L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato sei istruttorie nei confronti di tre big del settore del cloud computing: le aziende coinvolte, infatti, sono società del calibro di Google, Apple e Dropbox.

Stando a quanto reso noto dall’AGCM, ognuna delle aziende sotto “indagine” è interessata sia da un procedimento per presunte pratiche commerciali scorrette e/o violazioni della Direttiva sui diritti dei consumatori che da uno per presunte clausole vessatorie incluse nelle condizioni contrattuali.

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L’AGCM apre sei procedimenti nei confronti di tre big

Per quanto riguarda Google (per Google Drive) ed Apple (per iCloud), le relative istruttorie per pratiche scorrette sono inerenti alla “mancata o inadeguata indicazione, in sede di presentazione del servizio, dell’attività di raccolta e utilizzo a fini commerciali dei dati forniti dall’utente e il possibile indebito condizionamento nei confronti dei consumatori, che, per utilizzare il servizio di cloud storage, non sarebbero in condizione di esprimere all’operatore il consenso alla raccolta e all’utilizzo a fini commerciali delle informazioni che li riguardano”.

A Dropbox l’AGCM imputa inoltre “di aver omesso di fornire in maniera chiara e immediatamente accessibile le informazioni sulle condizioni, sui termini e sulle procedure per recedere dal contratto e per esercitare il diritto di ripensamento”.

Per quanto riguarda i procedimenti per clausole vessatorie, questi riguardano alcune condizioni contrattuali predisposte da tali società, come la facoltà di sospendere e interrompere il servizio, l’esonero di responsabilità anche in caso di perdita dei documenti conservati sul cloud e la possibilità di modifica unilaterale delle condizioni contrattuali.