L’assenza di una strumentazione autostradale che possa funzionare come tutor per gli automobilisti sembra che sarà più breve del previsto. A seguito della sospensione per una violazione di brevetto avvenuta qualche settimana fa, la Polizia di Stato ha presentato il nuovo dispositivo chiamato SICVe PM che entrerà in servizio già dal prossimo 15 luglio.

In realtà il SICVe PM non è un dispositivo del tutto nuovo, dal momento che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti lo ha approvato con il provvedimento N.3338 del 31 maggio 2017 e la sua messa in campo era prevista a breve.

La dottoressa Cinzia Ferranti, dirigente della Polizia Stradale, ha spiegato “anziché concentrarsi solo sulle targhe dei veicoli, questo nuovo sistema mette a confronto immagini, associando quelle verosimili, accorciando i tempi dell’abbinamento e rendendolo più preciso. Così vengono meno le possibilità che ci siano scarti per mancanza di un corretto riconoscimento”.

Al momento non sappiamo su quali tratte autostradale verrà messo in funzione il sistema SICVe PM. A coadiuvare questi nuovi sistemi rimarranno comunque gli autovelox che, a detta della Polizia Stradale, saranno in totale 110, in azione sui 7.000 km di rete autostradale, insieme a 329 telelaser.

L’ingegnere Enrico Pagliari, portavoce dell’ACI (Automobile Club d’Italia), e suo coordinatore dell’area tecnica, ha dichiarato “sono strumenti più equi, rilevano la velocità media, ti consentono magari di fare un sorpasso in sicurezza superando un po’ i 130 chilometri l’ora, per tornare subito dopo alla giusta andatura. In questi anni ha dato grandi risultati”. Per semplificare ulteriormente le cose, l’ACI ha proposto di lasciare in vigore solo sei categorie di limiti di velocità: “Abbiamo proposto di razionalizzarli. Lasciamone sei, quelli dispari: 30, 50, 70, 90, 110 e 130. E in autostrada dovremmo trovare solo 130 e 110, a seconda dei tratti”.