Il 2025 è stato indubbiamente un altro anno all’insegna dell’intelligenza artificiale, un tema che ha dominato le discussioni tecnologiche e che continuerà a farlo nel prossimo futuro. In questo primo episodio (di 5, ne verrà pubblicato uno al giorno fino al 31 dicembre sul canale YouTube TuttoTech) del nostro TuttoTech Wrapped 2025 abbiamo voluto affrontare di petto una questione centrale: le AI ci stanno davvero “fottendo”? Stanno rubando le nostre competenze, inquinando i social e modificando il nostro rapporto con la realtà?

Il punto di partenza della nostra discussione riguarda due fenomeni che abbiamo analizzato durante l’anno: l’AI Mode di Google, che svolge al posto nostro il lavoro di ricerca e filtro delle fonti, e Sora 2 di OpenAI, capace di generare video fake talmente realistici da ingannare anche occhi esperti. La domanda sorge spontanea: se strumenti così potenti entrano nella nostra quotidianità senza un’adeguata consapevolezza, quali saranno le conseguenze? Buona visione.

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Cosa ne è emerso in 4 punti chiave

Fake su fake: i social nell’era dell’AI generativa

Abbiamo notato come già oggi i social siano popolati da contenuti manipolati: foto ritoccate, vite rappresentate in modo irrealistico, video spacciati per backstage di film celebri che in realtà non esistono. Con l’avvento di strumenti come Sora, distinguere il vero dal falso diventa sempre più complesso. Il rischio è che lo scrolling si trasformi da momento di svago in un continuo esercizio di discernimento tra realtà e finzione.

Calcolatrici e chatbot: un parallelo che fa riflettere

Durante la discussione abbiamo tracciato un parallelismo interessante con la calcolatrice: uno strumento che ha indubbiamente atrofizzato la nostra capacità di fare calcoli a mente, ma che è ormai parte integrante della nostra vita. Le AI potrebbero seguire lo stesso percorso? C’è chi sostiene che liberarci da compiti ripetitivi potrebbe sbloccare energie mentali per pensieri nuovi e connessioni inedite. Altri, invece, temono che delegare troppo ai chatbot possa impoverire la nostra capacità di ragionamento complesso, quella che ci permette di affrontare problemi nuovi senza una guida esterna.

Chi controlla le AI?

Un tema che ci sta particolarmente a cuore riguarda la governance di questi strumenti. Le AI agentic, quelle che opereranno sui nostri browser, email e dati personali, rappresentano un salto qualitativo enorme in termini di accesso alle informazioni private. Inoltre, modelli come Grok di Elon Musk sollevano interrogativi sui bias ideologici incorporati in queste tecnologie. ChatGPT ragiona come ragionerebbe un americano, escludendo di fatto prospettive culturali diverse. E in Italia? I modelli basati sulla nostra lingua sono ancora pochi e poco sviluppati, con progetti come Truvian, Minerva e Modello Italia che faticano a competere con i colossi internazionali.

Cosa aspettarci dal 2026

Il prossimo anno sarà probabilmente dominato dagli AI agent, strumenti sempre più autonomi che inizieranno a operare direttamente nei nostri dispositivi. Li vediamo già nei browser di ChatGPT e nelle integrazioni di Google, e presto arriveranno sugli occhiali smart e su dispositivi ancora più vicini al nostro corpo. La necessità di una regolamentazione seria e tempestiva diventa ogni giorno più urgente.

Cosa ne pensate? Fateci sapere la vostra all’interno dei commenti di questo articolo o sul video YouTube. Qualora vogliate approfondire ulteriormente vi segnaliamo la nostra rubrica “L’etica nell’AI“, a cura di Giovanni Di Trapani, ricercatore del CNR, economista, statitstico ed autore, composta da 10 approfondimenti che ragionano proprio su questi temi.