La NASA è pronta a iniziare un nuovo capitolo della storia del ritorno dell’uomo verso la Luna con Artemis II, la missione spaziale che segnerà il ritorno di un equipaggio oltre l’orbita terrestre bassa dopo più di cinquant’anni. L’agenzia statunitense ha confermato che, se i preparativi procederanno secondo i piani, il lancio potrebbe avvenire già da febbraio 2026.

L’equipaggio scelto per compiere questa impresa è composto da Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e Jeremy Hansen. I quattro astronauti scelti dalla NASA trascorreranno dieci giorni nello spazio, viaggiando in prossimità della Luna per poi fare ritorno sulla Terra. Ci troviamo davanti al primo volo con equipaggio umano al di fuori dell’orbita terrestre bassa dal lontano 1972, quando Apollo 17 concluse il programma lunare che portò al primo sbarco di esseri umani sul nostro satellite.

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I preparativi della NASA procedono senza intoppi

La NASA ha infatti da poco dichiarato che i preparativi tecnici stanno entrando nelle fasi finali e che quindi si trovano in un momento cruciale. Il razzo Space Launch System è già stato assemblato e dichiarato pronto, mentre la capsula Orion sta completando gli ultimi controlli prima di essere posizionata in cima al vettore. Una volta unite le due sezioni, il razzo nella sua interezza verrà trasferito al Kennedy Space Center per una prova generale che comprende il rifornimento completo dei serbatoi e un conto alla rovescia simulato fino a -29 secondi.

La missione Artemis II prevede un volo con traiettoria di ritorno libero, ossia una rotta che garantirà il rientro sulla Terra anche in caso di eventuali problemi al sistema di propulsione. Dopo un giro di controllo attorno al nostro pianeta e la verifica di tutti i sistemi di bordo da parte degli astronauti, la capsula Orion accenderà i suoi motori principali per dirigersi verso la Luna, sorvolandola a una distanza di circa 8000-14000 chilometri prima di iniziare la strada di ritorno.

Uno degli aspetti più delicati della missione sarà proprio la fase del rientro, cruciale per testare la resistenza dello scudo termico del mezzo. Nel 2022 la missione Artemis I, che non prevedeva equipaggio umano, ha portato al distaccamento di materiale ablativo durante il rientro del razzo, nonostante il volo fosse stato considerato un successo complessivamente. Gli ingegneri della NASA hanno trascorso gli ultimi anni a studiare il fenomeno e hanno modificato la traiettoria di rientro per ridurre le pressioni che avevano causato il problema nella missione originale.

Secondo quanto dichiarato dall’agenzia statunitense, Artemis II potrebbe effettuare il suo primo volo il prossimo 5 febbraio 2026. Si tratta di un passaggio fondamentale verso Artemis III, la missione che ha come obiettivo l’allunaggio di due astronauti nel Polo Sud lunare, un’area di grande interesse scientifico per la possibile presenza di ghiaccio d’acqua.

Per molti ci troviamo davanti all’inizio di una nuova corsa allo spazio: la NASA deve infatti competere con la Cina, che ha a sua volta dei piani concreti per stabilire una presenza stabile sulla Luna per sfruttarne le risorse. L’agenzia americana ha però ribadito che la priorità di tutte queste missioni resta la sicurezza e che non sente alcun tipo di pressione per far partire Artemis II il prima possibile e di raggiungere l’obiettivo prima di altri.

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