Nonostante la tecnologia potrebbe sembrare la stessa, i droni aerei che vengono venduti in Italia sono differenti da quelli venduti in Cina o negli USA. Allo stesso modo, la regolamentazione che ne permette o ne vieta il volo in specifiche aree è differente da Paese a Paese. Ed ecco allora che la proposta dell’International Organization for Standardization di uno standard comune in tutto il mondo torna estremamente utile.

Al momento quella proposta è una bozza di regolamenti e pratiche, per cui non ha alcun valore legale ma speriamo che in futuro possa averlo.

La bozza suggerisce le no-fly zone intorno agli aeroporti e ad altre aree riservate, insieme a misure di geofencing per tenere i droni lontano da luoghi sensibili. Gli standard prevedono inoltre che gli operatori dei droni rispettino la privacy altrui e un intervento umano sicuro per tutti i voli. Inoltre, la ISO ha suggerito che i requisiti di addestramento, registrazione del volo e manutenzione dovrebbero essere in atto, insieme alle regole sulla protezione dei dati.

Una consultazione pubblica sugli standard è aperta fino al 21 gennaio e sarà probabilmente adottata nel 2019. Mentre gli standard non sono regole formali e misure analoghe sono già in uso in alcuni locali, l’ISO spera che diventino le migliori pratiche per i produttori di droni e gli operatori di tutto il pianeta.

La bozza di standard è stata rilasciata proprio nel momento in cui il consiglio di sicurezza aerea del Regno Unito ha detto che circa la metà degli incidenti del traffico aereo sono legati ai droni. Seguiranno altri insiemi di standard ISO sui droni, che copriranno le specifiche tecniche, il controllo del traffico e la qualità della produzione ma questo è un ottimo primo passo.

Per dare un’occhiata alla bozza dello standard sui droni aerei, vi rimandiamo alla pagina dedicata.