Nonostante non sia il cereale più consumato da noi in Italia, il riso rappresenta la base dell’alimentazione per moltissime popolazioni dell’Asia. Considerando che la popolazione nel mondo aumenterà sempre di più e che il problema della fame nel mondo potrebbe essere del tutto incontrollato, alcuni scienziati hanno proposto l’utilizzo del sistema CRISPR/Cas9 per creare riso geneticamente modificato e quindi aumentare la produzione.

Per chi non lo sapesse (Wikipedia):

Le CRISPR costituiscono uno degli elementi di base del sistema CRISPR/Cas, anch’esso coinvolto nell’immunità acquisita dei procarioti. Una versione semplificata di questo sistema (detta CRISPR/Cas9) è stata modificata per fornire un potentissimo e precisissimo strumento di editing genetico che risulta di impiego molto più facile, e al contempo più economico, delle tecnologie preesistenti. Grazie al sistema CRISPR/Cas9 è stato possibile modificare permanentemente i geni di molteplici organismi.

Stando ai dati della ricerca, i ricercatori hanno utilizzato la modifica del gene CRISPR / Cas9 per creare una varietà di piante di riso che produce dal 25 al 31% in più di parte edibile per pianta nei test sul campo.

La tecnica “silenzia” i geni che migliorano le tolleranze per le minacce come la siccità e il sale ma soffocano la crescita. Suona male in teoria, vista la maggior fragilità delle piante. Tuttavia, esse hanno frequentemente ridondanze genetiche. In sostanza, è più conveniente avere una maggiore produzione nonostante parte di essa è destinata a non essere consumata per via della fragilità prima accennate.

Al momento questa tecnica non è pronta per essere utilizzata su larga scala visto che sono necessarie ulteriori ricerche per cercare non solo di semplificarla ma anche di migliorarla.

Insomma, la fame nel mondo per il momento non ha un vero e proprio combattente ma, possiamo dire che lo si sta addestrando per bene. A ciò si deve aggiungere il fatto che le aziende agricole dovrebbero superare molte critiche etiche. Vi sono già preoccupazioni sull’uso del riso geneticamente modificato, compresa una mancanza di consenso scientifico sul suo valore e sul controllo aziendale.