Amazon accelera nel campo dell’intelligenza artificiale con una mossa strategica che potrebbe anticiparne i piani futuri.
L’azienda ha annunciato l’acquisizione di Bee, una startup americana che ha creato un dispositivo indossabile capace di ascoltare, trascrivere e riassumere tutto ciò che dice il suo proprietario. Si tratta dunque di un assistente personale da polso, discreto e proattivo, che ora si prepara a entrare nell’ecosistema del colosso di Seattle.
Indice:
Un braccialetto che trascrive ogni conversazione, Amazon acquisisce Bee
Lanciato inizialmente come prodotto indipendente, Bee è un dispositivo simile a un fitness tracker dal prezzo contenuto (49,99 dollari), progettato per ascoltare e comprendere il contesto delle conversazioni intorno a chi lo indossa.
Utilizzando alcuni modelli di intelligenza artificiale avanzata, Bee trascrive in tempo reale le interazioni verbali, creando un diario personalizzato delle attività quotidiane del possessore.
Oltre a questo il dispositivo non si limita a registrare ma analizza le conversazioni, genera promemoria, suggerimenti e riassunti della giornata direttamente tramite l’app Bee. È inoltre possibile autorizzarlo ad accedere a email, contatti, posizione, calendario, promemoria e persino gallerie fotografiche, al fine di arricchire il contesto informativo e rendere le sue analisi più pertinenti.
La premessa tecnologica è affascinante: un dispositivo che funge da memoria esterna e assistente personale, sempre attento e disponibile.
Tuttavia, come sottolineato da chi ha avuto modo di provarlo, non mancano i limiti. Tra questi troviamo la giornalista del Wall Street Journal Joanna Stern, autrice di un video sul prodotto, e la giornalista Victoria Song di The Verge ha raccontato di come Bee tenda a confondere conversazioni reali con contenuti riprodotti da altri dispositivi, come TV, TikTok o canzoni in sottofondo.
L’AI, ancora oggi, fatica a distinguere con precisione tra parlato umano e media circostanti.
Malgrado queste imprecisioni, l’idea di fondo è ambiziosa ovvero trasformare un braccialetto in un secondo cervello, capace di raccogliere ciò che viviamo e farne una sintesi, per alleviare il peso della memoria e delle attività quotidiane.
La notizia dell’acquisizione è stata confermata dalla stessa CEO di Bee, Maria de Lourdes Zollo, tramite LinkedIn. “Ci uniamo ad Amazon per portare un’intelligenza artificiale veramente personale e agentica a un pubblico ancora più ampio”, ha scritto Zollo, lasciando intuire un’integrazione profonda della tecnologia Bee nei servizi del colosso.
Le politiche sulla privacy di Bee e i progetti di Amazon
L’elefante nella stanza di questo prodotto e tutti quelli della categoria resta indubbiamente il futuro delle politiche sulla privacy.
Bee aveva finora adottato un approccio molto cauto fatto di nessuna registrazione audio permanente, elaborazione locale sul dispositivo, dati non condivisi con terze parti. Amazon, storicamente, è stata oggetto di critiche proprio per l’uso estensivo dei dati personali nei suoi assistenti vocali e dispositivi domestici.
Alexandra Miller, portavoce di Amazon, ha dichiarato che l’azienda “tiene profondamente alla privacy e alla sicurezza dei clienti” e che collaborerà con il team di Bee per garantire “ancora maggiore controllo” agli utenti. “Non siamo mai stati nel business della vendita dei dati dei nostri clienti”, ha aggiunto Miller, “e i nostri prodotti sono progettati per mettere gli utenti al centro, proteggendo le loro informazioni”.
I dettagli dell’accordo restano riservati, ma Amazon ha confermato che tutti i dipendenti di Bee hanno ricevuto offerte per entrare a far parte dell’organico del colosso.
Non è ancora chiaro se Bee continuerà a operare come marchio separato o se, come più probabile, la sua tecnologia verrà integrata in dispositivi Amazon esistenti, come gli Echo o i wearable Halo.
L’ipotesi più affascinante è proprio l’espansione della linea di indossabili di Amazon magari con il lancio futuro di un prodotto che sappia sfruttare l’IA generativa e l’interazione multimodale sulle orme dell’idea alla base del Humane AI Pin, progetto ormai naufragato e mai concretamente affidabile.
Bee rappresenta un primo passo verso la creazione di un assistente che non si attiva solo su richiesta, ma che osserva, ascolta e agisce in base a ciò che accade attorno all’utente. Sarà interessante capire in che modo il colosso di Bezos riuscirà a gestire le tecnologie e le conoscenze di Bee nonché preservare l’etica di trasparenza in merito ala privacy, il dettaglio più oscuro di questa acquisizione.
Se gestito con cura e trasparenza il progetto Bee potrebbe essere una delle mosse più significative di Amazon nel campo dell’intelligenza artificiale personale.
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