L’idea del cloud gaming come alternativa economica all’hardware da gioco sembra perdere appeal settimana dopo settimana. A partire da gennaio 2026, Nvidia GeForce Now introdurrà un tetto mensile di 100 ore di utilizzo per tutti gli abbonati, una decisione che ha già sollevato forti critiche tra gli utenti più assidui ma che, purtroppo, si inserisce nell’attuale contesto tecnologico di scarsità di GPU e memorie a causa dell’incessante fame di risorse delle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale.

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GeForce Now gratis per 100 ore al mese, poi si pagherà extra

Finora GeForce Now era considerato uno dei servizi di gioco in streaming più accessibili, permettendo di sfruttare la potenza delle GPU Nvidia senza dover costruire un PC costoso. Ma il nuovo sistema di limiti cambia tutto:

  • Gli iscritti al piano Performance da 9,99 dollari al mese dovranno pagare 2,99 dollari per ogni blocco aggiuntivo di 15 ore.
  • Gli abbonati Ultimate, che versano 19,99 dollari al mese, dovranno invece sborsare 5,99 dollari per le stesse 15 ore extra.

La misura entrerà in vigore dal 1 gennaio 2026 e coinvolgerà tutti gli utenti, compresi quelli storici che finora avevano beneficiato di un periodo di tolleranza.

Una stima pubblicata su Reddit dall’utente appleroyales mostra come i costi possano lievitare rapidamente. Chi gioca circa sei ore al giorno spenderà, in un anno, più di quanto costi una PS5 Pro da 650 dollari. Su un arco di cinque anni, la spesa totale potrebbe superare i 3.500 dollari, cifra sufficiente per assemblare un PC gaming di fascia alta.

Geforce Now will universally limit playtime to 100 hours / moth starting January 1. Here is how much Cloud Gaming will cost you from now on.
byu/appleroyales inpcmasterrace

Per chi invece si collega solo occasionalmente, il servizio continua a essere una buona opzione. Tuttavia, il rapporto qualità-prezzo cambia radicalmente per i giocatori intensivi, che rischiano di pagare più di quanto costerebbe acquistare una macchina dedicata.

Un contesto economico difficile per i gamer

Come accennato, il problema si inserisce in un momento già complicato per chi gioca su PC. I prezzi delle GPU e delle RAM DDR5 hanno raggiunto livelli record nel 2025, rendendo la costruzione o l’aggiornamento di un computer sempre più onerosa. Proprio per questo, molti utenti avevano visto in GeForce Now una soluzione temporanea conveniente.

Ora, con l’introduzione delle limitazioni orarie, la convenienza del cloud gaming rischia di svanire. Alcuni analisti ritengono che Nvidia voglia così contenere i costi operativi dei server, aumentati esponenzialmente a causa della domanda globale di potenza di calcolo, legata all’intelligenza artificiale, e dirottare il maggior quantitativo possibile di potenza verso i processi legati all’AI piuttosto che verso il gaming, settore sempre più in secondo piano nella strategia del colosso.

Nonostante le proteste, GeForce Now continua a offrire prestazioni superiori rispetto a servizi concorrenti come Xbox Cloud Gaming o Amazon Luna, soprattutto nel rendering e nella latenza. Per questo, è probabile che gli utenti più fedeli restino sulla piattaforma, almeno finché non ci saranno alternative realmente competitive.

Resta però la preoccupazione che Nvidia possa introdurre ulteriori restrizioni o aumenti di prezzo nei prossimi mesi. Se ciò accadesse, il cloud gaming rischierebbe di perdere la sua ragione d’essere ovvero offrire ai giocatori un modo economico e flessibile per accedere a titoli di fascia alta senza investire migliaia di euro in hardware. Un concetto che l’attuale panorama economico sta mettendo a repentaglio sempre di più.

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