Dopo aver accompagnato Nothing nella costruzione della sua identità estetica e tecnologica, CMF prova ora a camminare con le proprie gambe anche nel mondo dell’audio — e lo fa con le CMF Headphone Pro, cuffie a padiglione con cancellazione del rumore pensate per imporsi nel segmento economico, ma con ambizioni da modello premium. Il prezzo di lancio è fissato a 99 euro, una cifra che colloca queste cuffie nella porzione più viva del mercato, dove si giocano le vere battaglie dei “best buy”. La domanda che tutti si pongono è semplice: riescono davvero ad essere il nuovo riferimento della fascia sotto i 100 euro?
Avendole provate intensamente per più giorni, tra casa, ufficio e soprattutto strada e metropolitana, possiamo dire che la risposta non è scontata — ma nemmeno negativa. Analizziamole da vicino.
Indice:
- Unboxing e prima impressione
- Design e comfort: praticità prima dell’esibizione
- Controlli fisici: tutto sotto mano, davvero
- Qualità audio: più coinvolgente che neutrale
- Connettività e codec: LDAC fa la differenza
- Cancellazione del rumore e modalità ambientali
- Audio spaziale e chiamate
- App Nothing X: completa ma non perfetta
- Autonomia: il fattore sorpresa
- Prezzo e concorrenza: costano poco, valgono tanto
- Conclusioni: un debutto maturo
Unboxing e prima impressione
CMF ha voluto mantenere la propria firma visiva anche sulla confezione. L’unboxing mette subito di buon umore: scatola lucida e colorata, di dimensioni compatte e dal look pop, coerente con l’identità del marchio. All’interno troviamo una custodia in tessuto semplice ma funzionale, un cavo aux da 3,5 mm e la manualistica di rito. Nessuna sorpresa, è vero, ma per 99 euro è un bundle che non fa rimpiangere nulla di essenziale. La custodia, morbida e leggera, non protegge urti particolarmente violenti, ma rende comodo il trasporto quotidiano. È il tipo di confezione che ti aspetti da CMF: essenziale, “easy”, ma curata abbastanza da non sembrare economica.

Design e comfort: praticità prima dell’esibizione
Le Headphone Pro non inseguono la trasparenza o la raffinatezza distintiva di Nothing: il design è più classico e curvilineo, quasi rétro, con superfici lucide e giunzioni ben rifinite. A colpo d’occhio trasmettono un senso di pulizia e simmetria più che originalità. I materiali principali sono plastica rigida e dettagli metallici nei punti di snodo, che contribuiscono a dare una certa solidità generale.

Il rovescio della medaglia è che quella sensazione “premium” rimane un po’ limitata: la plastica non è economica, ma nemmeno nobile, e l’archetto si mostra fin troppo flessibile. Probabilmente questa scelta punta al comfort e alla resistenza, ma avremmo forse preferito una rigidità maggiore per migliorare la tenuta nel tempo. Oltretutto i padiglioni sembrano risultare un po’ troppo delicati ai graffi essendo in plastica lucida. Il peso, pari a 282 grammi, gioca però decisamente a favore del comfort. Anche dopo qualche ore di ascolto continuo non abbiamo mai avvertito fastidi sul capo o sulle orecchie.
I padiglioni profondi e morbidamente imbottiti si adattano bene alla maggior parte delle morfologie e creano un isolamento passivo soddisfacente. L’imbottitura sintetica risulta piacevole al tatto, pur tendendo a scaldarsi leggermente durante le giornate più calde.

CMF ha pensato anche alla modularità: i cuscinetti sono intercambiabili con un semplice movimento rotatorio, disponibili in diversi colori per chi ama personalizzare. È una trovata intelligente, non solo estetica — perché consente di sostituire facilmente i pad deteriorati o sperimentare con look differenti.
Controlli fisici: tutto sotto mano, davvero
Mentre molti brand inseguono la moda dei comandi touch, CMF fa l’opposto e decide di puntare su una gestione completamente fisica. E, bisogna dirlo, è una scelta vincente. I controlli sono distribuiti con ordine e pensati per un uso quotidiano intuitivo:
- Pulsante rosso per accensione, spegnimento e accoppiamento Bluetooth
- Energy Slider, un piccolo regolatore analogico dedicato all’intensità di bassi o alti (a scelta tramite app)
- Roller multifunzione, una rotellina per volume, riproduzione e gestione ANC
- Tasto azione personalizzabile, configurabile da Nothing X

Il sistema funziona bene nella pratica. Il roller è incredibilmente preciso e restituisce un feedback meccanico convincente, con anche un mini segnale acustico nelle cuffie quando si raggiungono certi livelli di volume. Tuttavia, la stessa rotella è anche caricata di troppi comandi di pressione: uno per play/pausa, due per traccia successiva, tre per traccia precedente, pressione lunga per ANC. Non sono personalizzabili, e premere una rotella invece di un tasto dedicato non è sempre comodo.

