Quando si parla di robot e spazio l’immaginario collettivo vola subito ai grandi classici della fantascienza, da R2-D2 a Twiki, passando per il leggendario B-9; eppure questa volta non si tratta di cinema: nel contesto delle future missioni Artemis, gli astronauti della NASA avranno davvero un compagno robotico al loro fianco sulla superficie della Luna. Si chiama MAPP (Mobile Autonomous Prospecting Platform), è stato sviluppato da Lunar Outpost e sarà il primo rover robotico a operare insieme all’equipaggio umano su un altro corpo celeste.

Una novità che, come sempre, riflette l’approccio estremamente pragmatico della NASA: non un robot da eroe, ma una piattaforma scientifica autonoma pensata per studiare uno degli aspetti più critici e sottovalutati dell’ambiente lunare, ovvero polvere e plasma, elementi che potrebbero influenzare sicurezza, apparecchiature e futuro della permanenza umana sulla Luna.

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MAPP è il compagno di missione che studia ciò che per decenni ha dato problemi alla NASA

L’introduzione di MAPP nelle operazioni di Artemis IV nasce direttamente dall’esperienza dell’era Apollo, come ricordato da Nicky Fox, amministratore associato della NASA per la scienza, più l’umanità si allontana dalla Terra e più dipendiamo dalla scienza per proteggere e sostenere la vita umana. La povere lunare, estremamente abrasiva, elettrostatica, capace di attaccarsi a tutto, è stata da sempre una delle principali nemiche delle tute, delle attrezzature e dei sistemi energetici.

Il rover MAPP avrà quindi un ruolo fondamentale: caratterizzare in dettaglio il comportamento della polvere e del plasma sulla superficie lunare, fornendo dati che guideranno le strategie di mitigazione nelle future missioni.

Justin Cyrus, CEO di Lunar Outpost, lo definisce un passo essenziale per costruire una presenza umana sostenibile nello spazio, ricordando che questa sarà la settima missione contrattuale dell’azienda, a dimostrazione di quanto MAPP sia ormai considerato un asset affidabile dalla NASA.

A bordo del MAPP viaggerà il pacchetto scientifico DUSTER (DUst and plaSma environmenT survEyoR) del LASP dell’Università del Colorado Boulder, si tratta di un’indagine composta da due strumenti chiave:

  • Electrostatic Dust Analyzer (EDA) -> misura carica, velocità, dimensioni e flusso delle particelle di polvere sollevate dalla superficie
  • RESOLVE (RElaxation SOunder and differentiaL VoltagE) -> caratterizza la densità elettronica sopra la superficie lunare, analizzando condizioni del plasma

Il contributo scientifico non finisce qui, l’Università della Florida Centrale studierà la polvere sollevata dai lander durante il decollo, mentre l’Università della California, Berkeley analizzerà le condizioni del plasma a monte.

Come spiegato dal ricercatore Xu Wang, l’obbiettivo è creare un quadro completo dell’ambiente di polvere e plasma del polo sud lunare, indispensabile per proteggere astronauti e apparecchiature nelle missioni future.

Sebbene Artemis IV rappresenterà la prima interazione diretta tra astronauti e un rover robotico su un corpo celeste, MAPP non sarà un debuttante assoluto; Lunar Outpost ha già tentato di portare la sua piattaforma sulla Luna:

  • Lunar Voyage 1 (LV1) è arrivato nel 2025, ma il lander si è ribaltato al momento dell’atterraggio, lasciando il rover bloccato nel suo garage; nonostante ciò, MAPP è riuscito a raccogliere dati e dimostrare di essere operativo
  • Lunar Voyage 2 (LV2) è programmato per la missione IM-3 di Intuitive Machines nel 2026, parte del programma CLPS
  • LV3 seguirà per una missione commerciale
  • entro fine decennio arriverà Roo-ver, la prima missione di punta dell’Agenzia Spaziale Australiana nell’ambito di Artemis

La stessa Lunar Outpost ha già collaborato con la NASA contribuendo al sistema di supporto vitale del futuro Gateway orbitale lunare e costruendo MOXIE, l’esperimento montato sul rover Perseverance che ha dimostrato la produzione di ossigeno su Marte.

MAPP accompagnerà gli astronauti in una fase cruciale del programma Artemis, dopo Artemis II (la missione con flyby lunare prevista per il 2026), Artemis III nel 2028 riporterà finalmente l’umanità sulla superficie della Luna; Artemis IV invece sarà il secondo allunaggio del programma, concentrato proprio sul polo sud lunare.

È qui che entra in gioco MAPP, capire come si comporta la polvere, come interagisce con il plasma, quanto può danneggiare le tute, strumenti e pannelli solari, e come ridurre questi rischi.

Il paragone con i droidi della TV è inevitabile, ma l’obbiettivo di MAPP è molto più essenziale: fornire dati critici che permetteranno alla NASA di costruire una presenza umana duratura sul nostro satellite.

Dovremo dunque pazientare ancora un po’ per vedere MAPP in azione durante Artemis IV, ma il suo ruolo appare già chiaro, sarà un alleato silenzioso ma fondamentale, destinato a influenzare il futuro dell’esplorazione lunare molto più di quanto il suo aspetto possa suggerire a una prima occhiata.

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