Sviluppata da Facebook ma resa disponibile agli operatori che la richiedono, la tecnologia Voyager è destinata a rivoluzionare il mondo della fibra ottica. Attraverso il progetto Telecom Infra Project (TIP), la Vodafone Voyager sta venendo testata per un utilizzo sul campo.

Nonostante la fibra ottica garantisce potenzialmente larghezze di bande molto più elevate di quelle che abbiamo fino a ora, è necessario che ai due capi e in tutti gli switch intermedi della fibra vi siano delle infrastrutture in grado di “ingabbiare tale potere”. Inoltre, è necessario anche che i vari switch lungo il percorso siano sempre reattivi e garantiscano la strada più breve possibile. La Vodafone Voyager potrebbe essere una delle migliori soluzioni.

Il funzionamento del progetto Vodafone Voyager è alquanto semplice (da spiegare), visto che consiste di un sistema aperto che utilizza da un lato la tecnologia a commutazione di pacchetti e dall’altro la densità di lunghezze d’onda per reti in fibra ottica a lungo raggio. In altre parole, una scomposizione molto più fine delle lunghezze d’onda per aumentare i canali di trasmissione.

Con i test di Vodafone Voyager si vuole dimostrare che il futuro dell’applicazione di tale modello disaggregato nelle reti ottiche è decisamente fattibile. Inoltre, l’obiettivo è anche quello di fornire una maggiore flessibilità per la gestione delle dinamiche in tempo reale.

Santiago Tenorio, Responsabile Network of Strategy e Architecture Network di Vodafone, ha affermato:

“Volevamo dimostrare come i trasmettitori a velocità variabile di Voyager possano essere utilizzati per abbinare velocità e formati di modulazione alle attuali condizioni della linea. Grazie a un sistema operativo di rete semplificato e all’automazione SDN, abbiamo mostrato come la nostra rete può impostare servizi ottici e mantenerli in esecuzione, ridurre inutili e lunghe interruzioni del servizio clienti e migliorare l’utilizzo della rete “.