Torniamo nuovamente a parlarvi della proposta del Parlamento Europeo legata alla riduzione delle emissioni CO2 da parte dei veicoli a motore. Nonostante inizialmente era previsto una riduzione del -40% entro il 2030, la proposta è stata leggermente modificata facendola scendere al -35% per rispettare i voleri di tutti gli Stati Membri.

La quota del -35% di emission CO2 è l’esatto punto medio tra la richiesta del Parlamento europeo, che in precedenza aveva individuato come target un taglio emissioni del 40%, e la più mite proposta del 30% da parte invece della Commissione.

Paradossalmente gli stati membri che fanno parte della parte settentrionale dell’Europa avrebbero accettato senza problemi la quota del 40% (alcuni addirittura ne volevano una del 45%) ma il peso degli stati dell’Europa meridionale ha fatto in modo che dovesse essere raggiunto un accordo a una quota più bassa.

Il voto per l’approvazione non necessitava dell’unanimità, motivo per cui la riduzione delle emissioni CO2 in Europa entro il 2030 del 35% èha veduto 20 Paesi che si sono espressi a favore, 4 che si sono dichiarati contrari, e altri 4 si sono infine astenuti.

Il segretario generale Acea Erik Jonnaert si è dichiarato soddisfatto a metà dell’accordo raggiunto: “I livelli di riduzione delle emissioni CO2 concordati dagli Stati membri sono meno aggressivi di quelli votati dal Parlamento europeo la scorsa settimana, tuttavia essi rischiano ancora di avere un impatto negativo sul settore“.

In particolare, egli pensa che la rivoluzione dell’elettrico che questo nuovo accordo incentiva come non mai potrebbe essere troppo repentina da causare disagi non solo alle persone (i clienti) ma anche alle aziende automobilistiche (i fornitori). Infatti non è necessario che vengano messe a listino maggiori auto elettriche ma anche che l’infrastruttura di rete adibita alla ricarica venga estesa esponenzialmente un tutti i territori.