Development Foundation e con Polygon, nel preciso intento di scandagliare la possibilità di emettere una criptovaluta di Stato. Inoltre, per favorire i lavori in questa direzione erano stati assunti sviluppatori specializzati nella tecnologia blockchain.

I primi piani in tal senso risalgono al 2018, quando era stato lanciato un progetto pilota che prevedeva l’emissione di una grivna digitale da riservare ai pagamenti al dettaglio basati su blockchain. I lavori hanno continuato ad andare avanti e sono sfociati nell’annuncio pubblicato ieri dalla NBU.

Va anche ricordato come nel passato mese di ottobre Yulia Parkhomenko, cui è affidato lo sviluppo dell’economia digitale in Ucraina, aveva affermato come il suo Paese abbia intenzione di lanciare una criptovaluta gestita dalla banca centrale nel 2024. Un desiderio il quale deve però tenere conto dell’esito del conflitto in atto con la Russia. Proprio lo scoppio delle ostilità aveva infatti spinto a ritardare l’inizio dell’esperimento pilota previsto all’epoca. Resta difficile capire come possa svilupparsi ora in un Paese che è praticamente senza energia elettrica, dopo la distruzione del sistema di produzione e approvvigionamento energetico da parte delle truppe russe.

Le dichiarazioni della Parkhomenko erano state rilasciate nel corso dell’evento di business tecnologico GITEX a Dubai, organizzato dal Dipartimento dell’Economia e del Turismo dell’Emirato. Da allora la situazione bellica non è però migliorata e, di conseguenza, molti dei progetti pilota programmati rischiano di restare sulla carta.

Leggi ancheDollaro digitale, al via il progetto pilota teso a verificarne la reale utilità