Google sarebbe ormai sul punto di completare l’acquisizione di Mandiant, una società di cybersecurity, in cambio di 5,4 miliardi di dollari. Si tratta di un’operazione di notevole rilievo, anche per le sue possibili implicazioni.

Le rivali di Alphabet Inc., Amazon e Microsoft, potrebbero infatti decidere di rispondere immediatamente all’azienda di Mountain View, considerato come il settore in questione sia in forte e rapida crescita.

Un trend favorito in particolare dal passaggio allo smart working consigliato dal diffondersi del Covid e dalle nuove necessità in tema di sicurezza informatica che tale passaggio ha comportato. Testimoniate da una serie di studi i quali prevedono un suo rafforzamento da qui al 2026.

Google ha preceduto Microsoft?

Per capire l’importanza dell’acquisizione operata da Google, occorre anche ricordare come non poche indiscrezioni volessero nel recente passato anche Microsoft interessata a Mandiant. Un interesse dovuto proprio alla rilevanza del lavoro da essa compiuto in questi anni al fine di preservare la sicurezza di aziende come NVIDIA e News Corp.

Per effetto di questa operazione, il business di Google nel settore del cloud computing, calcolato nell’ordine dei 19 miliardi all’anno, potrebbe trarne grande giovamento. Saranno interessate soprattutto le operazioni rivolte al tema della sicurezza dagli attacchi informatici e i servizi di consulenza.

Per convincere la controparte, Google ha dovuto spingere sino a 23 dollari per azione la sua proposta. Si tratta di un premio pari al 53% rispetto al valore effettivo delle stesse prima delle indiscrezioni relative ad un interesse di Microsoft. Un prezzo ritenuto evidentemente congruo dall’azienda guidata da Sundar Pichai pur di impedire al grande rivale di arrivare a dama.

A proposito di Mandiant

Mandiant è un’azienda specializzata nell’opera di contrasto agli attacchi informatici e nei test di sicurezza per i dispositivi in questione. Nel corso dello scorso anno è diventata un’entità autonoma dopo che FireEye Inc ha venduto la sua attività a un consorzio guidato dalla società di private equity Symphony Technology Group, ottenendo come contropartita una cifra pari a 1,2 miliardi di dollari.

Se quelle in ballo possono sembrare cifre gigantesche, all’atto pratico potrebbero rivelarsi nulla più che un gustoso antipasto. A sostenerlo è Jeff Pollard, analista principale di Forrester Research, secondo il quale il settore della sicurezza informatica è destinata a conseguire un ruolo sempre più centrale.

Un giudizio sul quale, del resto, concordano molti report usciti nel corso degli ultimi mesi. Rafforzato peraltro dal rilievo che il tema sta assumendo all’interno del conflitto tra Russia e Ucraina, in cui gli hacker delle due parti sono impegnati in una vera e propria guerra cibernetica.

Il mercato della sicurezza informatica

I rapporti sulla sicurezza informatica non sembrano lasciare dubbi al proposito. A partire da quello di Mordor, una società specializzata in ricerche di settore, secondo la quale la richiesta di software adatti ad assicurarla si attesterà a quota 352,25 miliardi di dollari entro il 2026.

Leggermente meno ottimistiche le previsioni formulate da Cyber Security Market Size, uno studio pubblicato lo scorso marzo, secondo il quale il mercato della sicurezza informatica è destinato a raggiungere un valore pari a 366 miliardi di dollari, ma solo entro il 2028.

Per capire meglio il trend in atto, occorre fare riferimento a un’altra analisi, condotta a sua volta da Fortune Business Insights, secondo la quale il mercato della cyber security ha raggiunto un valore di 153,16 miliardi di dollari nel 2020. Se le stime relative al 2021 non sono ancora disponibili il totale dovrebbe comunque aver superato i 165 miliardi.

I motivi della crescita in atto

La crescita dal mercato è attribuita soprattutto all’epidemia globale ancora in atto, che ha costretto un gran numero di aziende ad attuare lo smart working per provare a contrastare la diffusione del Covid. L’incremento della superficie di attacco ha però aperto notevoli varchi nella sicurezza dei sistemi informatici. Cui le stesse aziende hanno dovuto rispondere con maggiori investimenti in termini di cyber security.

Alcuni settori, a partire dalla sanità, hanno inoltre accresciuto la propria strategicità. Si pensi in tal senso agli attacchi che hanno interessato l’ospedale Spallanzani di Roma, motivati con ogni probabilità dall’intento di sottrarre informazioni sulle ricerche in tema di Covid. La struttura romana non è del resto stata l’unica ad essere attaccata, con la crescita dei timori al riguardo.

Molti governi, al fine di rispondere all’offensiva hacker in atto, hanno quindi stanziato grosse cifre investendo per garantire la sicurezza della grande mole di dati e informazioni attualmente disponibili in rete. Nel corso del 2020 il Regno Unito ha investito circa 2,3 miliardi di dollari in una serie di progetti tesi ad incrementare i livelli di sicurezza delle reti e le capacità di difesa cibernetica.

Anche la crescita delle piattaforme per il commercio elettronico ha dato ulteriore impulso alla tendenza. La richiesta di sicurezza delle stesse si è tradotta in nuovi investimenti in termini di sicurezza informatica.

Tra i settori che sono destinati ad incrementare in maniera sensibile gli investimenti in software destinati ad implementare i livelli di sicurezza, c’è anche quello dei servizi finanziari e bancari. Trading e banking online necessitano infatti di sistemi in grado di garantire non solo transazioni sicure, ma anche in grado di preservare i dati sensibili e le informazioni confidenziali dei propri utenti.

Necessità che si fanno sentire soprattutto in una economia fondata sulla finanza come quella degli Stati Uniti, che sembrano destinati a trainare il settore anche nel corso dei prossimi anni. Se nel 2020 ammontavano a quasi 62 miliardi di dollari le risorse impiegate in Nord America per la cyber-security, nel prossimo quinquennio il trend dovrebbe ulteriormente consolidarsi.

Aumentano gli attacchi

Per capire a quale grado di intensità sia arrivata la pirateria informatica, basta dare un rapido sguardo ad un altro rapporto, stilato stavolta dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano, secondo il quale nel corso del 2020 c’è stato un incremento senza precedenti degli attacchi informatici. Addirittura il 40% delle grandi imprese, infatti, ha affermato di aver subito un numero maggiore di attacchi rispetto all’anno precedente.

Un’evoluzione tale da spingere il sottosegretario di Stato Franco Gabrielli ad avanzare l’ipotesi di un’agenzia per la resilienza delle infrastrutture. La proposta in questione si va a calare però in una situazione la quale sembra al momento molto problematica.

Il mercato italiano della cyber security, infatti, è ancora limitato in rapporto al PIL, con un’incidenza circa 4-5 volte inferiore rispetto a quella che caratterizza i paesi più avanzati. Considerato l’evolvere della situazione, sembra abbastanza probabile che anche in Italia si possa osservare una notevole accelerazione verso la sicurezza informatica.

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