A poco più di un anno dall’entrata in vigore del Digital Services Act (DSA), la Commissione Europea torna a far sentire la propria voce con un’iniziativa dal peso potenzialmente rilevante per tutto il settore dell’e-commerce; nel mirino dell’esecutivo comunitario finisce Temu, la piattaforma di shopping online di proprietà del gruppo cinese PDD Holdings, accusata (almeno in via preliminare) di non aver rispettato gli obblighi previsti dal DSA, in particolare per quanto riguarda la presenza di prodotti illegali o non conformi e la gestione inadeguata dei rischi per i consumatori europei.
Prodotti non conformi, giocattoli a rischio e dispositivi elettronici pericolosi: l’UE indaga su Temu
La procedura, annunciata ufficialmente nella giornata di ieri, nasce da una serie di attività investigative condotte nei mesi precedenti tra cui una mistery shopping su scala europea, che ha messo in luce la facilità con cui è possibile, su Temu, imbattersi in prodotti non sicuri, giocattoli non conformi alle normative europee, ma anche articoli di elettronica di consumo potenzialmente pericolosi.
Secondo quanto reso noto dalla Commissione, la valutazione dei rischi presentata da Temu nell’ottobre 2024 si sarebbe basata su dati generici di settore e non, come richiesto dall’articolo 34 del DSA, su informazioni specifiche e puntuali relative alla propria piattaforma; una mancanza che, di fatto, avrebbe reso eventuali contromisure poco efficaci, esponendo milioni di utenti europei a rischi concreti per la salute e la sicurezza.
Ma le criticità rilevate non si fermano ai soli prodotti venduti, l’indagine ha infatti evidenziato altre aree problematiche che, se confermate, potrebbero aggravare ulteriormente la posizione di Temu nel contesto europeo; si parla, tra le altre cose, di:
- scarsa trasparenza nei sistemi di raccomandazione dei prodotti, alimentati da algoritmi non sufficientemente spiegati agli utenti
- interfacce manipolative o dark pattern progettate per spingere all’acquisto compulsivo
- meccanismi di segnalazione inefficaci per contenuti e prodotti illegali
- scarsa tracciabilità dei venditori all’interno del marketplace
Tutti aspetti, è bene ricordarlo, che il Digital Services Act tratta con particolare attenzione, imponendo obblighi specifici ai grandi intermediari digitali per garantire un ambiente sicuro, trasparente e affidabile agli utenti europei.
A questo si aggiunge (ed è un dettaglio tutt’altro che trascurabile) un’indagine parallela già in corso da parte delle autorità europee competenti in materia di tutela dei consumatori, che punta il dito contro l’uso sistemico di sconti fittizi, recensioni false e strategie di pricing opache, anch’esse considerate pratiche scorrette dalla Commissione.
Temu avrà ora la possibilità di esercitare il proprio diritto alla difesa, consultando il fascicolo istruttorio e presentando osservazioni scritte in risposta alle accuse formulate; in parallelo, la Commissione consulterà il Comitato Europeo per i Servizi Digitali, come previsto dalla procedura.
Se le valutazioni preliminari saranno confermate, la piattaforma rischia una dichiarazione formale di non conformità con l’articolo 34 del DSA, il che potrebbe comportare una sanzione amministrativa fino al 6% del fatturato globale annuo, l’avvio di un periodo di sorveglianza rafforzata per assicurare il pieno rispetto delle misure correttive e, nei casi più gravi, anche restrizioni temporanee o permanenti all’operatività della piattaforma nell’UE.
Un portavoce di Temu ha già dichiarato che l’azienda continuerà a cooperare pienamente con la Commissione, ma il procedimento avviato non lascia presagire sviluppi rapidi; sarà infatti necessaria una fase istruttoria approfondita prima che arrivi una decisione finale.
La vicenda di Temu si inserisce in un contesto normativo sempre più stringente per le grandi piattaforme online, chiamate oggi più che mai a garantire sicurezza, legalità e trasparenza nei confronti degli utenti europei; il Digital Services Act, entrato in vigore in via definitiva nei primi mesi del 2024, rappresenta una delle risposte più ambiziose dell’Unione Europea alle sfide poste dai mercati digitali globali.
Come ha ricordato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sovranità Digitale dell’UE, la sicurezza dei consumatori online non è negoziabile, e il caso Temu sembra destinato a diventare un precedente importante nella concreta attuazione del DSA.
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