Attraverso una verifica della Guardia di Finanza ai registri societari, è stato scoperto che Facebook ha evaso circa 300 milioni di euro nel territorio italiano. Per il social network di Mark Zuckerberg sono state previste sanzioni e tasse per circa 100 milioni di euro, facendo salire ad oltre 800 il totale che finora sono stati costretti a pagare i principali colossi del web.

Il trucchetto usato da Facebook per evadere le tasse italiane è lo stesso utilizzato da molti altri giganti dell’hi-tech: nonostante i servizi e le pubblicità fossero vendute a clienti italiani, le transazioni venivano trascritte versando le tasse, invece che in Italia, in Paesi in cui la tassazione è molto più favorevole. In particolare, in Irlanda.

Facebook Ireland pagava poi ingenti somme di denaro per «diritti e licenze per l’uso della piattaforma Facebook» alla holdings presente in Irlanda, una società con sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman che fa parte di tutto il complesso.

Il periodo preso in analisi che ha portato alla quantificazione dei 300 milioni di euro è quello che va dal 2010 al 2016. Non è quindi da escludere che negli ultimi due anni, visto l’incremento repentino del valore degli annunci pubblicitari forniti da Facebook, il conto sia decisamente superiore.

Il caso di Facebook non è però il più eclatante dal punto di vista dei numeri. All’appello ci sono stati prima Google, con 306 milioni per le inserzioni su Youtube tra il 2009 e il 2013, poi Apple, con 318 pagati per i redditi 2008-2013 e, ultima in ordine cronologico, Amazon, che ha versato 106 milioni.