Il fronte dell’intelligenza artificiale continua a scaldarsi e, questa volta, al centro della polemica troviamo Elon Musk, Apple e OpenAI. Secondo quanto emerso da una causa depositata lunedì a San Francisco, le società di Musk – X Corp. e xAI – accusano i due colossi di aver stretto un accordo che limita pesantemente la concorrenza, rendendo l’esperienza iPhone praticamente “blindata” a favore di ChatGPT.

Se nei mesi scorsi erano arrivate le prime minacce di Musk nei confronti di Apple, oggi la battaglia è ufficialmente diventata legale. L’imprenditore sudafricano sostiene che l’integrazione nativa di ChatGPT all’interno della piattaforma Apple Intelligence sia un modo per “obbligare” gli utenti a utilizzare solo il chatbot sviluppato da OpenAI, senza alcun incentivo a scaricare app alternative, come Grok (il rivale targato xAI).

Offerta

DREAME H15 Mix 7-In-1

619€ invece di 899€
-31%

Le accuse: monopolio digitale e App Store pilotato

Nel testo della causa, Musk punta il dito contro due aspetti fondamentali:

  • L’integrazione predefinita di ChatGPT – Secondo la tesi di xAI, Apple avrebbe di fatto eliminato la possibilità di scelta degli utenti, costringendoli a utilizzare ChatGPT come AI principale quando attivano Apple Intelligence. Questo, a detta dei legali di Musk, è un chiaro esempio di abuso di posizione dominante.
  • Il ruolo dell’App Store – Un altro punto cruciale riguarda la gestione delle classifiche e delle sezioni editoriali dello store. Grok e l’app X, pur avendo performance elevate in termini di download e punteggi, non compaiono nella sezione “Must-Have Apps”, dove invece figura ChatGPT come unico chatbot AI. Una dinamica che Musk definisce “manipolata” e che, secondo lui, dimostra l’esistenza di un trattamento di favore a OpenAI a discapito dei concorrenti.

Non è la prima volta che Apple viene accusata di comportamenti anticoncorrenziali legati al suo ecosistema chiuso: basti pensare alle cause sollevate in passato sul tema delle commissioni imposte agli sviluppatori o sull’impossibilità di distribuire applicazioni fuori dall’App Store.

Un altro elemento evidenziato nella causa riguarda la quantità enorme di dati a cui OpenAI potrebbe avere accesso grazie all’accordo con Apple. Parliamo di miliardi di prompt generati quotidianamente da centinaia di milioni di iPhone in tutto il mondo. Un vantaggio competitivo smisurato per ChatGPT, che rischia di consolidare ancora di più la supremazia di OpenAI nel mercato delle AI generative. Secondo Musk, questa partnership crea una sorta di “fossato” attorno a OpenAI: grazie al predominio di Apple negli smartphone, nessuna realtà emergente può competere ad armi pari. In altre parole, un ecosistema chiuso che protegge e amplifica il leader, soffocando qualunque spinta innovativa.

Le reazioni di Apple e OpenAI

Come prevedibile, i diretti interessati non sono rimasti a guardare. Apple, interpellata da Bloomberg già nelle scorse settimane, ha dichiarato che l’App Store è stato progettato per essere “giusto ed equo” e respinge le accuse di favoritismi.

Dal canto suo, OpenAI ha affidato la replica alla portavoce Kayla Wood. In una breve dichiarazione si legge che questa nuova offensiva legale di Musk si inserisce “in un pattern ormai evidente di molestie” nei confronti della società. Tradotto: la causa sarebbe solo l’ennesimo tassello di una campagna aggressiva messa in atto dal patron di Tesla e SpaceX per screditare l’ex realtà da lui stesso fondata.

Segui l'Intelligenza Artificiale su Telegram, ricevi news e offerte per primo

Lo scenario che si apre

Al di là delle dichiarazioni ufficiali, è evidente che la battaglia appena iniziata avrà pesanti conseguenze sul futuro del settore. Se Musk dovesse ottenere ragione, Apple e OpenAI potrebbero essere costrette a rivedere l’integrazione di ChatGPT all’interno di iOS o, quantomeno, a garantire maggiore visibilità e pari opportunità alle app rivali. Un precedente di questo tipo segnerebbe una svolta storica, non troppo distante da quanto accaduto negli anni ’90 con le indagini antitrust contro Microsoft e Internet Explorer.

Al tempo stesso, non va dimenticato che Musk sta puntando con forza su xAI e Grok come alternativa “aperta e trasparente” ai colossi dell’AI. È quindi evidente che, oltre a questioni di principio, ci siano in gioco enormi interessi economici e la volontà di guadagnare terreno in un mercato che si avvia a diventare dominato da pochi grandi attori.

I nostri contenuti da non perdere: