Garmin si prepara a una svolta importante sul fronte della navigazione. Secondo indiscrezioni affidabili, il colosso americano dei dispositivi GPS starebbe abbandonando Google Maps come base per le mappe integrate nei suoi smartwatch, sostituendolo con Mapbox, una piattaforma che si fonda sui dati open source di OpenStreetMap.

Una scelta che non dovrebbe rivoluzionare l’esperienza d’uso quotidiana, ma che potrebbe modificare in modo visibile l’aspetto e il comportamento delle mappe sia sugli orologi che nell’app Garmin Connect.

Garmin pronta ad abbandonare Google Maps, ma con buoni motivi

La notizia, riportata dal portale Garmin Rumors, ha rapidamente fatto il giro delle community di utenti e appassionati. Garmin, che da anni utilizza Google Maps come riferimento per visualizzare percorsi e attività registrate, sembra aver deciso di cambiare provider cartografico per le mappe mostrate all’interno delle sue app e dispositivi.

Sebbene l’azienda non abbia ancora rilasciato una dichiarazione ufficiale, diversi utenti hanno già notato differenze nei dettagli delle mappe e nello stile grafico, indizi che suggeriscono un passaggio effettivo o in corso verso Mapbox.

Il cambiamento, va precisato, non riguarda il sistema di navigazione offline integrato negli smartwatch Garmin più avanzati, come i modelli Fenix, Epix o Tactix, che continueranno a utilizzare le proprie mappe interne basate su dati topografici proprietari. La novità riguarda piuttosto le mappe visualizzate nell’app Garmin Connect e nel portale web, dove gli utenti possono analizzare i percorsi completati, rivedere gli itinerari o esplorare le aree in cui si sono allenati.

Da Google Maps a Mapbox: cosa cambia?

Per l’utente medio, la transizione potrebbe inizialmente passare inosservata. Mapbox, infatti, utilizza dati provenienti da OpenStreetMap (OSM), una piattaforma collaborativa che raccoglie contributi da milioni di utenti in tutto il mondo.

L’aspetto delle mappe può variare leggermente, ma la funzionalità generale resta sostanzialmente invariata.

Mapbox non è certo un nome sconosciuto nel settore in quanto viene impiegato da realtà come Strava, AllTrails, Foursquare e Uber, ed è apprezzato per la sua flessibilità e personalizzabilità.

A differenza di Google Maps, che offre un’esperienza uniforme ma meno modificabile, Mapbox consente ai partner di adattare lo stile, i layer informativi e i livelli di dettaglio alle proprie esigenze.

Questo significa che Garmin potrà creare un’esperienza cartografica su misura, ad esempio enfatizzando i sentieri escursionistici, i percorsi ciclabili o i rilievi altimetrici, elementi molto più utili a un’utenza sportiva rispetto alle mappe pensate per la guida automobilistica.

Le ragioni economiche e tecniche dietro la scelta

Stando a quanto riportato dai colleghi del portale Garmin Rumors, la decisione dell’azienda potrebbe vertere anche su motivazioni economiche. Google Maps, pur essendo gratuito per l’utente finale, impone tariffe significative alle aziende che ne utilizzano le API su larga scala.

Ogni visualizzazione o richiesta di mappa all’interno di un’app come Garmin Connect comporta un costo, che nel tempo può diventare sostanziale. Mapbox, invece, offre modelli di licenza più flessibili e spesso più vantaggiosi, oltre alla possibilità di integrazione diretta con dati offline o cartografie personalizzate. Per un’azienda come Garmin, che gestisce milioni di utenti attivi e centinaia di milioni di attività salvate ogni anno, la migrazione potrebbe significare una riduzione importante dei costi operativi.

Dal punto di vista tecnico, inoltre, Mapbox consente un’integrazione più profonda con i propri motori di rendering grafico, ottimizzando le prestazioni su dispositivi mobili e smartwatch.

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