L’Energy Slider, invece, è il dettaglio più curioso: può diventare una risorsa per regolare rapidamente la risposta tonale, ma rischia di finire dimenticato. Inoltre, il suo effetto può sovrapporsi a quello dell’equalizzatore nell’app, generando risultati meno coerenti. Nel complesso, però, CMF mostra un approccio pratico e “on the go” che rende queste cuffie davvero piacevoli da gestire.








Qualità audio: più coinvolgente che neutrale
Il cuore delle Headphone Pro sono i driver dinamici da 40 mm con diaframma in nickel placcato e bobina mobile in rame da 16,5 mm. Una combinazione che punta a ottenere un equilibrio abbastanza bilanciato, ma con una chiara preferenza per la vivacità dei bassi. Durante la prova abbiamo ascoltato diversi generi — dall’elettronica al rock classico, fino a podcast e musica pop. Si nota subito una tendenza piacione, con bassi rotondi e generosi, medi ben controllati e alti che raramente diventano stridenti. Il risultato è un suono energico e dinamico, più pensato per far divertire che per analizzare la scena sonora. Non siamo di fronte a cuffie da mastering, ma a un prodotto che fa venire voglia di alzare il volume.

Gli alti risultano definiti ma mai pungenti, i medi sono equilibrati, mentre il sub-basso — pur presente e piacevole — tende a dominare se non si regola con l’Energy Slider. L’immagine stereo è buona, la dinamica regge anche nei brani più densi, e il soundstage è più ampio del previsto. In generale, posso dire che per 99 euro la resa sonora è più che buona: ordinata, corposa e bilanciata quel tanto che basta per non stancare.
Connettività e codec: LDAC fa la differenza
Sul fronte tecnico, CMF ha integrato uno dei set più completi in questo range di prezzo. Le Headphone Pro supportano Bluetooth 5.3, con compatibilità ai codec LDAC e AAC, oltre alla certificazione Hi-Res Audio sia in modalità wireless che via cavo. Manca aptX, ma la presenza di LDAC copre ampiamente il gap e consente bitrate fino a 990 kbps, ideale per smartphone Android recenti.

La stabilità della connessione è ottima: durante i test non abbiamo riscontrato disconnessioni né lag percepibile entro un raggio di 10 metri. La modalità Low Latency, selezionabile dall’app, riduce la portata ma migliora la sincronizzazione video-gaming, un plus non trascurabile per chi usa piattaforme mobili.
Cancellazione del rumore e modalità ambientali
Qui CMF gioca la sua carta più interessante. Le Headphone Pro integrano un sistema ANC ibrido adattivo che può arrivare fino a 40 dB di riduzione. Il comportamento è automatico: la cuffia regola l’intensità in base al contesto, una funzione che finora abbiamo visto solo su modelli più costosi. In ambienti urbani — metropolitana, autobus, caffè — l’efficacia è molto interessante: le frequenze medie e alte vengono ridotte efficacemente, lasciando solo un residuo minimo dei toni più bassi.

Non siamo ai livelli delle top di gamma, ma l’effetto è coerente e mai artificiale: non si genera quella sensazione di “sottovuoto” tipica di molti ANC economici. Il modo trasparenza, attivabile con un tocco, fa il suo lavoro senza distorcere la voce o enfatizzare le alte frequenze. È perfetto per brevi conversazioni o per restare consapevoli del traffico circostante.
Audio spaziale e chiamate
Le CMF Headphone Pro includono anche il supporto spatial audio con due preset: Teatro e Concerto oltre che Chiuso. Il primo amplia il palco, creando un effetto più avvolgente ideale per film e serie. Il secondo enfatizza la profondità frontale, utile con brani registrati dal vivo. Non è un’esperienza “immersiva” come quella di Apple o Sony, ma aggiunge un livello di tridimensionalità che diverte.
Durante le chiamate, i tre microfoni integrati con tecnologia Clear Voice si comportano bene. La voce rimane chiara e naturale, anche in esterna. L’unico limite emerge con vento forte: l’intelligibilità resta buona ma la corposità vocale si riduce. Tuttavia, la griglia antivento svolge un lavoro di attenuazione più che sufficiente per la maggior parte degli scenari urbani.
App Nothing X: completa ma non perfetta
Come per gli altri prodotti Nothing, le Headphone Pro vengono gestite tramite l’app Nothing X, che funge da centro di controllo. L’interfaccia è semplice, pulita e visivamente coerente con l’ecosistema Nothing. Tutto è riassunto in una schermata principale: livelli ANC, Energy Slider, equalizzazione, aggiornamenti firmware e configurazione dei controlli. I comandi personalizzabili sono piuttosto limitati: solo il pulsante azione consente qualche variazione (assistente vocale, toggle ANC, spatial audio, mute microfono). Sarebbe auspicabile un maggior grado di libertà anche per il roller o lo slider, ma per ora la gestione rimane essenziale.




























