A partire dal 13 agosto (e inizialmente solamente negli Stati Uniti), YouTube introdurrà un nuovo sistema basato sull’intelligenza artificiale per identificare automaticamente gli utenti di età inferiore ai 18 anni. In questo modo YouTube potrà stabilire se l’utente che sta visualizzando contenuti è un minorenne così da applicare in modo automatico una serie di restrizioni pensate per la sua tutela. Questa misura segue altre iniziative simili condotte, per esempio, da Meta con l’introduzione degli account per gli adolescenti su Instagram, Facebook e Messenger e più recentemente dall’Unione Europea con l’app sperimentale per la verifica dell’età dei minori.

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L’identificazione dell’età da parte di YouTube

Per identificare l’età di un utente, YouTube analizzerà l’età dell’account e il comportamento sulla piattaforma. Nel caso quel profilo venisse considerato di un minorenne YouTube procederebbe in automatico al blocco dei video con contenuti soggetti a limiti di età, alla disattivazione degli annunci personalizzati e all’attivazione di notifiche che invitano l’utente a fare delle pause durante la visione.

Inoltre, il sistema limiterà la frequenza di raccomandazioni su argomenti sensibili, come quelli legati all’immagine corporea, e attiverà promemoria sulla privacy ogni volta che l’utente caricherà un video o pubblicherà un commento.

Nel caso in cui un utente venga classificato erroneamente come minorenne, sarà possibile correggere la valutazione verificando manualmente la propria età. Il processo prevede più opzioni, come l’invio di un documento d’identità, la registrazione di un selfie o l’inserimento dei dati di una carta di credito.

Aspetti positivi per i minori ma negativi per i creator

Questa iniziativa lodevole e sicuramente positiva potrebbe però avere ripercussioni critiche per i creator. Una parte del loro pubblico, infatti, potrebbe essere riclassificata come adolescente, riducendo così la possibilità di mostrare pubblicità mirate e incidendo quindi sui ricavi pubblicitari. YouTube ha annunciato che, almeno inizialmente, il sistema sarà testato su una fascia ristretta di utenti statunitensi. Solo dopo una fase di monitoraggio il progetto verrà esteso ad altri Paesi.

Per le big tech, però, la maggiore sensibilità verso la tutela della privacy e la protezione dei minori è una scelta quasi obbligata, considerando le crescenti pressioni da parte delle autorità internazionali. I tradizionali meccanismi basati sull’autodichiarazione si sono rivelati facilmente aggirabili e poco efficaci. Da qui la necessità di pensare ad alternative migliori. L’uso dell’intelligenza artificiale per l’identificazione anagrafica potrebbe quindi semplificare tale processo così da permettere ad app e servizi digitali di essere in linea con le norme, sempre più severe, previste nei vari Paesi.

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