E=MC2 è forse la formula matematica più famosa di sempre. Sviluppata dopo una serie di studi dal famoso fisico Albert Einstein, l’intero modello standard si basa su tale teoria. Tuttavia, fino a ora gli effetti della teoria della relatività erano stati osservati solo all’interno del sistema solare.

Ciò non permetteva di conoscere se effettivamente le nostre leggi della fisica sono valide anche in altre galassie. Ebbene, grazie a uno studio che ha sfruttato sia l’Hubble Space Telescope che il Very Large Telescope, è stato osservato l’effetto della teoria della relatività anche su distanze astronomiche.

Il tutto è stato osservato attraverso il principio che indica che la gravità di un corpo altera lo spazio tempo e perciò anche la luce che attraversa tale massa viene flessa.

Teoria della relatività osservata anche su distanze astronomiche 1

I due telescopi sono stati utilizzati per misurare la massa di una galassia che si frappone, nella nostra linea di osservazione, a un’altra galassia. Usando sia la lente gravitazionale per la sua controparte di sfondo, sia la velocità delle stelle attorno ai suoi bordi e usando il confronto per vedere se le misurazioni sono coerenti, è stato possibile notare che effettivamente la luce della galassia più lontana viene piegata dalla gravità della galassia nel mezzo. Il risultato è stato dato con un margine di errore del 9 percento: sembra molto, ma è la misura della relatività più precisa fino ad oggi e dimostra che la scienza è valida.

Non c’è nessuna rivoluzione ma questa è una novità in sé. Mentre il test non dimostra in modo conclusivo che la teoria della relatività generale è il principio guida dell’universo, giustifica il lavoro di decenni e decenni di fisici e astronomi.