All’Università di Harvard alcuni ricercatori hanno scoperto il modo per ricreare i piccoli puntini tridimensionali del linguaggio Braille su di un display simile a quello e-ink. Ciò potrebbe essere l’inizio di una seconda rivoluzione degli e-book reader che fino ad ora ha veduto coinvolti solo i libri tradizionali.

Ciò che è stato scoperto dai ricercatori è un principio semplice da spiegare ma incredibilmente complesso da ricreare: un sottile guscio elastico viene compresso da una forza da entrambe le estremità, e i puntini tridimensionali sono fatti colpendo il guscio con una stilo. I puntini rimangono anche dopo che la forza è stata rilasciata e possono essere cancellati allungando nuovamente il guscio.

I libri in Braille stampati occupano molto più spazio dei loro equivalenti di inchiostro. Ad esempio, l’edizione in Braille di Harry Potter e l’Ordine della Fenice copre oltre 14 volumi – difficilmente conveniente per i bambini da infilare uno zaino. Se implementato con successo, il Braille riprogrammabile di Harvard potrebbe ridurlo a un’unica pagina riscrivibile (molto simile a quanto avviene oggi con i classici e-book reader in stile Kindle).

Ci sono stati diversi tentativi di sviluppare un e-book reader per il Braille ma nessuno si è dimostrato fattibile. La società britannica Anagraphs ha realizzato un prototipo funzionante nel 2014. Il lettore funzionava riscaldando la paraffina e causando l’espansione e la produzione di punti braille. Purtroppo, il progetto ha finito i finanziamenti nel 2014 ed è stato accantonato.

Il progetto dell’Università di Harvard è molto più semplice ma soprattutto molto più economico da sviluppare, tanto che potrebbe essere perfetto per qualcosa di commerciale. Questo grazie anche alla creazione, da parte dello USB Implementers Forum (un’organizzazione senza scopo di lucro creata per supportare la tecnologia USB), di uno standard atto a ricreare il linguaggio Braille sui display.

Lo USB Implementers Forum ha recentemente annunciato di stare lavorando con Apple, Microsoft e Google per creare un nuovo standard per i display braille, consentendo agli utenti di utilizzarli semplicemente in maniera plug and play.