“In guerra, la prima vittima è la verità”: questa ormai celebre citazione di Eschilo è tornata a fare capolino con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina. Da entrambe le parti, infatti, è stato curato anche il fronte della propaganda, con il chiaro intento di portare l’opinione pubblica dei Paesi non belligeranti dalla propria parte.

Già nel corso degli ultimi anni, però, da più parti si era cercato di usare le fake news per orientare in un modo, piuttosto che in un altro milioni di persone, ad esempio il corpo elettorale dei vari Paesi chiamati via via alle urne, ma non solo. Si pensi ad esempio a quella particolare tecnica nota come greenwashing, ovvero l’abitudine di alcune aziende di presentarsi come attente all’ecologia, affermando di fare cose che di ecologico non hanno assolutamente nulla.

Per cercare di combattere le bufale e provare a facilitare l’affermarsi della realtà, si è cercato di mettere in campo il cosiddetto fact-checker, ovvero la figura delegata alla verifica dei fatti, al di là delle loro interpretazioni. Ad esempio su Facebook più di un utente si è visto eliminare un messaggio che, secondo l’analisi degli esperti social, non rispondeva a verità. Anche in questo caso con logico corollario di polemiche a non finire, tali da coinvolgere anche l’imparzialità del social.

Un procedimento complicato e spesso lento, cui ora cerca di porre rimedio un nuovo strumento lanciato da Meta. Si chiama Sphere e il suo funzionamento si basa sull’Intelligenza Artificiale (AI). Il primo banco di prova per la nuova funzionalità è Wikipedia, con le sue 6,5 milioni di voci, cui se ne aggiungono svariate migliaia ogni mese. Una mole di informazioni imponente, che può prestarsi agevolmente a diffondere fake news o notizie comunque vere solo in parte.

Sphere: come funziona il nuovo strumento di Meta

Sphere è stato concepito alla stregua di uno strumento aperto, open source, con il preciso intento di andare a costituire una base per i modelli di formazione di Intelligenza Artificiale. In pratica, i testi vengono sottoposti ad un processo di verifica teso a capire se contengano citazioni errate o aggiunte, le quali potrebbero in effetti andare a orientare in una direzione non voluta dall’autore lo scritto.

Inizialmente, la risorsa dovrebbe essere destinata esclusivamente al B2B, assumendosi il compito al momento probante di impedire la diffusione di notizie inesatte o tendenziose. Per aumentare la propria efficacia prenderebbe in considerazione non un solo sito o raccolta alla stregua di fonte primaria, bensì i dati provenienti da numerose fonti considerate affidabili.

Concepito in tale modo, uno strumento di questo genere potrebbe rivelarsi un notevole alleato per i social, al momento trasformati in un vero e proprio campo di battaglia da utenti spesso riconducibili a centrali di propaganda. Uno dei casi più clamorosi in tal senso è stato quello del referendum organizzato nell’allora Macedonia, poi diventata Macedonia del Nord, nel 2018, quando una lunga serie di bufale propagandate tramite Facebook e Twitter riuscirono a tenere lontani dalle urne i cittadini e a impedire che fosse dato un nuovo nome al Paese. Non si tratta, però, del solo caso clamoroso di utilizzo distorto dei social.

Sphere: i prossimi passi

Come abbiamo già sottolineato, al momento Sphere si sta concentrando su Wikipedia, l’enciclopedia libera che è stata al centro di roventi polemiche dopo la decisione di derubricare la strage al Palazzo dei Sindacati di Odessa a semplice rogo, nella pagina italiana dedicata al terribile episodio. Proprio per evitare il ripetersi di vicende di questo genere, la Wikimedia Foundation, la società proprietaria di Wikipedia, si è quindi affidata a Meta, chiedendo l’utilizzazione di Sphere per il riconoscimento delle falsità nelle voci incluse al suo interno. L’accordo conseguito tra le parti, per inciso, non prevede pagamenti di alcun genere.

Qualcuno potrebbe naturalmente chiedersi quale dovrebbe essere il vantaggio per Meta. Per capirlo occorre fare un passo all’indietro e ricordare come lo scandalo Cambridge Analytica abbia lasciato notevoli ammaccature all’immagine dell’azienda di Mark Zuckerberg, accusata di aver usato e manipolato un gran numero di dati fornendo le basi per un utilizzo improprio e fondamentalmente in grado di indirizzare in un determinato modo i processi elettorali.

Senza contare le polemiche che hanno fatto seguito al varo di una collaborazione con il team Check Your Fact, legato al sito conservatore The Daily Caller, tali da riproporre il problema legato al fatto che lasciare il fact-checking ad esseri umani significa in pratica sottoporre le notizie ad un controllore orientato ideologicamente. Affidandosi invece all’AI è possibile separare il fatto in sé stesso dalla semplice opinione. Una vecchia massima del giornalismo purtroppo ormai dimenticata da tutti.

Naturalmente il percorso intrapreso è soltanto agli inizi. Inoltre occorre considerare che il modo di trattare le informazioni per dare loro una etichetta, positiva o negativa che sia, potrebbe essere contestata facilmente. Ad esempio non è ancora dato sapere su cosa si baserà la gerarchia della verità di Sphere rispetto a quelle di altre basi di conoscenza. In considerazione del fatto che il processo è open source, potrebbe esserci la possibilità per gli utenti di modificare gli algoritmi utilizzati in modi più adatti alle proprie esigenze.

Per rispondere a queste comprensibili eccezioni, proprio l’azienda di Menlo Park ha affermato che il prossimo passo consisterà nella formazione di modelli tesi ad una valutazione della qualità dei documenti recuperati, alla rilevazione di potenziali contraddizioni e a dare priorità a fonti più affidabili. Al tempo stesso Meta ha precisato che Sphere non è al momento utilizzato su Facebook, Messenger e Instagram.

Non è difficile prevedere che nell’immediato futuro molti sviluppatori di contenuti e aziende andranno ad adottare questo nuovo modello di Intelligenza Artificiale in modo da poter fornire un servizio migliore alla propria utenza. Prima di poterlo fare sarà però necessario affinare il modello originario e proprio su questo lavoro potrebbe aprirsi un nuovo fronte di polemiche. Non resta quindi che attendere i successivi passi per capire meglio se Sphere possa essere la reale soluzione ad un problema sempre più impellente per la democrazia.

Leggi anche: Google, Meta, e altri Big firmano le nuove regole UE contro le fake news, ma non tutti