La corsa verso il ritorno sulla Luna compie un passo simbolico ma di grande significato: l’equipaggio di Artemis II ha ufficialmente scelto di chiamare Integrity la propria navicella Orion. Un nome che, come spesso accade nelle missioni spaziali più iconiche, non è solo un dettaglio estetico ma una vera dichiarazione d’intenti, capace di racchiudere lo spirito di collaborazione e determinazione che contraddistingue il programma Artemis della NASA.

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La navicella Orion della missione Artemis II si chiamerà Integrity

Dopo oltre cinquant’anni dall’ultima passeggiata lunare del programma Apollo, i quattro astronauti della missione Artemis II, Reid Wiseman (comandante), Victor Glover (pilota), Christina Koch e Jeremy Hansen (specialisti di missione), voleranno verso il nostro satellite a bordo di una navicella Orion che, da oggi, risponde al nome di Integrity. L’annuncio è arrivato nel corso di una conferenza stampa al Johnson Space Center di Houston, durante la quale l’equipaggio ha raccontato il processo che ha portato alla scelta del nome.

Wiseman ha spiegato che dare un’identità alla navicella è un modo per unire il mondo e una forza lavoro straordinaria, che sta creando un veicolo altrettanto straordinario; non è un caso che, durante il programma Apollo, anche i moduli di comando e i lander lunari fossero personalizzati con nomi scelti dagli equipaggi, una tradizione che ora Artemis riprende con orgoglio.

La decisione non è stata immediata, in isolamento, la stessa condizione che vivranno poco prima del lancio di Artemis II previsto per l’inizio del 2026, i quattro astronauti e le due riserve hanno discusso a lungo, tra frasi, soprannomi e perfino riferimenti geografici. Alla fine, l’ispirazione è arrivata da un viaggio di team building in Islanda, quando un istruttore ha condiviso una riflessione: l’integrità non è un traguardo statico, ma un impegno costante.

Per Glover, il termine racchiude un messaggio chiaro: “La radice latina significa intero, un concetto semplice che parla di unità. Noi quattro, insieme alle riserve, siamo una squadra completa; il veicolo stesso è l’unione di tanti componenti che formano un tutto“.

Non si tratta solo di un nome suggestivo, l’integrità è parte del Codice di Responsabilità Professionale degli Astronauti e un valore cardine anche per l’Agenzia Spaziale Canadese, che schiera Hansen come rappresentante internazionale. Koch ha sottolineato come il termine aiuti a costruire fiducia reciproca e a ricordare che l’integrità è un percorso, non una condizione immutabile.

Durante la missione, Integrity potrebbe diventare anche il nominativo radio ufficiale, riportando alla mente le storiche comunicazioni dell’era Apollo; se l’esperimento piacerà, Orion potrebbe davvero rispondere solo a questo nuovo nome.

Con questo battesimo, Artemis II entra nel vivo, la missione porterà per la prima volta dopo mezzo secolo un equipaggio umano a compiere un volo circumlunare, preludio allo sbarco di Artemis III; gli astronauti hanno ancora qualche mese di attesa prima del decollo, e anche a noi non resta che aspettare.

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