L’equalizzatore integrato offre cinque preset principali e consente di modificare manualmente alti, medi e bassi con tre slider separati. Non è avanzato come quello di Sony Headphones Connect, ma permette di modellare il suono con facilità. Peccato che non si possano salvare profili differenti o associare preset a specifiche app musicali.
Tra le funzioni extra troviamo il Bluetooth Multipoint, che consente di collegare due dispositivi contemporaneamente senza lag visibili. Durante le prove, il passaggio da laptop a smartphone è stato rapido e fluido. Infine, la modalità Audio Personalizzato, una delle chicche delle Headphone Pro, merita una menzione: l’app esegue un test uditivo per calibrare in modo personalizzato l’equalizzazione di ciascun orecchio. Il risultato non è miracolistico, ma in molti casi migliora percettibilmente la chiarezza dei medi e delle voci.
Autonomia: il fattore sorpresa
Su questo fronte CMF non ha mezze misure: dichiara fino a 100 ore di ascolto (senza ANC) e 50 ore con cancellazione attiva. Numeri impressionanti, che nel mondo reale si traducono in una media di 40-45 ore effettive con volume medio, codec AAC e ANC attivo. È comunque il doppio rispetto a molte rivali dirette.

La ricarica rapida è un altro punto forte: bastano 5 minuti di energia per ottenere fino a 4 ore di riproduzione con ANC attivo, o quasi 8 ore se lo si disattiva. La ricarica completa richiede circa due ore, e la porta USB-C è compatibile con reverse charging da smartphone, una chicca ancora rarissima in questa fascia.
Difficile trovare altre cuffie da 99 euro capaci di una simile longevità energetica e il merito va al mix tra batteria da 720 mAh e firmware efficiente, che evita sprechi anche in modalità multipoint.
Prezzo e concorrenza: costano poco, valgono tanto
Posizionarsi sotto i 100 euro oggi è una sfida durissima. CMF ha deciso di farlo puntando su funzioni premium e affidandosi al nome Nothing come garanzia di serietà. Il risultato è un prodotto che, per dotazione tecnica, supera molte concorrenti dirette.
A parità di prezzo, la Sony WH-CH720N offre ANC e un suono pulito, ma niente LDAC e autonomia inferiore (circa 35 ore). La Soundcore Space One le batte in neutralità sonora, ma perde in costruzione e modularità. Le JBL Tune 670BTNC, pur essendo valide, non vantano la stessa eleganza software o la personalizzazione Audio.
Il vero ostacolo per CMF è la reputazione del brand: un marchio giovane deve ancora conquistare pienamente la fiducia dei consumatori audiofili. Ma nel concreto, tra ANC adattivo, LDAC, autonomia record e design modulare, le Headphone Pro offrono una lista di caratteristiche oggettivamente superiore a molti modelli vicino ai 99 euro. Durante il Prime Day, il prezzo è sceso a 79 euro — ed è a questa cifra che la definizione di best buy diventa pienamente giustificata.
Conclusioni: un debutto maturo
Usare le CMF Headphone Pro ti fa capire che CMF non è solo un esperimento di marketing della casa madre Nothing, ma un marchio che comincia a prendere un’identità autonoma. Sono cuffie che sorprendono per equilibrio e ambizione: suono piacevole, funzioni complete, autonomia eccellente e comfort elevato. Non mancano i difetti: materiali economici, ANC migliorabile sulle basse frequenze e personalizzazione limitata dell’app. Eppure il bilancio finale è positivo, forse anche oltre le aspettative.

Sono cuffie che non pretendono di essere premium, ma riescono comunque a sembrare tali in molti aspetti. Per chi cerca un modello versatile, leggero, longevo e con buona qualità audio sotto i 100 euro, le CMF Headphone Pro sono una scelta più che valida. E se riuscite a trovarle in offerta intorno ai 79 euro, allora sì, siamo davvero di fronte al nuovo best buy della categoria.
Pro:
- Suono bilanciato e coinvolgente con supporto LDAC
- ANC adattivo efficace e mai fastidioso
- Autonomia eccezionale (fino a 100 ore)
- Design leggero e comodo con pad intercambiabili
- App completa con calibrazione Audiodo
Contro:
- Materiali plasticosi e archetto troppo flessibile
- Personalizzazione dei controlli limitata
- Slider dei bassi poco intuitivo
- Brand ancora poco affermato nel settore audio
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