La missione Lunar Trailblazer della NASA si è ufficialmente conclusa, e non nel modo sperato; lanciata il 26 febbraio 2025 la piccola sonda spaziale aveva l’obbiettivo di mappare l’acqua lunare in alta risoluzione, tuttavia, appena 24 ore dopo il lancio, i contatti sono stati interrotti e tutti i tentativi di ripristinare le comunicazioni sono falliti; la NASA ha annunciato ufficialmente la fine della missione il 31 luglio.

Fallisce la missione Lunar Trailblazer della NASA per mappare l’acqua lunare

La sonda Lunar Trailblazer era stata lanciata a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX, condividendo il viaggio con la missione IM-2 di Intuitive Machines. Dopo una separazione regolare del vettore e un primo segnale positivo, qualcosa è andato storto; il piccolo satellite non è più riuscito a comunicare con il team a terra, guidato dall’IPAC del Caltech.

I dati ricevuti prima del blackout hanno suggerito un orientamento errato dei pannelli solari, circostanza che ha impedito una corretta ricarica delle batterie; senza energia, la sonda è rimasta muta, iniziando a ruotare lentamente e a dirigersi verso lo spazio profondo.

Nonostante uno sforzo internazionale per intercettare segnali e tentare il recupero, Lunar Trailblazer si è allontanata troppo, i segnali si sono affievoliti oltre il punto di utilità, rendendo impossibile inviare comandi o ricevere telemetria.

Un duro colpo per la NASA, che aveva puntato su questa missione per migliorare la comprensione dell’acqua lunare; a bordo della sonda c’erano due strumenti avanzati:

  • HVM³ (High-resolution Volatiles and Minerals Moon Mapper) -> uno spettrometro infrarosso del JPL progettato per rilevare acqua e minerali
  • Lunar Thermal Mapper (LTM) -> sviluppato dall’Università di oxford, finanziato dall’Agenzia Spaziale del Regno Unito, dedicato alla mappatura termica della superficie lunare

Entrambi gli strumenti avrebbero dovuto offrire dati cruciali in vista delle future missioni umane e robotiche sul nostro satellite.

Lunar Trailblazer faceva parte del programma SIMPLEx della NASA, pensato per missioni scientifiche a basso costo e alto rischio; in cambio di un budget contenuto e meno burocrazia, si accetta una maggiore probabilità di fallimento, e questa volta purtroppo il rischio si è concretizzato.

Tuttavia la NASA guarda avanti, il design di HVM³ vivrà ancora nello UCIS-Moon (Ultra Compact Imaging Spectrometer for the Moon), uno strumento che è già stato selezionato per una futura missione orbitale; anche l’esperienza ingegneristica e scientifica accumulata durante lo sviluppo della missione sarà fondamentale per i progetti futuri.

Nicky Fox, amministratore associato del Science Mission Directorate presso la sede centrale della NASA a Washington ha dichiarato:

Alla NASA, intraprendiamo missioni ad alto rischio e ad alto rendimento come Lunar Trailblazer per trovare modi rivoluzionari di fare nuova scienza. Sebbene non abbia raggiunto il risultato che speravamo, esperienze di missione come Lunar Trailblazer ci aiutano a imparare e a ridurre il rischio per i futuri piccoli satelliti a basso costo di fare scienza innovativa mentre ci prepariamo per una presenza umana prolungata sulla Luna. Grazie al team di Lunar Trailblazer per la dedizione dimostrata nel lavorare e imparare da questa missione fino alla fine.

Lunar Trailblazer non ha raggiunti la Luna, ma ha comunque lasciato un’eredità, come spesso accade nell’esplorazione spaziale anche gli insuccessi servono a tracciare nuove rotte.

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