Jensen Huang, CEO di NVIDIA, ha chiacchierato un po’ del mondo della tecnologia in occasione del podcast BG2, occupandosi anche dei difficili rapporti commerciali tra Stati Uniti e Cina.

A dire di Huang, la Cina sarebbe indietro di soli “nanosecondi” rispetto agli Stati Uniti nella produzione di chip e il tentativo Washington di isolare il mercato rischia di divenire un pericoloso boomerang per gli USA.

I rapporti tra USA e Cina secondo NVIDIA

Secondo Huang, consentire ad aziende come NVIDIA di vendere i propri chip in Cina servirebbe gli interessi americani, in quanto avrebbe come effetto quello di diffondere la tecnologia statunitense ed estendere così la sua influenza geopolitica.

A dire del CEO di NVIDIA, la Cina è senza dubbio un concorrente formidabile, innovativo, affamato, in rapida evoluzione e scarsamente regolamentato e di un aumento dei rapporti commerciali con gli Stati Uniti non potrebbero che beneficiare proprio le aziende e le autorità governative USA.

Di recente il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha rilasciato a NVIDIA le necessarie license per la vendita in Cina delle sue GPU IA H20 e l’azienda è già al lavoro su un chip di nuova generazione, appositamente progettato per rispettare le attuali restrizioni e offrire allo stesso tempo prestazioni migliori.

Ma la Cina sta accelerando i propri piani per diventare autosufficiente e un esempio di ciò è rappresentato dai nuovi sistemi Atlas 900 A3 SuperPoD di Huawei, basati sui chip Ascend 910B, che sono ora in distribuzione in grandi volumi. 

Huang non ha nascosto di temere che l’attuale dominio di NVIDIA in Cina potrebbe essere messo a rischio dai progetti ambiziosi di Huawei e delle altre aziende cinesi, come Baidu, Alibaba, Tencent e ByteDance.

In sostanza, per il colosso dei chip un riavvicinamento tra Stati Uniti e Cina sarebbe più che auspicabile.

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