Quando si opera l’iscrizione ad un social media o ad una piattaforma online, si tratti di Facebook, Twitter o altra, per poter inaugurare il proprio account è necessario sottoscrivere l’informativa sulla privacy. Una necessità la quale deriva da un semplice fatto: i dati personali sono ormai preziosi quanto il denaro. Lo sa benissimo chi sta seguendo in questi giorni “Diavoli”, la serie incentrata nel mondo della finanza che vede protagonisti Alessandro Borghi e Patrick Dempsey.

Nella fiction di Sky proprio i dati personali sono al centro di una vera e propria battaglia tra i governi di Stati Uniti e Cina, che in effetti avviene anche nella realtà. Basta vedere i tanti provvedimenti presi da Donald Trump nel corso del suo periodo alla Casa Bianca, per rendersene conto. Una lotta senza quartiere che sembra destinata a proseguire ancora per molto tempo.

L’informativa sulla privacy, però, troppo spesso suona astrusa per chi la legge (peraltro non tutti lo fanno, sottovalutando clamorosamente la sua reale importanza). Proprio per questo motivo ora Twitter ha cercato di correre ai ripari per spiegare la sua politica in tal senso. Per farlo, però, ha imboccato una direzione in effetti molto originale.

Il gioco di Twitter sulla privacy

Spiegare la politica sulla privacy mediante un gioco: questa è la strada intrapresa da Twitter. Il social media appena passato nelle mani di Elon Musk ha varato al proposito Dash, un platform 2D che cerca di spiegare le parti più complesse dell’informativa sulla privacy dell’azienda fondata da Jack Dorsey.

Il gioco si svolge nelle strade di Città della Privacy e vede protagonista un cane, Dati, intenzionato a fare una passeggiata. Nel corso della sua uscita raccoglie ossi, ma soprattutto scansa annunci indesiderati, troll e insidie varie, riuscendo in tal modo a preservare i suoi dati personali mantenendoli al sicuro. Alla fine di ogni livello si apre una finestra pop-up incaricata di spiegare all’utente cosa sta in effetti facendo l’azienda per conseguire la sicurezza degli iscritti.

Se il gioco presenta in effetti una grafica abbastanza datata, l’intento di partenza è indubbiamente lodevole. Resta naturalmente da capire se serva effettivamente all’utente. Forse sarebbe maggiormente funzionale una piccola guida in grado di spiegare la reale importanza di tenere al sicuro i dati personali e i modi migliori per riuscirci. Un compito che si sono assunte da tempo le aziende dedite alla cyber-security, le quali non hanno però il seguito di Twitter, restando spesso e volentieri inascoltate.

Cos’è l’informativa sulla privacy

L’informativa sulla privacy è uno dei principali obblighi previsti dal GDPR (General Data Protection Regulation), ovvero il nuovo regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali che ha sostituito nel corso del 2016 il vecchio Codice della Privacy. Trattandosi di un regolamento europeo, il Gdpr è immediatamente entrato in vigore in tutti gli stati membri dell’Unione Europea, senza alcuna necessità di atti tesi al suo recepimento interno da parte dei singoli ordinamenti nazionali.

La sua consegna ad ogni utente è in particolare uno dei principali obblighi posto a carico del titolare del trattamento. L’informativa in questione assolve ad una fondamentale finalità di trasparenza nei confronti dell’interessato il quale deve raggiungere il massimo di consapevolezza per quanto concerne le finalità e le modalità del trattamento dei suoi dati personali, nonché dei tempi di conservazione degli stessi ad opera del richiedente.

Gli obblighi previsti dal Gdpr devono essere applicati in ogni occasione in cui si viene a realizzare un trattamento di dati personali. In pratica devono essere messi in atto quando si opera la loro raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la strutturazione, la conservazione, l’adattamento, la modifica, l’estrazione, la consultazione, l’utilizzo, la comunicazione e la diffusione di dati personali o insiemi degli stessi.

La finalità dell’informativa sulla privacy è quella di permettere all’interessato di sapere come saranno trattati i suoi dati, con chi saranno condivisi, per quale finalità e l’arco temporale della loro conservazione. Non si tratta, perciò, di una semplice questione di lana caprina.

Perché si tratta di una questione fondamentale

La questione relativa alla privacy, ovvero al trattamento dei propri dati personali, è di fondamentale rilievo nella società moderna. Troppo spesso, infatti, questi dati sono utilizzati in maniera impropria, come è accaduto ad esempio nel noto scandalo Cambridge Analytica che ha scavato un vero e proprio fossato tra Mark Zuckerberg e la politica statunitense. Il loro possesso permette infatti ai soggetti esterni, imprese o autorità nazionali di vario genere, di poter tracciare i comportamenti degli interessati.

Si tratta di una materia delicatissima. Se le aziende possono sfruttare i dati in questione per impostare campagne pubblicitarie più o meno discutibili, i partiti politici possono a loro volta farne la base per le proprie strategie. Mentre le agenzie governative possono impostare ad esempio attività di monitoraggio e spionaggio a carico dei loro cittadini, dei rappresentanti politici, del mondo imprenditoriale o facente riferimento ad altre realtà importantissime.

I dati personali sono molto ambiti anche dagli hacker, che non a caso organizzano vere e proprie campagne tese alla loro sottrazione massiva. Ne è una eloquente testimonianza quanto accaduto di recente a migliaia di clienti italiani di Bolton Coin. Questi dati vengono offerti a pacchetti sul Dark Web, la parte più nascosta di Internet ove avvengono i traffici di armi, stupefacenti ed esseri umani. Grazie ad essi è possibile costruire identità fittizie e realizzare truffe o crimini di vario genere.

Proprio per questo chi naviga sul web dovrebbe fare molta attenzione. In realtà troppi sottovalutano le insidie e l’iniziativa di Twitter rappresenta un modo originale per mettere in guardia almeno i propri utenti, configurandosi di conseguenza alla stregua di un atto lodevole.

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