Nonostante molti tassisti di Roma e Milano si sono rivolti all’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) nella questione contro Uber e servizi simili, l’Autorità adesso ha preso di mira loro e i servizi di radio taxi per pratiche di concorrenza sleale.

In particolare, l’AGCM ha appurato che le clausole di esclusiva tra i principali operatori di radiotaxi attivi a Roma e Milano e i tassisti aderenti costituiscono reti di intese verticali, per cui limitano la concorrenza. Dal punto di vista legale, queste pratiche violano pertanto l’articolo 101 del TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea).

Ciò che l’AGCM sta cercando di fermare è un qualcosa che assicura a entrambe le parti (i tassisti e le aziende di radio taxi) una posizione di vantaggio nei confronti della concorrenza.

Uno dei servizi che più ha subito questa sorta di concorrenza sleale messa in piedi è Mytaxi. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’app che permette agli utenti di prenotare pagare e valutare un taxi e ai tassisti di mettere a disposizione una quota variabile di corse, a seconda dei propri impegni.

L’Autorità ha verificato che tali clausole sono idonee a determinare un consistente e duraturo effetto di chiusura del mercato della raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi a Roma e Milano, ostacolando l’accesso a nuovi operatori che adottano un diverso e innovativo modello di business, come Mytaxi, e, più in generale, la concorrenza tra piattaforme chiuse (come i radiotaxi) e aperte. L’Autorità ha inoltre verificato che la presenza delle clausole di esclusiva non ha alcuna giustificazione di natura giuridica o economica.

L’accaduto però non farà scattare sanzioni pecuniarie alle agenzie di radio taxi coinvolte ma richiede solo la conclusione di queste pratiche che non favoriscono il libero mercato.